Ci sono i manga (giapponesi), i manhua (cinesi), i manhwa (coreani).
Per i fumetti provenienti da Taiwan, si parla invece di T-manga… ma in definitiva, poco importa come li si nomini: basta che la storia sia buona. E L’assaisonnement du bonheur lo è: raccolta di storie brevi originariamente edita nel 2011, è stata pubblicata in Francia l’anno scorso e riedita in occasione della visita del suo autore, Ruan Guang-min, al Festival di Angoulême. E lo è non tanto per la scoperta di un Paese di cui si sente parlare per il contenzioso storico e identitario (prima d’essere territoriale) con la Cina, ma di cui in realtà si sa poco. I temi sono in fondo universali, e il condimento di spezie che ravviva i piatti è un pretesto per parlare d’altro: devozione filiale, amori taciuti per pudore, incontri occasionali, redenzione.
Il tratto non è nuovo, sebbene l’apparente negligenza dei fondali e l’assenza degli stereotipi grafici tipici della produzione nipponica permettano all’autore di distinguersi (come ad esempio il coreano Choi Kyu-sok, inedito in Italia). Soprattutto, ogni racconto vive di vita propria anche nel formato: 4, 7, 16 pagine, giusto quel che occorre, non una di più e non una di meno. Una libertà invidiabile da parte di chi, nonostante i premi in patria e la trasposizione televisiva delle sue opere, ha continuato a lavorare nel campo pubblicitario sino a due anni fa.
Per le opere di Ruan Guang-Min in Italia, Toshokan – dopo aver pubblicato Railway Sonata (2023) e Corner Store (5 volumi, 2024-2025) – ha annunciato The Illusionist. E ne vale la pena.