
Mau-Mau, nei numeri 180-184, è la storia centrale di tutta la trasferta africana, in cui finalmente Mister No riesce a ritrovare il suo antico compagno d’armi Jimmy Collins, ricavandone però un’enorme delusione. Il Kenya rappresentato nella storia realizzata magistralmente da Nolitta e Bignotti, coadiuvato per l’occasione dai fratelli Di Vitto, è difatti molto diverso dal paradiso terrestre che Collins descriveva a Mister No durante la prigionia in Birmania: ciò a causa della feroce ribellione all’ingiusto colonialismo inglese dei Mau Mau, capeggiati dagli indigeni Kikuyu. Una storia cruenta, con molte scene violente indimenticabili per la loro drammaticità: dall’uccisione di un innocuo comprimario svizzero alla sanguinosa iniziazione dei guerrieri ribelli, con Mister No che si finge un mercante d’armi per salvare il figlio del suo antico amico rapito dai guerriglieri. Jimmy Collins si rivelerà incapace di abbandonare il suo retaggio coloniale e questo scaverà un solco invalicabile tra i due antichi commilitoni.
Lo Speciale estivo n.5, Zulu!, realizzato dalla coppia di ferro Nolitta e Diso, si rivela una storia veramente speciale, al di fuori della continuity della serie. Mister No si trova in Sudafrica insieme alla sua amica Betty per visitare il cimitero di Isandhlwana, dove nel 1879 avvenne l’epocale scontro tra le tribù degli Zulu e le truppe inglesi, destinate ad essere sconfitte dalle forze indigene. La suggestione e il caldo giocano un brutto scherzo al povero Jerry che sogna di ritrovarsi in quella sanguinosa battaglia, circondato dai suoi amici brasiliani, ritrovandosi contro un redivivo generale Custer, simbolo di tutti i guerrafondai militaristi della storia dell’umanità.
Una storia onirica sorprendente con un messaggio pacifista evidente.

Non meno sorprendente è l’avventura presentata nei n.184-187, La diga nel deserto: innanzitutto per l’autore dei testi, Alfredo Castelli, che non sceneggiava più Mister No ormai da parecchi anni. In questa occasione, coadiuvato ai disegni dal maestro Bignotti, realizza un’ottima storia mysteriosa, dal taglio drammatico, tra terroristi alla ricerca di una reliquia religiosa risalente all’Antico Egitto e scavi archeologici che si devono fermare di fronte alla costruzione di una diga: il tutto impreziosito da una svolta nel fantastico che si ricollega agli albi che uscivano nello stesso periodo su Martin Mystère, nei nn.104-106, Un Uomo Chiamato Mhosis, in un inconsueto crossover.
Il vertice narrativo dell’intero ciclo è sicuramente rappresentato dai nn.188-191, Sulle Piste del Sahara, realizzati da Nolitta e Diso: una delle storie più belle del personaggio. Mister No, ritrovatosi bloccato questa volta ad Agades in Niger, accetta di accompagnare una spedizione paleontologica alla caccia di dinosauri, per trovarsi in mezzo alla resa dei conti tra Tuareg e colonizzatori, con al centro un tesoro risalente alle prime lotte di indipendenza degli Uomini Blu.
Una splendida avventura come è splendida l’amicizia che si crea tra Mister No e El Khorer, il condottiero dei Tuareg, con l’alternarsi di momenti drammatici e comici e una rappresentazione di Mister No molto verosimile. Splendidi sono anche i disegni di Diso che si ispira perfino alle fotografie scattate in quei luoghi dallo stesso Nolitta.

Sicuramente meno riuscito è l’episodio contenuto nei nn.191-193, I Legionari, nonostante la firma di Nolitta e Bignotti.
La vicenda è ambientata nel Sahara, tra le incisioni rupestri preistoriche dell’altopiano del Tassili e una tentata rivolta di un reparto della Legione Straniera, il cui mito viene rivisto forse questa volta in maniera troppo disincantata.

Il ciclo africano si conclude con il botto nei nn.193-196, Arriva Esse-Esse: i due autori della storia, Mignacco e Bianchini, decidono di portare in Egitto il miglior amico di Mister No, Esse-Esse, che – rivelando sprazzi del suo passato di guerra – ha come obiettivo ritrovare un tesoro maledetto.
La vicenda tutta azione, molto ben illustrata da Bianchini, si conclude con Mister No che se ne ritorna in Brasile con un po’ di malinconia.

Il ciclo africano risulta uno dei periodi migliori del personaggio, con storie quasi sempre all’altezza: aspetto legato anche alla novità del cambio di ambientazione, con numerosi spunti storici ed etnografici ben miscelati con le influenze letterarie e narrative più disparate.
È stato probabilmente, dal punto di vista editoriale, anche un momento di rilancio per il personaggio, a cui difatti venne dedicata nello stesso periodo anche la classica ristampa Tutto Mister No.
Fu però anche l’inizio della fine, con Bonelli/Nolitta che si allontanò in maniera quasi repentina dalla sua creatura prediletta, assorbito probabilmente dai suoi impegni come editore: da quel momento si limitò alla sceneggiatura di un paio di albi speciali. Mignacco divenne lo sceneggiatore di riferimento della serie e apportò un inizio di ammodernamento, con avventure per esempio decisamente più brevi e convulse, fino ad arrivare alla realizzazione del cosiddetto Nuovo Corso.
Il ringiovanimento riguarderà inoltre il cast dei disegnatori, anche a causa dalla prematura scomparsa di Franco Bignotti, avvenuta durante la pubblicazione della saga africana.
Le ricadute del ciclo africano furono assimilate anche nelle altre serie della casa editrice, con la dimostrazione che determinati cicli di episodi, in stretta continuity, fossero realizzabili; sulla falsariga del leggendaria Odissea Americana vissuta da Zagor nel 1972, quando girò l’America del Nord, isole comprese, per una ventina di albi in storie collegate, fino al Ritorno a Darkwood.
Negli anni successivi difatti verranno pubblicati: i Mysteri Italiani nella collana di Martin Mystère nel 1993, la Seconda Odissea di Zagor nel 1994 e la Guerra Senza Tempo di Nathan Never nel 1996. In definitiva, la Trasferta Africana di Mister No inaugurò un nuovo modo di proporre la grande avventura bonelliana.