Con Per Amore di Monna Lisa. Il più grande furto del XX secolo, edito da Feltrinelli Comics, torna la premiata coppia formata da Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, specialisti in biografie a fumetti (tra cui quelle di Peppino Impastato, Marco Pantani e Che Guevara) che questa volta raccontano l’incredibile vicenda di Vincenzo Peruggia – dipendente del Louvre di Parigi – che il 21 agosto 1911 ruba nientepopodimeno che la Gioconda di Leonardo da Vinci. Incredibilmente, l’improvvisato ladro non trovò di meglio che nascondere il capolavoro leonardesco sotto il letto della sua povera abitazione, ripromettendosi di riportarlo in Italia.
Il battage mediatico che ne derivò, legato anche all’arresto dell’estemporaneo malfattore e alla lieve condanna per furto che ne conseguì, contribuì a donare gloria imperitura al dipinto di Leonardo, ai tempi non particolarmente considerato dagli esperti del museo francese.
La storia è basata su un’accurata ricerca storica, come testimoniato dall’ottimo articolo finale intitolato Realtà, finzione e sogno. Stupisce soprattutto che prima dell’attenzione dei media legata al furto, La Gioconda non fosse particolarmente considerata al Louvre – aspetto che facilitò decisamente il furto sconsiderato del Peruggia, di cui furono sospettati perfino il poeta Guillaume Apollinaire e il pittore spagnolo Pablo Picasso.
Del tutte immotivate poi la motivazione principale che il protagonista addusse per motivare il furto: riportare in Italia un’opera che non apparteneva alla Francia: in realtà, fu lo stesso Leonardo a portare il dipinto in Francia nel 1516 per regalarlo (o venderlo) al sovrano Francesco I. La risoluzione del caso internazionale – e soprattutto la restituzione del prezioso dipinto alla Francia da parte dell’Italia – servì a rasserenare i rapporti diplomatici tra i due paesi, che pochi anni dopo si allearono nella Grande Guerra.
Al centro della storia ci sono ovviamente le disavventure di Vincenzo Peruggia, protagonista indiscusso, in bilico tra innocente follia e, appunto, le ingenue rivendicazioni nazionalistiche.
L’inserviente del Louvre viene ritratto in tutte le sue contraddizioni: le angherie subite sul lavoro, la passione inestinguibile per Annunciata (la sua donna ideale, intravista per strada) e anche la fama che acquisisce incredibilmente in Italia, dopo essere stato scoperto, con tanto di raccolta fondi tra i suoi sostenitori. La sua storia personale fa in ogni modo riflettere sulle condizioni di vita degli italiani all’estero, nell’epoca in cui i migranti eravamo noi.
Una storia divertente, leggera, quasi umoristica, grazie anche al tratto cartoonesco di Bonaccorsi, che realizza inoltre alcune pregevoli tavole finali in cui riproduce gli omaggi contemporanei al capolavoro di Leonardo, a partire da Marcel Duchamp nel 1919 fino all’iconoclastico Banksy.