Kalya n.26
“Il segreto dell’antico monarca”

Carichi di aspettative, aspettando il finale

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6.5/10
Infine siamo giunti all’epilogo: il Ciclo della Rinascita terminerà con il prossimo albo e questo non è altro che il primo tempo di un film avvincente.
 
Credo sia ormai inutile trattenersi dal fare eventuali spoiler data l’ormai consueta abitudine da parte della Bugs Comics di svelare sul loro sito, nella pagina di presentazione dell’albo, gli accadimenti salienti che leggeremo quando avremo fra le mani il volumetto: in pratica svelano tutto ciò che accade in poche righe… pertanto vi consiglierei, d’ora in poi, di evitare la lettura della descrizione del fumetto per non incorrere in sgradite sorprese.
 
Gli avvenimenti sono pochi, ma ben strutturati: infatti Leonardo Cantone e Luca Lamberti incentrano la narrazione sulla chiusura delle vicende ancora aperte e di fondamentale importanza, accelerando sulla liberazione di Leena da parte di Tagh oltre a dare, giustamente, molto spazio alla missione di Kalya e Co. che – dopo diversi albi nei quali affrontavano diverse problematiche non proprio entusiasmanti e coinvolgenti – si trovano ora faccia a faccia con una sorta di “Boss finale”. Si tratta di una creatura nel cui interno è racchiusa l’anima di un Fondamento, ritenuto erroneamente perduto da tempo immemore e invece intrappolato, tramite un sacrificio umano e un’arma leggendaria.
Il climax viene raggiunto letteralmente nell’ultima pagina, quando entra in scena il vero villain della serie: si prospetta una conclusione ricca d’azione, che auspico cambierà lo status quo della serie.
 
La parte grafica è affidata a Davide Castelluccio, già incontrato nel numero 16 Il grande concilio Gjaldest che, come la volta scorsa, utilizza più stili, persino nella stessa tavola! Scelta coraggiosa, indubbiamente insolita, che lo favorisce quando da uno stile grafico e netto passa ad uno più pittorico (eccezionale per enfatizzare i cambi di stati d’animo), penalizzando invece il passaggio repentino dai precedenti ad uno stile più grezzo, quasi abbozzato, rendendo meno armonica la leggibilità sequenziale di lettura.
 
Manca solo la cover di Elena Casagrande: forse non la migliore, perché a mio avviso non impattante quanto quelle scorse e leggermente “confusionaria” (scusami Elena, so che mi leggerai, e sai quanto ti stimo 😊 ), non tanto per la colorazione utilizzata, quanto per la visuale della camera dall’alto. Un’inquadratura scelta probabilmente per dare al lettore la sensazione di stare affrontando un avversario imponente e pericoloso con la conseguenza di far sentire indifesi i Nostri. Posso quindi giustificarla in quanto il “Boss” ha un design davvero troppo complicato – forse il meno convincente visto finora – e quindi è probabilmente dovuto a questo aspetto la scelta della visuale che avrebbe potuto aiutare Elena a districarsi meglio nel suo compito.
VOTO
0

AleSiryus

Solo opinioni personali. Trasparenti.

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