Dopo il sorprendente Easy Breezy e la conferma di Deep Vacation, Yi Yang si conferma un’autrice davvero eccellente con questo Comet Club.
L’artista conserva intatta la storia che racconta e i suoi protagonisti, Yang Kuaikuai e Li Yu, proseguendo la sua personale narrazione dell’amicizia, dell’adolescenza e – qui con ancora più forza – delle dinamiche familiari.
È inevitabile notare una maturazione dell’autrice rispetto alle opere precedenti.
Il racconto qui diventa più stratificato: la narrazione, sempre accelerata, si fa più completa e meglio ritmata dalla scansione della tavola, che presenta ora una maggiore attenzione nelle inquadrature e una rappresentazione più dettagliata degli scenari.
Aumentano i personaggi e vengono meglio caratterizzati. Non solo: molti comprimari diventano, in questa occasione, strumenti utili a rafforzare le tematiche che l’autrice sceglie di affrontare.
Il contesto è sempre il medesimo, quel mondo rurale cinese che – con le sue dinamiche familiari e sociali – trascende e diventa metafora universale. La nuova avventura di Yang Kuaikuai e Li Yu diviene quindi pretesto per narrare quel conflitto adolescenziale (ma non solo: vedi il capolavoro di Taniguchi Quartieri lontani) tra il desiderio di fuggire da una realtà percepita come limitante e il bisogno di trovare un proprio spazio nel mondo. La caccia agli UFO e la necessità romantica di “volerci credere” rappresenta, simbolicamente, la ricerca di qualcosa di straordinario, un valore universale che scaturisce dal bisogno generazionale di evadere dalla monotonia e dall’incertezza del quotidiano.
Per cambiare la propria strada ci vuole molto coraggio, quando ti rendi conto che non ti piace più quella di prima. Ma che senso ha proseguire senza alcun motivo?
Abbiamo sempre tempo per cambiare la destinazione finale, sai?
Il racconto di Yi Yang è sempre empatico e le sfide adolescenziali narrate sono vicine e intime pur nella loro semplicità. L’autrice è infatti capace di catturare con estrema cura le piccole insicurezze, le ambizioni e i legami intensi che caratterizzano questa fase della vita. C’è la difficoltà di crescere, la ricerca di un posto nel mondo, la voglia di avventura e, forte, il valore dell’amicizia.
Questa volta, forte di una più concreta maturità stilistica, Yi Yang amplifica il tutto con un tratto capace di donare nuove espressioni ai sentimenti dei suoi personaggi. Ma continua a farlo con la sua consueta foga a tratti ipercinetica, soluzione che finisce per amplificare quei pochi momenti di quiete da cui scaturiscono con forza i turbamenti dei suoi protagonisti.
Vi è inoltre, come anticipato, una rinnovata attenzione e sensibilità per le dinamiche familiari. In Comet Club, la distanza tra figli e genitori viene affrontata in maniera efficace e intensa. Un gioco di distanze, di fughe, di difficoltà di comunicazione, di peso genitoriale e di esigenze di figlio/a. Le colpe di padri e madri, il peso di essere genitori ma anche il ruolo dei figli. Non c’è un solo punto di vista, non c’è una sola situazione complessa, c’è una varietà enorme di sfumature e situazioni tali da comporre uno spaccato vivido e, seppur semplificato, esemplificativo della difficoltà del rapporto madre/figlio – padre/figlio.
Non da meno, quanto sopra arriva con forza al lettore sempre e soprattutto grazie alla capacità di Yi Yang di rappresentare con autenticità le emozioni umane. Una storia divertente, piacevole, con piccoli bagliori di forte intensità che la illuminano.
