Dal Forziere – Se muori siamo pari: l’odioterapia

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Pure comprato in sconto… vai a fidarti dei fan.

Io Marco Dambrosio in arte Makkox lo trovo un genio.
Mi arrogo il diritto di dirlo in quanto con le strisce di satira e costume ho una lunghissima storia che risale a quando smontavo La Repubblica di mio padre solo per portarmi via l’inserto Satyricon, e se andate a controllare a quando risale l’ultima pubblicazione di Satyricon con tale giornale scoprirete che è un sacco di tempo fa. Quando La Repubblica era ancora un giornale di sinistra. Tantissimo tempo fa.
Non contento di ridere delle disgrazie di questo paese grazie a Disegni e Caviglia, Altan, Angese, Vauro, grazie ad una zia molto giovane accedevo anche a Linus (e pure Alter Linus, avendo la mia bella serie di incubi) e potevo pure ridere delle disgrazie USA e mondiali grazie a Bloom County e, limitatamente, a Doonesbury (limitatamente perchè ero comunque un ragazzino). Poi venne Tango e dopo, Cuore, tutti inserti satirici evaporati con la sinistra, quasi ci fosse una relazione in Italia tra il pensiero di sinistra e la capacità di ridere, anche amaramente, delle cose “serie”.

Questo per dire che, insomma, se affermo che Makkox è un genio lo faccio su solide fondamenta sedimentate nel tempo.

Personalità violente

Di questo autore che si è conquistato palmo a palmo la sua fama prima nel grande mare del web e poi consolidandola su carta io apprezzo il tratto che mescola la linea solida, verace, quasi greve, di Vauro Senesi con il gusto per l’etereo ed il colore ad ampie campiture di Gipi ma apprezzo sopratutto l’occhio disincantato, il gusto per il paradosso ed il senso analitico ed autoanalitico che gli permette di buttare su carta tanto una singola vignetta, quanto una lunghissima striscia e farmi riflettere mentre rido tantissimo.

Ecco, in Se muori siamo pari, edito ormai quasi 10 anni fa per Bao, non si ride per niente.
Ma manco per sbaglio, eh!

Dichiaratamente Se muori siamo pari è un contenitore di tutto l’odio che l’uomo Marco Dambrosio prova: per i sindacalisti da telecamera, per i pedofili perbene, per le signore attente all’immagine, per i violenti da salotto, i padri violenti che marchiano di violenza i figli, le madri possessive che considerano i figli destino e proprietà, per dio che non gli fa un favore non gli da ascolto non gli risolve i problemi e per sè stesso che pretende favori, pretende ascolto e pretende che dio gli risolva i problemi.

Livore

In questo breve libro, quasi un fascicolo, Marco Dambrosio mette a nudo il peggio di sè, il peggio degli ambienti che conosce, frequenta o con cui viene a contatto, dimostrando che dei nemici lontani si riesce a ridere fin quasi a volergli bene e a vederli come innocui, ma si è sempre fin troppo coscienti di quanto siano detestabili le parti peggiori delle cose vicine.
Un racconto quasi terapeutico, anzi chirurgico, di lama che affonda, di dolore, sangue, pus e cose ancora meno piacevoli. A pagine grandi, enormi, vere e lunghi dialoghi in caratteri piccolissimi che cercano di nascondere le menzogne nell’illeggibilità.

Se muori siamo pari è a pieno diritto un libro che sta nel mio personale forziere ma, devo essere sincero, non lo riprendo mai in mano con piacere. Imprescindibile come compendio di tutto quello che Makkox è. Irritante come il peggior difetto del tuo migliore amico.

 

Luca Cerutti

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