Capitan America, gli anni ’50. Il distruttore dei Comunisti!

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Come accennato nel primo di questa serie di articoli, dedicati al personaggio di Capitan America nel corso dei suoi numerosi decenni di vita editoriale, con la fine della Seconda Guerra Mondiale la popolarità dei supereroi andò sempre più calando, e così anche quella del Capitano.

Dopotutto era stato il promotore dell’intervento americano nel conflitto e non vi erano più nuove guerre da combattere per un soldato come lui: i nazisti erano stati sconfitti e le storie del personaggio dovevano cambiare scenario.

In un’avventura del 1948 Bucky Barnes, la storica spalla di Capitan America, venne ferito da un colpo di arma da fuoco e da lì in poi fu sostituito dell’eroina chiamata Golden Girl, sotto la cui maschera si celava Betsy Ross, la fidanzata di Steve Rogers (l’alter-ego del Capitano). Ma anche questo escamotage non servì a risollevare le vendite. E così la serie Captain America Comics vide apparire l’ultima avventura del crociato a stelle e strisce sul n. 74 dell’ottobre 1949 (uscì, in realtà, anche un n. 75, ma contenente solo storie del soprannaturale e non di super-eroi) e poi chiuse i battenti.

La Atlas Comics, nuova incarnazione della casa editrice Timely, non voleva però rinunciare al suo personaggio-simbolo, Capitan America, e qualche anno dopo, nel 1953, tentò di reintrodurlo nelle sue pubblicazioni insieme alla Torcia Umana originale e a Sub-Mariner. Ciò avvenne nel n. 24 della collana Young Men, con la storia intitolata Back from the Dead (Resuscitato?!, nell’edizione italiana), la cui trama può così essere succintamente riassunta: Steve Rogers e Bucky Barnes si sono ritirati a vita privata, il primo è un insegnante della Lee High School, nel Connecticut, mentre il secondo è uno dei suoi alunni. Quando la radio li informa che il Teschio Rosso è tornato dalla morte e si è alleato con i comunisti, assalendo il palazzo dell’ONU, Cap e Bucky non possono non tornare ad indossare i rispettivi costumi e intervengono, sbarazzandosi facilmente del Teschio e dei suoi complici.

Ora, al di là dell’alquanto improbabile soluzione narrativa che vedeva il più feroce criminale nazista, il Teschio Rosso, alla guida di un gruppo di agenti del blocco sovietico, l’impostazione delle nuove storie del Capitano divenne chiara sin da questa prima avventura: con il nuovo clima internazionale che vedeva Stati Uniti e Unione Sovietica impegnati nella cosiddetta Guerra Fredda, un conflitto non “frontale” ma combattuto in segreto con spie e sotterfugi, il pericolo nazista venne sostituito dalla paura per il comunismo!

Le avventure di Capitan America proseguirono per altri quattro numeri sulla collana Young Men, quindi su due numeri di Men’s Adventures, ma soprattutto sulla testata Captain America la cui numerazione ripartì dal n. 76 e il cui sottotitolo era “Captain America… Commie Smasher!” (vale a dire: Distruttore dei Comunisti!). La serie, tuttavia, pubblicò compessivamente solo tre nuovi numeri… l’esperimento della Atlas non fu coronato dal successo e Capitan America tornò nuovamente nell’oblio editoriale, questa volta per più di dieci anni.

Comunque sia, dal dicembre 1953 al settembre 1954 sulle varie testate sopra richiamate apparvero complessivamente sedici avventure con protagonista Capitan America, della lunghezza di 6/7 pagine ciascuna. Nessuna di esse contiene particolarità degne di segnalazione (si trattava soprattutto, di volta in volta, di smantellare l’ennesima rete di spie comuniste che sembavano infestare ogni angolo d’America… ma Cap e Bucky oltrepassarono anche la Cortina di Ferro e parteciparono alla guerra di Corea!), tranne forse quella contro il super-criminale comunista chiamato Electro che, sebbene completamente diverso nell’aspetto, possiamo considerare il prototipo di quello che diversi anni più tardi diventerà uno dei nemici dell’Uomo Ragno.

Don Rico, ~ 1942

I testi delle storie furono tutti scritti da Don Rico (1912-1985), un (oggi) semisconosciuto sceneggiatore e disegnatore di origini italiane (che successivamente, negli anni ’60, co-creò i personaggi della Vedova Nera e di Dinamo Cremisi con Stan Lee e Don Heck), già autore prolifico nella Golden Age presso la Timely e uno dei disegnatori regolari di Captain America Comics a partire dal n. 18 della serie (settembre 1942).

Per quanto concerne i disegni, delle sedici avventure del Capitano tredici di esse furono realizzate da un allora giovane ventiquattrenne destinato a grandi cose: John Romita Sr.!

John Romita Sr.

Il futuro disegnatore di Amazing Spider-Man giunse infatti alla Atlas giusto in tempo per disegnare la prima storia di questo nuovo corso. In un’intervista del 1997 dichiarò: “Disegnai tre numeri di Captain America, poi la collana fu cancellata. Mi sentii avvilito, come se fossi stato io a uccidere Capitan America. Sentii che il motivo per cui la testata aveva chiuso era la pessima qualità dei disegni. Ma Stan Lee mi rassicurò dicendo che era stata una decisione politica, a causa delle reazioni negative alla guerra in Corea, che non c’entrava nulla con i disegni”. In effetti, qui i suoi disegni sono lontano anni luce da quelli che abbiamo conosciuto sulle avventure dell’Uomo Ragno, ma le tavole sono molto dinamiche e il tratto cerca di emulare quello di Jack Kirby del 1941 fondendolo con il proprio, artisticamente ispirato a Milton Caniff (il grande autore delle strip Terry e i pirati e Steve Canyon), con molti chiaroscuri e giochi di neri.

Negli anni ‘60, comunque, Romita Sr. avrà l’opportunità di rifarsi disegnando un paio di numeri di Tales of Suspense (77 e 114), la serie del rilancio del Capitano, a cui seguì nel 1971 una sequenza assolutamente mozzafiato nella collana Captain America (nn. 138/145).

Capitan America in Italia

Dove si possono trovare, tradotte in italiano, queste storie del Capitan America anni ’50?

Tre di esse furono pubblicate in appendice alla collana di Capitan America dell’Editoriale Corno, e precisamente: Il boia (tratta da Young Men n. 25) e Uccidere Cap! (tratta da Men’s Adventures n. 28), entrambe in Capitan America Corno n. 83 del giugno 1976; e poi La ragazza che aveva paura (tratta da Men’s Adventures n. 27) in Capitan America Corno n. 100 del febbraio 1977.

Marvel Italia ha pubblicato Capitan America diventa un traditore! (tratta da Young Men n. 26) in Spider-Man Collection 42 del dicembre 2009.

Panini Comics ha pubblicato Resuscitato?! (tratta da Young Men n. 24) in Marvel Collection – Capitan America 2 dell’agosto 2010 e Il richiamo dei Comunisti (tratta da Captain America n. 76) nel volume “Io sono Capitan America” del marzo 2019.

Da ultimo, la raccolta completa di tutte le 16 storie la si può trovare nel volume Decenni: La Marvel negli anni 50 – Capitan America colpisce! pubblicato da Panini Comics nel maggio 2019. 

Steve Rogers: vivo o morto?

A questo punto, i più attenti di voi si staranno chiedendo: ma se Steve Rogers è stato considerato morto durante la Seconda Guerra Mondiale e non è stato rianimato fino a quando i Vendicatori non lo hanno trovato nel 1964, come ha potuto combattere i comunisti negli anni ‘50? Mentre a quel tempo John Romita Sr. – e tutti gli altri autori che hanno lavorato alle storie – erano sicuramente convinti di creare nuove avventure del leggendario eroe di guerra, decenni di continuity Marvel ci hanno insegnato che le cose sono andate diversamente. Abbiamo già affrontato questa problematica, per quanto concerneva le storie pubblicate dal luglio 1945 all’ottobre 1949, in questo articolo.

Ebbene, anche per il Capitan America “distruttore dei comunisti” venne operato uno straordinario intervento a posteriori sulla continuità, un intervento comunemente chiamato “ret-con”, che dimostrò come il personaggio degli anni ‘50 non fosse Steve Rogers ma un uomo di nome William Burnside.

La sua è una storia complicata, che merita un approfondimento speciale, e ne parleremo la prossima volta.

Marco Corbetta

Fotoreporter zagoriano

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