Hellingen & Mefisto: quelle curiose coincidenze (parte seconda)

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Che conosco Butch Walts da quando eravamo bambini, ormai non c’è più bisogno di dirlo… L’ultima volta che ho creato un articolo partendo dalle nostre chat, stavamo parlando del primo ritorno di Hellingen e Mefisto, le nemesi dello Spirito con la Scure e di Aquila della Notte. Adesso ci occuperemo dei ritorni successivi, sempre sull’onda dei ricordi…

[ATTENZIONE: contiene spoiler sugli albi di Tex e Zagor dedicati agli scontri con i loro arcinemici]

BW: Ciao Marco!

MG: Ciao Butch! Hai studiato?

BW: Come dici?!?

MG: Pensavo che tu avessi riletto con attenzione tutti i ritorni di Hellingen e Mefisto successivi al primo, di cui abbiamo parlato la volta scorsa… visto che ti ricordavi poco o niente!

BW: Non cambiare le carte in tavola: tu, piuttosto, avevi detto che avresti cercato qualcun altro dei tuoi vecchi appunti… Devo sospettare che non li hai trovati?

MG: Quegli appunti? Chissà dove sono finiti… Però ho riletto gli albi di entrambi i personaggi.

BW: Beh, quello l’ho fatto anch’io, quindi possiamo provare a confrontare le nostre impressioni, anche se non saranno esaustive.

MG: OK, allora inizio io: la prima coincidenza è sicuramente costituita dal fatto che sia Tex, sia Zagor sono entrambi così convinti della morte dei loro nemici da non credere immediatamente al loro ritorno.

BW: Hai ragione! Tex, nonostante abbia avuto una visione di Mefisto in una storia precedente – che segnava l’esordio del Morisco – mostra un totale scetticismo di fronte alla serie di segnali che precede il ritorno del suo acerrimo nemico.

MG: Esatto. Suo figlio Kit sogna Mefisto in modo estremamente realistico, ma Tex minimizza – diversamente dal “vecchio cammello” Carson che, fedele al suo personaggio, inizia subito a profetizzare grandi sciagure, tanto da costringere Tex a enumerare i motivi per cui Mefisto dovrebbe invece essere morto stecchito.

“Sono un eroe granitico, difficile da convincere.” Tex n° 79 (Bonelli/Galep)

BW: Non solo: quando anche il fiero Tiger Jack, certo un tipo poco impressionabile, gli racconta a sua volta di aver visto Mefisto, Tex gli chiede se sia sicuro di non aver sognato…

MG: Proprio così. Tex si convincerà solo dopo l’evocazione degli spiriti da parte dello stregone Nuvola Rossa, il cui tentativo verrà bruscamente interrotto proprio da Mefisto.

BW: E di Tex abbiamo parlato… Ma nemmeno Zagor crede al ritorno di Hellingen, in questo caso neanche di fronte all’evidenza.

MG: Già: nonostante varie avvisaglie – la serie di strani fenomeni avvenuti a Darkwood durante la sua assenza per la cosiddetta “odissea americana” – Zagor reagisce in modo scettico al racconto di Tonka, un altro pellerossa ben poco impressionabile, e inizia a dubitare solo vedendo le “fiaccole senza fiamma” nella base nascosta.

“Non ci credo, tu eri morto!” Zagor n° 108 (Nolitta/Donatelli)

BW: Questo non gli impedisce di avere una mezza crisi isterica quando Hellingen lo risveglia… D’altronde, era davvero convinto che fosse morto, avendo potuto constatare di persona l’effetto del colpo d’arpione di Fishleg, cosa che ribadisce anche qui.

MG: Sì, ne avevamo già parlato la volta scorsa: Nolitta poteva essere un po’ meno “drastico” nell’avventura precedente, ma tant’è… forse, all’epoca, non pensava di far tornare nuovamente lo scienziato pazzo. La soluzione trovata da suo padre G.L. Bonelli per Mefisto era più “classica” nella sua indeterminatezza.

BW: E una prima coincidenza – lo scetticismo dell’eroe – l’abbiamo trovata. Direi che un altro punto in comune è costituito dal fatto che entrambi i nemici tornano ben più potenti della volta precedente.

MG: Sono d’accordo con te. Mefisto ha trovato un alleato, Padma, a cui – testuali parole – “[deve] la vita, oltre alla conoscenza dei più segreti riti di magia nera”, conoscenza che lo ha reso in grado tra l’altro di colpire “personalmente” i nemici a distanza…

BW: …cosa che fa subito, interrompendo il rito di Nuvola Rossa come dicevamo in precedenza. Inoltre, grazie a Padma può contare su alleati molto più potenti dei derelitti Hualpai da lui usati nel primo ritorno e, come bassa manovalanza, anche in questa storia: la setta del Drago Rosso è ben più temibile e ramificata.

MG: E anche Hellingen può contare, per una volta, su qualcosa di più degli occasionali “rubagalline” di cui si è servito nelle prime due avventure: qui, con l’appoggio di settori deviati dell’esercito, può portare la sua minaccia fino a Washington grazie ad armi ancora più potenti dell’automa Titan.

BW: Già: armi così potenti che gli permettono a sua volta di colpire a distanza, sia con i missili – vere e proprie “bombe intelligenti” teleguidate ante litteram – sia, soprattutto, con le micidiali cinture che servono a sopprimere i soldati feriti o catturati.

MG: D’altronde è una caratteristica comune a tutti i ritorni degli arcinemici di qualsiasi eroe: se non fossero “potenziati” rispetto alla volta precedente, come potrebbero sperare di spuntarla dopo essere già stati sconfitti?

BW: Hai ragione… Un’altra coincidenza che mi viene in mente è che entrambi i nemici vengono sconfitti, per così dire, “dalle loro stesse mani”.

MG: Che cosa intendi?

BW: Semplice: Mefisto non potrebbe essere sconfitto se Padma non aiutasse Tex con i suoi poteri e le informazioni che gli fornisce, mentre Hellingen…

MG: …viene costretto da Zagor a usare le sue armi contro i suoi stessi alleati, provocandone lo sterminio pressoché completo. Come ulteriore coincidenza ci può stare.

BW: Esatto. Direi comunque, senza tema di essere smentito, che una coincidenza ben più specifica è costituita dal finale di entrambe le storie.

MG: Sì, questa è innegabile: entrambi gli arcinemici impazziscono, lasciando di fatto la porta aperta per ulteriori ritorni senza dover cercare ulteriori soluzioni di “morte apparente”.

“Ah ah ah! Mi ha dato di volta il cervello…” Tex n° 80, Zagor n° 109

BW: Talmente innegabile che non mi starei a dilungare ulteriormente sul secondo ritorno degli arcinemici… Probabilmente ci sono altre coincidenze “minori”, ma in questo momento non riesco a trovarle.

MG: Nemmeno io… D’altronde, questo non è mica un saggio scientifico! Magari qualche lettore potrebbe trovarne a sua volta e segnalarcele.

BW: Già: mi avevi detto che era apparso un commento su Facebook, per l’articolo precedente…

MG: Sì, un navigante aveva scritto – più o meno, non ritrovo più il suo intervento – che l’Hellingen proposto da Tiziano Sclavi nella sua “Incubi” mostrava molte coincidenze con le storie di Hellingen scritte da Nolitta.

BW: Cioè?!?

MG: Non so che dirti… Come dicevo, non ritrovo più l’intervento, ma era comunque molto lapidario, l’affermazione non veniva argomentata in alcun modo. E non mi azzardo certo a rileggere quella storia!

BW: Sei uno di quelli che, nei forum, la definiscono come “famigerata”?

MG: No, non esattamente. È vero che da anni e anni i lettori zagoriani si dividono in partiti completamente inconciliabili quando devono giudicare questa avventura sclaviana – spaziando da “capolavoro” a “ciofeca” ma anche, più in particolare, da “capolavoro 100% zagoriano” a “quello non è Zagor!” – ma nel mio caso, semplicemente, non mi ha mai convinto appieno.

BW: Io l’avevo trovata troppo “dylandoghiana”…

MG: Anch’io, sotto certi aspetti, compreso tra l’altro l’uso di un Cico dall’umorismo troppo “verbale” (alla Groucho, insomma) al posto del Cico-Paperino più consono a quello di Nolitta e, sotto molti aspetti, a quello di Burattini. Ma torniamo a bomba, ovvero al terzo ritorno di Hellingen e Mefisto.

BW: OK. Li abbiamo lasciati rinchiusi in manicomio, e invece rieccoli con nuovi alleati sempre più potenti.

MG: Eh già, anche se Hellingen è difficilmente raggiungibile sotto questo aspetto… Mefisto si avvale degli adepti del vudu, ma non può assolutamente competere con gli extraterrestri akkroniani!

BW: Sono d’accordo. Entrambe le storie, tuttavia, caratterizzano un momento molto particolare nelle due testate, anche se di questa coincidenza – com’era successo per altre caratteristiche di cui abbiamo parlato la volta scorsa – ci siamo resi conto solo a posteriori.

MG: Sì. Il terzo ritorno di Mefisto coincide con l’ultima avventura di Tex pubblicata originariamente a striscia: si tratta degli albi 11-19 della 36a serie, denominata “Rodeo“, anche se curiosamente verrà ristampata nella collana mensile PRIMA dell’avventura “La carovana dell’oro“, che occupava gli albi 6-10 di quella serie.

BW: Bravo, ti sei documentato proprio bene!

MG: Non prendermi in giro… basta fare qualche ricerca su Google. Resta il fatto che, per concludere “in bellezza” l’epopea avventurosa delle pubblicazioni a strisce, G.L. Bonelli recupera a poco tempo di distanza dal precedente ritorno – anche se, nella storia, viene detto che Mefisto è scappato dal manicomio da “circa due anni” – il nemico più amato dai lettori.

BW: Ancora più particolare è il terzo ritorno di Hellingen, che costituirà l’ULTIMA storia zagoriana in assoluto scritta da Nolitta, nell’ormai lontano 1980 (escludendo ovviamente gli albi speciali di Cico, che si protrarranno fino al 1983).

MG: Sono d’accordo: anche in questo caso si può parlare di una conclusione davvero “in bellezza”, con un’avventura lunga oltre quattro albi che segna, a sua volta, la fine di un’epoca.

BW: Saltando un attimo di palo in frasca, stavo notando una curiosità: in questi articoli abbiamo cercato le coincidenze che accomunano due nemici che più diversi, sulla carta, non potrebbero essere.

MG: Cioè?

BW: Beh, potremmo dire che Mefisto è un nemico “paranormale”, mentre Hellingen è un nemico “scientifico”.

MG: E allora? Qual è la curiosità?

BW: Semplice: nell’ultima storia nolittiana, il nemico “scientifico” viene sconfitto in modo, diciamo così, “paranormale”, grazie allo stregone Keokuk, alle armi magiche e all’intervento soprannaturale di Rakum.

MG: Capisco. Lo fa notare lo stesso Zagor, di fronte a un esterrefatto Colonnello Perry, che esclama “Cosa? Arco e frecce contro pistole disintegranti e raggi paralizzanti e navi volanti? Tu stai prendendoci in giro, Zagor…”

BW: E a proposito di “diversità” tra i due nemici, me ne viene in mente anche un’altra: nelle storie con Mefisto, Tex NON viene mai catturato dal suo nemico (ci riuscirà invece più volte suo figlio Yama, in seguito), mentre Zagor viene SEMPRE catturato da Hellingen, anche nelle storie non nolittiane.

MG: Hai ragione! Adesso però torniamo alle coincidenze, altrimenti non la finiamo più.

BW: Beh, credo resti poco da dire per il terzo ritorno, se non per il finale: per entrambi, la morte è solo presunta.

MG: Sì: Mefisto resta sepolto nel castello fatto esplodere dalle cannonate dei soldati, mentre Hellingen si “dissolve” nella cabina akkroniana.

“Uhm… avrei preferito un finale diverso.” Tex n° 95, Zagor n° 182

BW: In realtà, come si scoprirà in seguito, entrambi muoiono ma restando in un “limbo” da cui continueranno ad affrontare Tex e Zagor: Mefisto trasmettendo le sue conoscenze al figlio Yama, Hellingen tramando contro lo Spirito della Scure dall’aldilà “tecnologico” concepito da Sclavi.

MG: Sì, come conferma El Morisco nell’albo n°267 (“…pur essendo morto, [Mefisto si trova] in una specie di limbo in attesa di scendere nei tenebrosi abissi dell’inferno”). Ma poi finiranno per tornare entrambi in carne e ossa – ed è davvero l’ultima coincidenza – a minacciare direttamente i nostri eroi.

BW: Hai ragione! Mefisto si reincarna (in modo “paranormale”) nel ritorno firmato da Nizzi & Villa, mentre Hellingen si reincarna addirittura due volte (ed entrambe in modo “scientifico”).

MG: Proprio così: prima sfruttando la “macchina resuscitacorpi” nel ritorno firmato da Boselli & Ferri, poi grazie alla clonazione nell’avventura scritta da Burattini… ma in entrambi i casi, se vogliamo essere precisi, c’è di nuovo una componente “paranormale”, rappresentata da Wendigo.

BW: Vedremo cosa escogiterà il buon Moreno per la prosecuzione di questa storia… e non dimentichiamoci che anche Mefisto è ancora vivo e vegeto!

MG: Beh, come dicevano Battisti & Mogol… “lo scopriremo solo vivendo”.

BW: Ci sentiamo presto.

MG: D’accordo, ma la prossima volta cambiamo argomento: basta Tex e Zagor!

BW: Hai già qualche idea?

MG: Poi ti dico…

 

[Tutte le immagini sono (c) Sergio Bonelli Editore]

Marco Gremignai

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