È possibile sentirsi soli e vuoti nella città con più persone al mondo?
Questa è la sensazione che si respira seguendo Kujirai, la protagonista di Kowloon Generic Romance dell’autrice Jun Mayuzuki.
Kujirai è sospesa in una dimensione ambigua, bloccata tra il passato e il presente, l’essere e l’essere stata.
Nonostante il titolo, la storia di questo fumetto è tutto tranne che generica. Da Kowloon, un distretto di Hong Kong che fu famoso per essere il luogo più densamente popolato al mondo, nasce la narrazione. Nei disegni di Mayuzuki però non si nota: i personaggi sono circoscritti e si muovono come se fossero fantasmi, relitti di un passato sconosciuto.
Le ombre di questi personaggi sono continuamente assalite da un sentimento di nostalgia, trasmesso con grande maestria attraverso i disegni.
Insieme al collega Kudo, Kujirai vive una sorta di storia d’amore che però sembra funzionare solo a tratti. C’è qualcosa che blocca Kudo nel rapportarsi alla protagonista che non riusciamo a comprendere.
Il mistero del rapporto dei due protagonisti si espande in tutte le pagine, travolgendo il lettore senza offrirgli risposte.
In alcune tavole notiamo delle piccole peculiarità che ci straniscono, lasciandoci indirettamente un velo di inquietudine incarnato nella strana figura della Geneterra (una Terra artificiale, vista nello spazio dai personaggi).
L’autrice gioca con la percezione dei personaggi, che hanno punti vista differenti soprattutto nelle piccolezze. Attraverso elementi quasi pirandelliani (come l’ossessione di Kujirai per il fumo e l’anguria), si costruisce lo scontro tra le identità dei protagonisti che non riescono a rispecchiarsi nella visione dell’altro.
Il primo numero, pubblicato da J-Pop e ora riproposto con una variant cover, restituisce una chiara idea di cosa vuole essere Kowloon Generic Romance. Nelle pagine finali esplode il mistero che circonda la protagonista.
Sicuramente un fumetto perfetto per chi vuole perdersi nella nostalgia e nel mistero.