La via Francigena rappresenta una delle mete di pellegrinaggio più battute d’Europa: le sue origini risalgono al medioevo, quando segnava l’asse di collegamento più sicuro per spostarsi da nord verso Roma, attraverso l’Inghilterra, la Francia, la Svizzera e infine l’Italia. In tempi moderni ha iniziato ad avere un forte séguito negli anni ’90, dopo la riscoperta del Cammino di Santiago negli anni ’70, tanto da ottenere la certificazione di Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa.
Al progressivo aumento dei viaggiatori e dei pellegrini sulle strade della via Francigena è corrisposto un cospicuo numero di uscite librarie ad essa legate, tra varie guide pratiche al percorso con tanto di mappe, qualche ricostruzione storica come pure diari e resoconti. A queste opere ci fa piacere poter aggiungere anche un graphic novel: Bona Via! Un fumetto sulla Via Francigena, realizzato da Valerio Barchi. L’autore romano ha affrontato due volte il lungo percorso, nel tratto dal valico del Gran San Bernardo fino a Roma, nel 2017 e nel 2020, realizzando un lungo fumetto per raccontare la sua esperienza e autopubblicandolo grazie ad una campagna di crowfounding, con il supporto dell’Associazione Europea Vie Francigene: ha ottenuto anche un certo successo, dato che – esaurita la prima edizione – ne è già stata pubblicata una nuova con copertina diversa.

Il successo riscosso è del tutto meritato, dato che si tratta di un’opera intrigante, con il racconto appunto del cammino: si tratta di un vero e proprio percorso di formazione per il giovane protagonista, Mariolì, che arrivato a Roma prenderà una decisione fondamentale dal punto di vista professionale e personale, maturata durante il lungo e non semplicissimo tragitto. Nello stesso tempo viene presentata la via Francigena con tutte le sue difficoltà e gli elementi di fascino – attraverso l’Italia del nord e la Pianura Padana – e gli incontri con le persone che abitano quei territori, ritratti nella loro enorme varietà culturale.

Si ripercorre la storia della via Francigena, durante il passaggio delle varie città e ammirando le chiese e i monumenti che le impreziosiscono, grazie al racconto di un personaggio eccezionale, vero e proprio coprotagonista della vicenda: l‘arcivescovo Sigerico, detto il Serio. Nel 990, il religioso inglese si recò a Roma in pellegrinaggio partendo da Canterbury, annotando in un diario le 79 tappe del suo percorso (denominato appunto “itinerario di Sigerico”) che costituisce di fatto l’attuale via Francigena. Con un’intuizione narrativa notevole, Barchi affianca a Mariolì – durante il suo cammino – un misterioso pellegrino, che si rivela una moderna incarnazione dell’Arcivescovo, perfetta caratterizzazione di un religioso del medioevo a contatto con il nostro mondo: un personaggio pronto a sottolineare con grande ironia le contraddizioni dei nostri tempi, ma anche a guidare il protagonista nei momenti di sconforto e confrontarsi con lui rispetto alle scelte personali da compiere.
Durante il cammino appaiono altri personaggi storici, veri e propri special guests, pronti a dare qualche informazione al protagonista rispetto alle realtà territoriali che deve attraversare, arricchendo la narrazione e rendendo la lettura divertente, soprattutto grazie a dialoghi quasi sempre brillanti. La scoperta dei paesaggi italiani, visti così lentamente e da vicino, trasforma poco a poco Mariolì che si immerge nella storia italiana, raggiungendo una maggiore consapevolezza anche di se stesso. Ad Ivrea, per esempio, scopre quel che rimane delle fabbriche di Olivetti; lungo la Linea Gotica, invece, dialoga con i fantasmi delle vittime degli eccidi nazi-fascisti, in sequenze narrative intense e mai gratuite.

C’è poi l’incontro con gli altri pellegrini contemporanei, ognuno con la propria storia, con le proprie motivazioni che li hanno spinti ad affrontare lo stesso cammino, con lo sguardo tra l’incredulo e il divertito di chi abita quelle strade che vengono percorse con così tanta abnegazione. Il narratore annota da preciso cronista il cambiamento del paesaggio italiano, dei dialetti, dei modi di dire, anche semplicemente delle modalità per ordinare la colazione con la differenza tra cornetto, croissant e brioche. Mariolì si ferma allora stupefatto quando si rende conto di aver superato la Pianura Padana, oppure quando supera il temibile Passo della Cisa, tra l’Emilia e la Toscana. Il confronto con gli altri pellegrini lo spinge anche a riflettere sulla stessa via Francigena, non attrezzata e organizzata come il Cammino di Santiago, anche se sono in aumento le strutture che ospitano i viandanti ufficiali, quelli dotati delle credenziali, con un semplice donativo.
Barchi utilizza l’acquarello per impreziosire le sue tavole, caratterizzate da una sintesi grafica apparentemente semplice ma in grado di far risaltare le sue grandi capacità narrative. Il suo stile varia per illustrare brevi sequenze oniriche o ambientate nel passato, in sequenze più o meno riuscite, ma mai scontate.
Bona Via rappresenta la testimonianza del percorso di crescita personale dell’autore, che ha affrontato un viaggio che lo ha cambiato, nella scoperta dei segreti del pellegrinaggio: una sorta di esperienza spirituale che lo ha spinto a prendere una scelta professionale basilare, di cui vediamo i frutti nelle opere a fumetti successive di Barchi come Ginostra guarda al tramonto e Fogarina – dal silenzio del Po.