Luca Lamberti e Leonardo Cantone affrontano uno dei punti fondamentali della narrazione di una storia, l’incipit dal quale si forgia il carattere della protagonista. È uno snodo cruciale e si prendono la briga di raccontarlo durante una battaglia, lì dove tutto sembra perduto, dove i Nostri verranno divisi e subiranno perdite ingenti dal punto di vista logistico. Se Leena – da una prima lettura – è la più colpita dall’evento, successivamente utilizzano il passato di Kalya per farle capire come da un evento infausto può nascere un legame solido: l’amicizia con Tagh, nel suo caso.
Se “non tutti i mali vengon per nuocere”, per la protagonista gli sceneggiatori non sono stati certo clementi: il suo passato è di quelli strazianti, strappalacrime, in cui l’ostentazione e l’ottusità delle persone prendono il sopravvento e finiscono per sfociare in atti cruenti e razzisti, fino ad arrivare alla morte.
La cover di Elena Casagrande è emblematica e le tonalità di colore scelte, fredde e piatte, restituiscono un senso di intimità e riflessione: la “piccola” Kalya – senza la cicatrice sulla guancia – porge un piccolo pettine alla Kalya “cresciuta”: è il simbolo del tragico evento che le ha cambiato la vita e che le ha imposto una crescita caratteriale forzata.
Passando ai disegni, Dario Tallarico utilizza uno stile molto orientale, diverso dai precedenti, dando risalto alle espressioni facciali (forse un po’ troppo ostentate); inoltre applica in tante – troppe – occasioni una tecnica di sfocatura per esaltare i movimenti o spostare il focus dell’immagine su piani diversi di inquadratura, e devo ammettere che in alcuni casi risulta piuttosto faticoso mettere a fuoco l’immagine o capire cosa stia accadendo, in special modo durante gli scontri ed inseguimenti.
NB: per chi non l’avesse colto c’è un omaggio da far strabuzzare gli occhi al celebre “The Amazing Spider-man #33” – la scena del sollevamento delle macerie di Peter Parker.