6.5/10
Elena Casagrande presenta l’ennesima cover di pregevole fattura, mostrando quanto sia abile nella rappresentazione di scene di combattimento: Doven è pronto a bloccare l’attacco della nemica che dallo scorso albo sta cercando di sottrarre Hamon-Darn, custodito nel sarcofago trasportato da Kalya.
Non è altro che l’incipit che il solito duo di sceneggiatori – Leonardo Cantone e Luca Lamberti – raccontano nella prima parte della storia, con i Nostri braccati dalla Gjaldest, costretti a ripiegare nella fortezza di Kalantor – anch’essa sotto assedio – dove si ricongiungeranno con Aridan e il Battaglione Sacro.
Durante la lettura ci imbatteremo in classici archetipi narrativi, quali la fuga, il sacrificio di un componente del gruppo e il finire per infilarsi in una situazione peggiore di quella attuale.
Questi topoi erano stati già affrontati durante la “prima stagione” e, grazie all’esperienza maturata dal gruppo nel corso delle loro avventure, questa ritirata è più efficiente ed organizzata.
Tutto da scoprire il discorso della creatura affrontata da Vell, che mi ha ricordato un modo di interloquire dicotomico – forse citando Smeagol-Gollum – di due personaggi apparentemente uccisi nel finale di stagione.
Le matite sono affidate a Vincenzo Odore, il cui tratto pulito strizza l’occhio allo stile orientale rendendo sempre riconoscibili i personaggi e dando espressività ai volti, rispettando proporzioni e movenze dei corpi, in special modo su Kalya, Tagh e la Gjaldest Neti-Ran.
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