Il bello di Paola Barbato è che i suoi personaggi, anche quelli minori, hanno sempre un background più profondo di quello che poi compare sulle pagine delle sue storie. Questo permette agli stessi personaggi di risultare più vividi e forti di quanto la sceneggiatura conceda loro, consegnando un’efficacia che si trasmette all’intera opera.
Il brutto di Paola Barbato è che questi suoi personaggi ci impiegano anni prima di trovare il modo e lo spazio di tornare e svelare le ulteriori sfumature della loro storia.
Il bello di Paola Barbato è che quando poi riesce a farlo, il risultato – quasi sempre – è davvero notevole.
Frammenti
“Frammenti” è, di base, una storia abbastanza in linea con il primo albo che vedeva Angelique protagonista (“Sciarada”, Dylan Dog n.191, Paola Barbato e Luigi Piccatto, 2002). Per entrambi la componente giallistica è predominante: una serie di omicidi, un personaggio fuori scala ed enigmi e indizi per una trama intricata e ben strutturata.
Paola Barbato racconta il tutto con un ottimo senso del ritmo, con uno svelamento graduale e con una messa in scena efficace e ponderata. Nonostante alcuni passaggi un po’ bruschi, retaggio del primo stile della scrittrice (“Medusa”, Dylan Dog n.167, Paola Barbato e Bruno Brindisi, 2000), sul lungo la narrazione quasi si addolcisce, frutto di una maturità che si sente e si lima, senza limitarne il valore e i tratti più acerbi della scrittrice dei primi anni.
Identità, Tiziano Sclavi, M. Night Shyamalan e Dieci piccoli indiani
Andiamo con ordine. Cominciamo da M. Night Shyamalan. Anche il cineasta indiano, come la Barbato, completa il ciclo iniziato da “Unbreakable” dopo oltre sedici anni, prima con “Split” e poi con “Glass”. In “Split” Shyamalan rielabora il plot alla base del film di Mangold consegnandone una visione diversa e più ampia. Risultato: ottimo.
Anche Tiziano Sclavi, affascinato dall’opera di Mangold, prova a rielaborarne un’avventura dylaniata dando nuovo e maggiore peso al lascito di Agatha Christie presente nell’opera originale finendo per perdere di vista però i punti di forza di entrambi gli spunti di partenza. Risultato: pessimo.
Ed ecco che Paola Barbato prende tutto questo e salta l’ostacolo.
In primis grazie alla sua protagonista: Angelique è decisamente fuori scala, il suo fascino e la sua presenza hanno un impatto immediato e diretto sulla storia. Lo stesso Dylan rimane in secondo piano e può fungere solo da spalla e seguire la vera protagonista della storia che viaggia decisamente ad un’altra velocità. Il risultato, ai fini della godibilità dell’albo, è più che buono.
Meno bene funziona invece lo spiegone finale.
In realtà l’intera conclusione dell’albo perde in ritmo e pathos in virtù della necessità di dover tirare le fila di una storia alquanto complessa. Per quanto dispiaccia, questo rallentamento sul finale non modifica il giudizio più che positivo sull’albo: anzi, finalmente possiamo godere di un’ottima storia e di un gradito ritorno.
Grazie Maestro
Non potevamo non ringraziare Luigi Piccatto che, anche dopo averci lasciato, continua a deliziarci con la sua arte. I disegni di questa storia sono ottimi. Anche se si nota una non continuità nel tratto, in quanto il suo lavoro viene completato (ottimamente) da Renato Riccio e Matteo Santaniello, l’effetto è comunque più che piacevole e riuscito.
Sinossi
Dylan Dog n.442 “Frammenti”
di Paola Barbato, Luigi Piccatto, Renato Riccio e Matteo Santaniello
16x21cm, 96 pagine, b/n, 4,90€
Sergio Bonelli editore, giugno 2023
Se te lo sei perso: Metti alla prova la tua conoscenza sull’Indagatore dell’Incubo rispondendo a queste dieci domande sul personaggio creato da Tiziano Sclavi: Il Quiz su Dylan Dog