8.5/10
Siamo sul finale di partita, è una fase di stallo, la squadra ha giocato un ottimo match… ma per vincere serve il colpo del campione.
La giocata vincente è quella del fuoriclasse Luca Lamberti.
Si fa carico della realizzazione delle tavole conclusive di questo secondo arco narrativo e riesce nuovamente a sorprendere per l’evoluzione stilistica avvenuta nel corso di questi anni: già un occhio più allenato farà caso come questo lavoro sia più maturo rispetto i precedenti di Kalya n.12 e soprattutto di Kalya n.1-2.
Ha raggiunto uno step superiore, la sintesi acquisita gli permette di dar vita a composizioni e sequenze ricche di dettagli (senza eccessi che possano generare confusione), utilizzando inquadrature audaci, aiutate da giochi di luce e ombre, ottimamente utilizzate a complemento dei toni di grigio.
Iconiche e degne di menzione sono alcune singole e doppie splash pages, come quelle raffiguranti Aridan a cavallo con sullo sfondo una fortezza, Hamon-Darn sul trono, oppure il trio composto da Vell-Kalya-Calon: veri e propri quadri.
Ebbene sì, quest’ultimo durante la concitata battaglia viene “bonificato” e scisso dalla parte corrotta dal morbo – che lo manteneva in vita – mediante i poteri della protagonista.
Leonardo Cantone e lo stesso Lamberti fanno quindi redimere l’iracondo Varnon facendolo sacrificare; inoltre fanno prendere una decisione che avrà serie conseguenze ad Aridan, oltre a mostrare quanto sia migliorata e che potenziale abbia Kalya nell’uso dei suoi poteri, ma soprattutto riescono a chiudere la maggior parte delle trame ancora aperte, lasciandone solo un paio che saranno fondamentali per strutturare il prossimo arco narrativo.
La guerra è in una fase di transizione e in ballo c’è il futuro del continente Theia, pronto ad essere messo a ferro e fuoco dal folle villain e dal probabile nuovo esercito in procinto di essere letteralmente creato utilizzando le crisalidi Gjaldest. Si prospetta una nuova stagione ricca d’azione e già dalla prossima cover possiamo immaginare come il corpo/crisalide di Kalya avrà un ruolo fondamentale, così come avevamo intuito già da alcuni albi.
In conclusione va celebrata la splendida copertina di Elena Casagrande, assolutamente impattante e strettamente legata a quelle di Kalya n.1 e di Kalya n.12, di cui parlavamo prima, andando a sancire un nuovo inizio ed una conclusione di saga.
Sono presenti sicuramente diversi easter-eggs – Lamberti è solitamente abile in questo – e credo di averne carpiti due abbastanza certi: la “trasformazione” di Kalya mi ha ricordato molto Devilman, mentre lo scrigno contenitivo di Kether riprende il design dei “Frutti del Diavolo” presenti in One Piece.
Colgo l’occasione per complimentarmi con i creatori della serie e la casa editrice, perché riuscire nell’impresa di “vincere questa partita” è stato un atto di coraggio e ambizione, visto anche il cambio di formato e la volontà di mettercela tutta per continuare una serializzazione in edicola con i tempi che corrono.
VOTO
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