<<Continuo a fare quel sogno Collins.>>
<<E ti svegli sempre nello stesso punto?>>
<<Già.>>
<<Riesco sempre a fuggire da quelle ombre… Mi inseguono per miglia e miglia nella foresta e più io accelero, più loro diventano veloci. Non riesco a seminarli.>>
Tutto inizia con un sogno.
Uno di quei sogni che tanto belli non sono.
Ci capita spesso, quando chiudiamo gli occhi, di farci trasportare dal sonno. Campi deserti e inconsueti dove, ad un certo punto – il sogno sopraggiunge e tutto diventa ameno, a colori, pieno di ricordi e situazioni che immaginiamo possano avvenire.
Del resto, quel sogno, poco dopo potrebbe anche andare oltre e tramutarsi in qualcos’altro. Bruttezza, inquietudine, solitudine immersa in luoghi mistici o orrorifici, in fondo a quel tunnel cupo e tetro, dove si trova l’antagonista per eccellenza del sogno, ovvero: l’incubo.
“Il sonno della ragione genera mostri” (1797) scriveva Francisco Goya come titolo di una sua opera. E questa, di grazia – calza a pennello nel contesto di cui voglio parlarvi, di questo fumetto targato Leviathan Labs, Vietnam Horror.
Tutto continua con una guerra.
Ci troviamo in Vietnam, ovviamente. Di quelle guerre che sono ormai così incastonate nella società civile che citarla, di per sé, fa venire in mente tutta quella cinematografia statunitense del nuovo cinema americano degli anni ’70-’80 del ‘900.
In mente passano immagini repentine, come quelle del sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket (1987) o del Colonnello Kurtz di Apocalypse Now (1979), giusto per citarne due…
Quella cultura dei film sul Vietnam che tante volte, oramai, abbiamo visto. E molto probabilmente gli autori di questo fumetto non sono esenti da quelle visioni, dagli sguardi guerrafondai misti alla concreta, seppur soggettiva, idea di horror.
Il fumetto è diviso in quatto capitoli, che ne scandiscono la narrazione. Una crescita di paranoia e terrore che gradualmente ci porta all’interno di un’ombra scura, dove il limite tra guerra e incubo è solo una linea di demarcazione molto sottile, oltrepassabile sotto diversi punti di vista.
<< Non so perché, ma avevo la sensazione che sarebbe toccato a me >> dice uno dei soldati, rivolgendosi al lettore con una voce fuori campo.
La montagna è un punto focale dell’opera, concepita dagli autori come logico proseguimento di quei tunnel/trincee che i Vietcong (nel fumetto vengono spesso chiamati Charlie) costruivano abilmente, sfruttando tutta la loro caparbietà nel “camuffarsi” e attaccare d’impatto.
Quella montagna che sorge sopra le colline, che ha tanto di mistico – rimane un luogo che si percepisce come un mondo parallelo, dove l’ignoto la fa da padrone. Una soglia che, se oltrepassata, ti risucchia dentro senza farti più tornare come prima. L’orrore della guerra in contrapposizione con l’orrore della mente che molto probabilmente è una sequenzialità “naturale” che tutti i soldati, in un modo o nell’altro, hanno vissuto.
Per citare un grande maestro del tema horror, Edgar Allan Poe nel suo racconto La caduta della Casa degli Usher (1839) scrive: << Varcata la soglia sarai vincitore, uccisa la bestia lo scudo al migliore >>. Non so se Massimo Rosi si sia ispirato a questa frase di Poe, ma se l’avesse fatto, ci starebbe benissimo come concept di questo fumetto.
Ciò che più inquieta, come detto – non è la guerra in sé, bensì il “non-conosciuto”, quelle visioni che nascono dalle nostre più intime paure e difficilmente si staccano per abbandonarci.
Il Vietnam è uno di quei popoli che basa gran parte delle sue tradizioni attingendo alla vasta presenza di miti e leggende. Nel ricercare un’attinenza con quanto scritto da Rosi, ho letto di antiche creature dal nome Nguoi Rung – esseri che vivono in luoghi freddi nel verde delle foreste situate nella zona dei Tre confini, dove si incrociano il Vietnam, il Laos e la Cambogia. Vennero definiti Nguoi Rung dai vietnamiti poiché questo nome significa “gente della foresta”.
Risulta che molti avvistamenti di queste creature siano stati riscontrati alla fine della guerra e questo fa pensare (qui il legame con il fumetto) ai soldati di entrambe le fazioni, che persero la vita nel conflitto. Questi sarebbero le “anime” che ritornerebbero per catturare le persone portandole nelle montagne…
E così, leggendo Vietnam Horror, ho avuto la sensazione di essere trascinato all’interno della giungla, insieme al battaglione, nel vivere e ri-vivere questa storia.
La bravura ai testi di Rosi e la sua capacità di coinvolgimento rendono l’opera “ampia” – con un forte respiro, quasi a voler concettualizzare il senso stesso della cinematografia sopra citata, a farci “sentire” i suoni, la puzza, il freddo, l’orrore semplicemente attingendo alla nostra memoria inconscia.
I disegni di Vito Coppola rendono giustizia alle mie parole. Sì, perché molte volte attraverso lo scritto si divaga in concetti e termini che possono sembrare astratti e difficili da identificare. Ebbene il disegnatore, in questo caso, sa emergere e donarci delle bellissime tavole con un tratto marcato e pulito. Una forte linea che illustra tutto e tutti in modo ineccepibile. Il contesto e i luoghi sono resi tali da creare un’atmosfera da Vietnam, mantenendo quello stilema che oramai tutti conosciamo. Una fotografia nitida che immortala l’ambiente osceno che produce una guerra.
Molto belli e ricercati sono i protagonisti del fumetto, tanto che nell’appendice dello stesso, gli autori hanno inserito degli “extra”, una sketch gallery, con studi preparatori dei personaggi.
Dopo aver letto diverse opere di entrambi gli autori, posso ben dire che il loro sodalizio artistico funziona molto bene.
Se mi sbilanciassi un poco, rischierei di raccontarvi troppo e non sarebbe giusto nei confronti del fumetto. Vi lascio (spero) una buona dose di curiosità così da poter scoprire voi stessi le inquietudini dei soldati. Perché questa è un’opera dove la condivisione dei sentimenti potrebbe portarvi ad essere parte del plotone di stanza in Vietnam.
Del resto, le leggende e i miti servono a farci immaginare situazioni che altrimenti non riusciremmo a vedere. E chissà, magari qualche leggenda, laggiù in Vietnam, parla proprio di un Dio della montagna…
Vietnam Horror
di Massimo Rosi e Vito Coppola
120 pagine, b/n, 15,00€
Leviathan Labs, gennaio 2021