Thorgal 01: La Maga tradita
“Un anello per domarli,
Un anello per trovarli,
Un anello per ghermirli
e nel buio incatenarli.”
“La poesia dell’anello” di J.R.R. Tolkien
Ed è in questo modo che inizia la straordinaria avventura editoriale di Thorgal Aegirson: incatenato con degli anelli ad uno spuntone che emerge dalle acque del mare, che con la sua alta marea sta per affogare il protagonista ancor prima che sia iniziato il suo lungo e straordinario viaggio per diventare uno degli eroi fantasy più significativi della storia del fumetto.
Thorgal ha commesso la colpa di amare la figlia di Gandalf, il nuovo capo vichingo, il popolo che lo ha adottato quando era solo un bambino in fasce, e di cui solo molto avanti nelle sue avventure ne scopriremo le reali origini.
Venne trovato durante una tempesta in una culla che galleggiava sulle acque turbolenti del mare. E’ per questo che divenne noto fra i vichinghi come Thorgal (in onore al dio Thor che controlla i fulmini) e anche col nome Aegirson (figlio di Aegir, il dio del mare che lo ha cullato senza ghermire la sua vita). Ma in questa storia, questo orfano verrà anche chiamato Thorgal lo scaldo (gli scaldi erano dei poeti, persone con un’anima sentimentale che spesso per sopravvivere in un epoca così cruenta erano tenuti ad essere anche dei guerrieri anche se la loro natura li spingeva a voler cercare la pace, l’amore e la serenità).
Thorgal ama Aaricia, con tutto il cuore e da lei è ricambiato, ma ostacolata, dalla violenta patria potestà del padre che pur di impedirle di diventare la moglie di Thorgal, lega lei all’albero maestro di una nave vichinga e lui a quegli anelli di tortura e di morte a cui molti altri prima di lui hanno esalato i loro ultimi respiri.

In un primo momento Thorgal cerca di liberarsi da quegli anelli assassini, usando la forza, ma poi inaspettatamente usa la religione. Thorgal invoca con ira il dio Odino e il dio Odino gli appare per liberarlo, ma la bravura dell’autore Jean Van Hamme è di far intervenire Odino senza dirlo esplicitamente ne al protagonista e neppure al lettore. Nella letteratura norrena a volte Odino si mescola alle persone vestendo i panni di un innocuo anziano viandante e guercio. Van Hamme, subito dopo l’invocazione di Thorgal ad Odino, fa apparire Slive, una donna guercia dai capelli rossi protetta dalla presenza di Sharn, un lupo fuori dal comune.
Anche in questo caso c’è la presenza di un anello, che si presenta come una benda nera che ne avvolge la chioma di capelli rossi e ne copre l’occhio sinistro della donna e solo nel seguito della storia scopriremo che Gandalf è il responsabile di quella menomazione. Slive libera Thorgal ma a seguito di un patto: lui la dovrà servire per un anno intero allo scopo di portare a termine la di lei vendetta contro Gandalf. Suo malgrado Thorgal accetta e il suo buon cuore lo costringe a onorare il patto, ma lo fa di buon grado perché così potrà rivedere la sua amata Aaricia che da tempo lo crede morto affogato.

Ma può colui che da bambino, fu salvato dalle acque del mare, finire ucciso dalle medesime? Lui, il figlio di Aegir? No, ovviamente, ma Gandalf non è uomo da credere veramente ai giochi di intreccio orditi sulle loro vite umane, dagli dei. Così accadrà che Gandalf dopo aver incatenato Thorgal a degli anelli, sarà lui medesimo ammanettato dagli anelli di Freyn che Thorgal ha precedentemente conquistato in una lotta all’ultimo sangue con due guardiani che a differenza di Thorgal provengono da due differenti … dimensioni. Con quegli anelli Slive domerà e trascinerà ai suoi piedi il vecchio Gandalf che però, pur meritandosi quel destino, non si arrenderà così facilmente.

La scelta del nome del capo vichingo, Gandalf (come il mago del libro di Tolkien) e la presenza in questa avventura di anelli alcuni magici, altri di duro e infrangibile metallo ed altri ancora di natura simbolica e spirituale, evidenzia che l’autore ha voluto sicuramente concedere un duplice tributo di ispirazione al maestro del fantasy per antonomasia, ma lo ha fatto in modo talmente intelligente, da non apparire neppure come una citazione, ma una originale interpretazione del tema nata dalla sua fertile fantasia.
Che dire di più?!? Questa prima storia di Thorgal è stata pubblicata per la prima volta il 22 marzo del 1977, ma pur essendo datata, il soggetto e la sceneggiatura di Van Hamme, non la fanno certo sfiorire e conserva la sua bellezza ed originalità. I disegni di Gzegorz Rosinski sono quelli che più dimostrano il passare degli anni, ma sono asserviti alla trama egregiamente ancora oggi dopo quasi 30 anni dalla nascita del personaggio.
Anche il tema del padre che si oppone al matrimonio della figlia con un uomo che lui non gradisce, non è un tema così atavico, ma decisamente, purtroppo, moderno. Non solo per quegli eventi di cronaca che orrendamente si concludono con episodi delittuosi nei nostri telegiornali, ma anche perché, pure dove non avvengono tragedie irreparabili, è stato statisticamente rilevato che il 50 % dei matrimoni celebrati religiosamente, arrivano al divorzio entro pochi anni e di questi l’80% si verificano a causa dell’ingerenza dei genitori della coppia nelle faccende private dei due innamorati. Un tema quindi non fasullo, nè antico e neppure mai veramente superato.
In questo volume della Panini Comics, dopo La Maga Tradita, vi è anche una storia breve di 16 tavole in cui in ordine temporale successivo all’episodio precedente, vediamo Thorgal in viaggio col suo cavallo Fural che braccato da un branco di lupi cade in un crepaccio.
Tale crepaccio si rivelerà un varco che lo imprigiona in una sorta di “anello temporale” dove lo scorrere del tempo è rallentato di 10 volte. In questo luogo troverà 3 bellissime donne che desiderano divenire le sue tre mogli, perché sono tre secoli che non vedono un uomo. Ma Thorgal lo scaldo ama troppo Aaricia e ama troppo la sua idea di amore basata sulla devozione eterna ad una sola donna, che vince qualunque tentazione; per cadere facile vittima nella trappola che superbia, avidità e lussuria avrebbero certo solleticato qualsiasi altro uomo del suo tempo.
Così Thorgal spezza anche questa catena di anelli che lo vogliono legare in una gabbia dorata e il prezzo della sua liberazione è purtroppo la morte della prima fanciulla che ha voluto fuggire con lui senza capire che il legame che lo lega alla sua amata Aaricia è un’ombra che occulta e che occulterà qualsiasi altra donna.
Skadia, giovane bocciolo 15enne in questo “Quasi Paradiso…”, ma ultracentenaria nel mondo esterno, muore dopo aver visto per la prima volta la luce della stella Sole e Thorgal, invecchiato di un anno intero, riprende il suo meraviglioso viaggio che … lo porterà a scoprire il suo legame con tutte le stelle anche al di là del Sole.