Proprio così è scritto dalla stessa Casa Editrice nell’elenco delle uscite del mese… E in effetti non si capisce cosa c’entri il titolo con il contenuto dell’albo!
Di certo vi è solo, come rivelato nel retro di copertina da Max Bunker, che questa storia avrebbe dovuto comparire nel numero 660 ed è stata anticipata a questo perché il disegnatore dell’annunciata “Il piano di Putifarre” non è riuscito a completarla per tempo e pertanto uscirà il prossimo mese; l’autore precisa che la casa editrice ha solo quattro disegnatori, più un quinto saltuario, e che così è andata.
Tornando a “4 minuti dopo”, la storia è quanto di più sconclusionato si possa leggere. Si inizia con un incubo del Numero Uno che non ha alcuna attinenza con il resto della trama, poi si passa alla storia vera e propria, cioè una rapina sulla quale Alan e Minuette vengono incaricati di investigare dall’F.B.I. All’inizio i rapinatori sembrano essere tre, poi inspiegabilmente diventano quattro.
Quindi, senza soluzione di continuità, Alan e Minuette vengono inviati a fermare un evaso che viene misteriosamente ucciso (così come venivano uccisi due dei rapinatori precedenti), poi si passa alla ricerca del quarto criminale che viene fermato in aeroporto e che possiede anche una strana pietra (all’apparenza un oggetto sacro): cosa sarà mai?
Il rapinatore si suicida; la madre, per vendicarne la morte, tenta di uccidere il capo dell’F.B.I. ma viene a sua volta uccisa; e la segretaria del capo viene licenziata perché ha permesso a questa donna di entrare armata. La storia finisce così!
Come dicevo, una storia assolutamente sconclusionata, senza capo né coda, peraltro disegnata da un’esordiente (Veronica Guitti, il cui nome è stato anche storpiato nei credits chiamandola “Guttii”) che adotta uno stile di disegno abbastanza diverso da quello “alanfordiano”: con sfumature fatte a matita, non con riempimenti a china, che potrebbero anche risultare interessanti… ma il risultato finale è che sembra sia stata mandata totalmente allo sbaraglio, senza uno straccio di editing e di direzione artistica!
In appendice, tre brevi fumetti dell’accoppiata Bunker/Chies: “La catena”, “La predizione” e “Plock”.
Nell’editoriale, Max Bunker accenna alla nuova disegnatrice e parla della parola “negro”, dell’imprecisato arrivo di Petra, dell’Inter e dei libri da acquistare sul sito della Casa Editrice.