uBC Best Review 2023

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Cari lettori,
l’appassionato lavoro che ciascuno di noi profonde in uBC non si limita agli articoli che poi voi tutti leggete: nella nostra redazione (virtuale) c’è anche e soprattutto uno scambio continuo fatto di discussioni e confronti sui fumetti che leggiamo, scopriamo e amiamo.

Veniamo da percorsi diversi e abbiamo gusti diversi. Spesso convergono e magari ne vengono fuori articoli a più mani, più spesso invece questa varietà ci permette di farci scoprire a vicenda mondi e autori prima sconosciuti o, comunque, poco approfonditi.

Volevamo quindi chiudere quest’anno con una sorta di riflessione interna, riflessione che ciascun redattore fa su un articolo di un altro uBCiotto che è stato importante per scoprire un nuovo autore o per riscoprire storie immortali.

A voi la nostra selezione.
Potete leggere l’articolo originale cliccando sul titolo o sull’immagine.

Come sempre, buona lettura e, questa volta, anche Buone Feste!

God of Thunder: il Thor di Jason Aaron
Articolo di Massimo Cappelli

Pasquale:

Sono felice che Massimo abbia scritto questo bellissimo articolo perché mi ha dato la possibilità di scoprire un ciclo epico dalla forza visiva enorme.
Le avventure del Dio del Tuono mi erano sempre state un po’ ostiche: troppi riferimenti, troppi mondi e una continuity troppo rarefatta fra le varie testate Marvel mi avevano sempre tenuto distante da Asgard.

Recuperare l’intero ciclo asgardiano di Jason Aaron – grazie agli Integrali Marvel della Panini – mi ha permesso invece di leggere con cura un ciclo tanto complesso quanto affascinante.
Vi consiglio vivamente quindi sia l’articolo di Massimo, sia la saga riproposta in edicola dalla Panini.

Valter Buio e i fantasmi di Alessandro Bilotta
Articolo di Stefano Paparella

Oscar:

Valter Buio, all’epoca dell’uscita, mi faceva troppo pensare ad una “poveracciata” che provava a scimmiottare altri personaggi (uno fra tutti, nello specifico: Dylan Dog) i quali, seppur eventualmente prodotti da una casa editrice nostrana, vivono e lavorano all’estero. Lo so, è una deriva legata alla “sindrome di un dio minore” che storicamente ci coglieva quando pensavamo che un film, una serie tv, o un qualche altro prodotto dell’ingegno ambientati in Italia non potessero competere in termini di riuscita con i prodotti d’oltremanica – o d’oltreoceano. Ebbene, come nelle arti visive il talento italiano sta finalmente facendosi (nuovamente) conoscere anche con prodotti ambientati nello stivale, anche in questo caso le peripezie dello “psicanalista dei fantasmi” ambientate in quel di Roma vanno rilette alla luce della successiva carriera di Alessandro Bilotta che, da Mercurio Loi a seguire, ha saputo mostrare un talento compiuto che ancora adesso ci affascina e dà gusto alla lettura.

Valter è un fiore nell’atto di sbocciare, una crisalide da poco formata, la potenza che sta per diventare atto. Approcciarsi in questo modo alla lettura può dare un balsamo rassicurante, sapendo da lettori che, più si va avanti, più è vero il detto secondo cui “il meglio deve ancora venire”.
Grazie quindi a Stefano per questo “recupero”.

Mister No n. 364-379: guida alla lettura
Articolo di Cristian Di Clemente

Stefano:

Sono felice che Cristian abbia scritto il suo articolo Mister No n. 364-379: guida alla lettura perché ha riassunto brillantemente la pagina conclusiva della saga di Mister No, arrivata dopo anni di storie con un personaggio stanco e irriconoscibile.
Un tuffo nel passato, quello che si ricorda con piacere ma anche con un po’ di malinconia.

Perché, in fondo, quel pilota anticonformista e irriverente ha lasciato una traccia indelebile in ognuno di noi lettori, così come il suo creatore Guido Nolitta, ovvero il padre di Jerry Drake.
Quindi articolo da gustare appieno, dove la ricca e articolata ricostruzione delle storie è il pretesto per riprendere in mano quei vecchi indimenticabili albi.

Il Racconto della Roccia di BeneDì
Articolo di Massimo Cappelli

Michele:

Ho scovato questo fumetto grazie alla recensione di Massimo, parlo de Il racconto della roccia della giovanissima autrice BeneDì. Scoperta che mi ha portato a leggere l’opera… e mi è piaciuta così tanto, che sul mio canale YouTube ho pubblicato un’intervista realizzata insieme a lei, dove dialoghiamo sul processo produttivo e sulla storia di questo suo esordio nel mondo del fumetto. Il contesto scritto e disegnato dall’autrice trova le sue fondamenta nel mondo islamico e nel contesto dello Yemen nei primi anni del ‘900. Un’opera complessa e ben strutturata, dove la sua corposità dà ampio spazio alla narrazione che ci fa letteralmente viaggiare nei paesaggi belli e desolati dei paesi raccontati, oltre a farci immergere nelle storie quotidiane dei personaggi.
Vi invito a leggere il graphic novel di BeneDì e magari approfondendo il tutto guardando la nostra chiacchierata, in modo da avere una panoramica completa sul suo lavoro.

Goldorak: il ritorno francese di Goldrake
di Massimo Cappelli

Vasco:

Quando ancora non scrivevo le mie impressioni francesi (grazie amici di uBC d’avermi accolto!) alla lettura dell’articolo di Massimo  sul ritorno di Goldorak ho esclamato: «Finalmente!» Perché due anni prima mi ero deciso ad acquistarlo per pura nostalgia, e avevo scoperto un racconto adulto, maturo, duro, una rivisitazione del mito che mi procurava le stesse emozioni della versione cinematografica de L’ultimo dei Mohicani di Michael Mann rispetto al romanzo di James Fenimore Cooper. Perché dietro non c’è nessuna strategia commerciale, solo la passione di cinque amici che decidono, come un gruppo rock, di scambiarsi i ruoli e di firmare tutti assieme. Perché, nonostante il fatto che le riproposte francesi di Capitan Harlock e dei Cavalieri dello Zodiaco firmate entrambe da Jérôme Alquié siano state pubblicate in Italia, questa inspiegabilmente ancora manca, e mi sembra un torto rispetto ai lettori italiani che sicuramente gli farebbero un’accoglienza come qua oltralpe, che è oramai giunta alla terza riedizione. Grazie Massimo!

Zagor: il sondaggio “dimenticato” del 1972
di Marco Gremignai

Cristian:

Il pezzo che voglio segnalare riguarda un sondaggio di Zagor condotto nel 1972, che era praticamente sparito dalla memoria collettiva dei lettori e che Marco – grazie alle segnalazioni dei lettori in seguito all’interesse che la sua rubrica Zagor Top 5 ha suscitato – ha meritoriamente recuperato dall’oblio. Sono stato felice di leggere quel pezzo perché non avevo mai avuto sentore dell’esistenza di quel sondaggio, dato che non possiedo gli albi originali in cui fu pubblicato ma la loro ristampa denominata “scritta rossa”.

Quel sondaggio è particolarmente interessante per due motivi.
Il primo è che fu condotto prima della “Golden Age” zagoriana, vale a dire del periodo con le storie unanimemente più amate dai lettori e che ancora oggi monopolizzano qualsiasi classifica delle storie preferite di Zagor. Il secondo è che, tramite la schiacciante preferenza dei lettori per i personaggi più comici, rivela in modo inequivocabile l’età più giovanile dei lettori dell’epoca rispetto a quelli odierni, purtroppo cresciuti, con i capelli bianchi e uno scarso ricambio generazionale. Un bel colpo giornalistico pertanto, di cui ringrazio Marco.

Hilo – Il ragazzo precipitato sulla terra
di Michele Tarzia

 
Marco:
 
Come direttore del Magazine, leggo tutti gli articoli prima di confermarne la pubblicazione, in modo da correggere eventuali refusi e/o concordare con il redattore di turno la modifica di un passaggio poco comprensibile. Questo mi porta spesso a scoprire fumetti che non conosco assolutamente e ben lontani dalle mie letture abituali.
Tra queste scoperte, mi piace segnalare Hilo – Il ragazzo precipitato sulla Terra.
 
L’entusiasmo genuino con cui Michele ne parla mi ha incuriosito in modo particolare, soprattutto tenendo conto di quanto il fumetto recensito fosse distante dagli altri di cui ha parlato nel Magazine. E devo ammettere che è stato piacevole immergersi nell’atmosfera della storia: certo, è rivolta soprattutto ai ragazzi e non a chi, ormai, ha una certa età come il sottoscritto, ma qualche volta è bello tornare un po’ bambini e lasciarsi trascinare dal piacere della lettura. Ma senza l’approccio di Michele – genuinamente entusiasta, come dicevo – non l’avrei fatto e mi sarei perso questa occasione.

Dylan Dog e Batman: L’ombra del pipistrello
di Pasquale

Dylan Dog e Batman: l’incubo di Gotham
di Oscar Tamburis, Pasquale, Pierfilippo Dionisio

Massimo:

Al contrario di Pasquale che ha scritto l’articolo Dylan Dog e Batman: L’ombra del pipistrello non mi aspettavo proprio niente dall’incontro tanto atteso tra l’Indagatore dell’Incubo bonelliano e il Cavaliere Oscuro della DC Comics. Non seguo mensilmente i due personaggi – che ovviamente conosco come tutti gli appassionati di fumetti italiani – e il mio interesse era più legato a capire come Roberto Recchioni avrebbe utilizzato John Constantine, anzi quale John Constantine avrebbe utilizzato per questo team-up.

Il mago truffatore è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti e vederlo tornare in edicola è sempre un piacere, anche nell’inconsueta cornice di un albo bonelliano. L’uso che ne fanno gli autori nella storia è ottimo, come segnalato nell’articolo Dylan Dog e Batman: l’incubo di Gotham, e quindi posso esternare tutta la mia soddisfazione per questo ennesimo incontro tra i personaggi bonelliani e i supereroi americani, anche grazie agli ottimi disegni dell’insolita coppia Dell’Edera-Cavenago. D’altra parte è risaputo che i personaggi scelti, in questa occasione, ben si prestavano all’incontro: in fondo Batman è uno che va con tutti – i personaggi ,s’intende – dal gruppo musicale dei Kiss a Scooby Doo, mentre Dylan Dog già negli anni ’90 incontrava Martin Mystère e Ken Parker in inaspettate e ben riuscite storie speciali. Le regole della realizzazione di questi tipi di storie in fondo sono abbastanza chiare: i personaggi vengono presentati con le loro caratteristiche generali, e quanto accade non modifica il loro status nelle pubblicazioni regolari. Se si accettano questi assunti di base non resta che godersi una buona storia a fumetti.

La Redazione

La redazione può esistere o non esistere, ma non potrete mai verificarlo! Il gatto di Schrödinger ci spiccia casa!

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