uBC Best of 2019 – eccezioni meritevoli II

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… e poi c’è anche chi non sa decidersi tra Panettone o Pandoro e va quindi, giustamente, a premiare un ottimo pasticciere.

Daniele J. Farah – Alessandro Bilotta

“BI-LOTTA contro la morte.”
Non sono riuscito a identificare “un” Best of 2019, ma di sicuro ne ho identificato l’autore: Alessandro Bilotta.

Quest’anno passato l’autore e sceneggiatore romano ci ha regalato due albi sul tema della morte che non possono passare inosservati: una duplice lotta contro quel destino ineluttabile che è la conclusione della vita.

Si tratta del sedicesimo ed ultimo episodio di Mercurio Loi dal titolo La Morte di Mercurio Loi e di Saluti da Undead, lo speciale numero 33 di Dylan Dog dedicato alla saga de Il Pianeta dei Morti.

Col secondo albo appena citato, pubblicato ad ottobre 2019, Bilotta ci mostra una lunga allegoria dell’esistenza umana che orbita intorno ad attività marginali che tutto sembrano significare tranne il dare un senso all’esistenza stessa.
Una famiglia di ritornanti, non-morti più evoluti di quelli conosciuti in passato, trascorre le proprie giornate facendo colazione al mattino insieme, il padre di famiglia va a lavorare in ufficio occupandosi di contabilità, il figlio adolescente sta chiuso in camera ad occuparsi di cose da adolescenti, con una sorella maggiore che progetta di diventare una pubblicitaria allo scopo di attirare nuovi turisti nel loro villaggio, innamorata di un giovane che al contrario di lei non smette di sognare di fuggire all’esterno e di trovare uno sbocco alle proprie energie che lo faccia valicare quella prigione domestica che percepisce in tutta la propria cittadina.
Adrian e Margaret sono proprio questo: l’uno l’opposto dell’altro eppure così simili e destinati nel finale a fare il balzo insieme verso “ciò che c’è dopo”, entrambi avendo esaudito il proprio sogno; Adrian scoprendo cosa c’è fuori dal proprio villaggio e Margaret essendo riuscita a portare dentro la propria realtà, descrivendogli le bellezze del luogo, almeno un abitante del mondo esterno: Dylan Dog.
Questo sviluppo del personaggio di Tiziano Sclavi in un punto proiettato nel futuro remoto, con un Dylan Dog invecchiato ma conforme a se stesso e un Bloch prosciugato nel corpo e nell’anima in un modo tragico, ma verosimile, non può che apparire ai lettori di vecchia data, come un sequel eccellente.

Nella morte di Mercurio Loi invece, pubblicato a maggio 2019, Bilotta dà il massimo di se stesso nella capacità di sintetizzare in poche pagine una costellazione di idee che aveva sicuramente sul futuro del personaggio e che per ragioni editoriali (la decisione di sopprimere la testata nonostante fosse il miglior prodotto Bonelli in circolazione da un paio d’anni) non ha potuto fare altro che potare abbondantemente, ma lo ha fatto con l’abilità di un cultore del Bonsai.
Questo ultimo albo della testata non appare assolutamente come un’opera incompiuta, un lavoro atto in qualche modo a esternare un malessere dell’autore per la chiusura della testata, come è avvenuto negli ultimi albi di altre testate. La pazienza e dovizia di dettagli con cui Bilotta ha confezionato quest’ultimo albo, non ci fa apparire da parte sua alcun rancore per la cessazione delle avventure editoriali di questo suo figlio partorito dalla propria fantasia.
Mercurio Loi muore molte volte, si rende molteplice con i molti epigoni che si dichiarano sue incarnazioni in molti modi. E colui che sembra essere proprio lui, vive all’ombra.
Il discepolo ed allievo Ottone de Angelis, si evolve in molte direzioni: nel suo modo di amare, nel suo modo di odiare; senza il suo mentore, rimane una scheggia impazzita che si scontra con tutti e più di tutto con se stesso. Non ha più una guida e si lascia guidare da tutti e da nessuno e poi, più di qualunque altra cosa, dal proprio lacerante senso di colpa.
L’acerrimo nemico Tarcisio, il Moriarty della situazione, inganna, tradisce, uccide, manipola, plagia, viene colpito a morte.
Questo ultimo albo della testata non lascia nulla di non detto, termina con un finale che lascia intendere che possa esserci un seguito, ma il seguito in forma di flash-forward è dentro l’albo stesso. L’albo inizia con Mercurio Loi che è già morto e l’albo stesso appare come un film di tutta la sua vita come vista a velocità accelerata, espediente usato spesso in narrativa, come si racconta avvenga realmente al momento della morte.

Ecco, Alessandro ci ha donato nel 2019, queste due opere Magne, disegnate la prima da Matteo Mosca e la seconda dall’onirico Paolo Bacilieri, ed io per questi suoi lavori, lo elevo al rango di Imperatore di Macedonia del Fumetto, per questo anno 2019 appena concluso.

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