La copertina di Elena Casagrande è una vera e propria anteprima del nemico che Kalya e Co. dovranno affrontare in questo albo: questa volta non mi ha particolarmente colpito in positivo il risultato ottenuto, probabilmente per colpa del design e del colore scelto per il “Golem arcaico” e della posa utilizzata per raffigurarli durante lo scontro.
Luca Lamberti e Leonardo Cantone proseguono le vicende interrottesi nell’albo scorso, facendo muovere le pedine nel continente Theia: incontreremo nuovamente alcuni personaggi già visti nel primo arco narrativo e in quello presente. Il gruppo sarà costretto nuovamente a dividersi per provare ad accelerare i tempi al fine di trovare un’arma, così potente da sconfiggere Hamon-Darn prima che torni ad acquisire i suoi massimi poteri.
Segue SPOILER:
Il gruppo di Kalya è quello che affronterà il pericolo maggiore, dovendosi scontrare con un Golem antichissimo liberato dai galdoriani per sconfiggere i Gjaldest della fazione nemica. Ci viene detto che sei di queste creature fecero delle vere e proprie stragi durante la “grigia mattanza”, decimando la fazione dei cosiddetti pellegrigia, quindi ci si dovrebbe aspettare un nemico temibile. In modo piuttosto semplice il party composto dalla protagonista di testata, da Tagh e altri due Gjaldest – di cui uno moribondo – riusciranno ad avere la meglio: vicenda che stona per quanto fatto intendere e che mi lascia alquanto perplesso.
+FINE SPOILER+
La resa grafica dell’albo è affidata a Luigi Pintori che utilizza una linea molto chiara e un tratto pulito, molto orientale, che esalta i personaggi e i loro movimenti rendendo le azioni sempre comprensibili. Spesso utilizza vignette senza sfondi – scelta che non so sia dovuta agli sceneggiatori o al disegnatore stesso – e, complici i layout preimpostati da Luca Lamberti, in qualche occasione sembrano davvero troppo presenti, finendo per avere dei fondali totalmente bianchi o appena accennati per diverse pagine consecutivamente.
