Zagor: le storie preferite da Vasco Zara

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L’apertura di questa rubrica ai voti degli appassionati, che possono partecipare compilando il form in calce a questo articolo, mi ha fatto conoscere tanti Zagoriani nei quali mi “riconosco” per età, esperienze, valutazioni e tanto altro ancora. Uno di questi è il partecipante di oggi, Vasco Zara, che come me era stato terrorizzato dal vampiro, come me aveva mollato – temporaneamente – la collana poco dopo il numero 200 (quasi percependo l’abbandono da parte del creatore del personaggio: all’epoca, gli sceneggiatori diversi da Nolitta/Bonelli non erano indicati) e come me si era trasferito per lavoro in Francia – anche se lui c’è poi rimasto e, proprio vivendo lì, ha appena collaborato con la rivista SCLS Magazine con un interessante articolo sulla sorte Oltralpe di Zagor. Gli lascio quindi ben volentieri la parola.

“Ciao a tutti! Sono uno Zagoriano rientrato all’ovile dopo anni di latitanza: leggevo Zagor da ragazzo, l’ho poi abbandonato per altre letture (resto un imperterrito appassionato di fumetti!), dando di quando in quando un’occhiata ai disegni degli albi. Sono poi tornato a frequentare Darkwood da quando – espatriato in Francia per amore e per lavoro oramai vent’anni fa – è arrivato mio figlio, che adesso ha cinque anni. Da quando c’è, complice forse la trasmissione paterna, Zagor è rientrato nella mia vita e non mi molla più! (Complici i miei genitori, a cui chiedo di comprarmi ogni uscita visto che la Bonelli non fa più spedizioni all’estero…) Gli ho insegnato a dire “Ahhayyaakk” quando aveva due anni e mezzo, e ho pure inviato il video a Moreno Burattini in forma di ringraziamento (e mi ha pure gentilmente risposto!). Insomma: mi mancano solo le pizzate e i ritrovi…”

Queste sono le 5+5 storie zagoriane preferite da Vasco.


Odissea americana (albi 87-89), di Nolitta & Ferri
Letta e riletta nel grande volume a colori edito dalla Mondadori I viaggi di Zagor, ricevuto come regalo di Natale. Che meraviglia: Zagor in formato gigante e in technicolor, come si diceva all’epoca! L’avventura allo stato puro, ma già matura e impegnativa per me bambino, impregnata di un umanesimo che mi colpisce ancora: non solo nella figura di Frisco Kid, borioso e sbarazzino, dallo sguardo poi allucinato all’uscita della caverna, con la morte che l’accomuna al suo nemico d’una notte, ma anche in riferimento ai genitori di Zagor e alle ultime pagine, lente come il fiume e la disperazione che coglie i nostri eroi. E poi, per me che a scuola ci facevano imparare l’Iliade e l’Odissea a memoria, che piacere ritrovare i versi in rima di Homerus Bannington!

Zagor contro il vampiro (albi 85-87), di Nolitta & Ferri
Avevo 7-8 anni, ero al campeggio estivo con i genitori e mio fratello più grande, e avevo trovato l’albo in uno di quei raccoglitori che all’epoca pullulavano nelle edicole (e non so cosa darei per ritrovare l’involucro di carta, con il disegno iconico di Zagor sorridente sulla liana e Cico impaurito che avete usato per le rime sugli Zagor fuoriserie…). Le gag comiche di Cico e i rinvii ai B-Movie degli anni Cinquanta e Sessanta li ho capiti poi, ed hanno aggiunto sapore alla storia. Ma, bambino, rimasi letteralmente terrorizzato: prima di addormentarmi verificai che le finestre fossero chiuse, accanto al letto avevo un crocefisso, un altro lo tenevo stretto tra le mani e avevo voluto mamma vicino a me. Il bianco e nero di Ferri è qui secondo me ai massimi livelli, per una duttilità grafica che sa passare nella stessa vignetta da un segno comico ad uno più angosciato. Un Maestro.

Terrore dal sesto pianeta (albi 178-182), di Nolitta & Ferri/Bignotti
Hellingen! Il che rende già la storia un classico… ma questa volta accompagnato dagli Akkroniani, con tematiche legate all’attualità che scoprivo allora (era il 1980: gli UFO, il pericolo di una guerra nucleare) e non tramontate. Riletta oggi, mi colpisce il tempo dilatato della narrazione e la maniera di padroneggiare temi e soggetti diversi: la classicità del western con la fantascienza e la magia. Zagor all’ennesima potenza! Che questa sia stata l’ultima storia sceneggiata da Nolitta, con il tratto dei miei due disegnatori preferiti, Ferri e Bignotti, dà al tutto un sapore particolare.

Duello ai grandi laghi (albi 223-224), di Toninelli & BignottiNEW!
L’ultima storia di Zagor che ricordo prima dell’abbandono adolescenziale. Una storia i cui toni possono sembrare leggeri, e invece si tratta di un inno alla natura, alla foresta, alla corsa (pure Cico corre!), con uno sguardo quasi antropologico sulla vita degli Indiani come mai avevo osservato prima su un fumetto “popolare” (nel senso nobile del termine). Il tutto magnificato dai disegni di Franco Bignotti, non tanto afferenti Zagor, ma tutto quanto gli ruota attorno, uomini e paesaggi, e che mi ricordavano quanto cominciavo a leggere in Orient Express e Comic Art e, naturalmente, ne La storia del West. E poi Zagor gioca! È questa la storia che mi si è affacciata alla memoria, la prima volta che ho visto L’ultimo dei mohicani di Michael Mann.

L’ultimo vikingo (albi 170-172), di Nolitta & Segna
Una diversa Odissea americana, i cui elementi narrativi si ritrovano tutti, a cominciare dall’apparente e invece pericolosa calma piatta del lago (e chissà se in questo falso torpore non vi siano le impressioni d’Amazzonia di Sergio Bonelli). Tutto si potrà dire sulle approssimazioni anatomiche ed espressive del disegno di Pini Segna, ma una plasticità figurativa come la sua non l’ho trovata più da nessuna parte.


“…va bene, non resisto e continuo con altre cinque storie, includendo quindi:”

Zagor racconta… (albi 55-56), di Nolitta & Ferri
Da ragazzino cercavo le storie delle “origini”. Contrariamente a quelle targate Marvel o DC Comics, dove la vendetta (Batman, Daredevil) o la rivalsa (Spider-Man) sono alla base dell’agire e delle scelte degli eroi, in Zagor è il senso di colpa che nasce dalla vendetta consumata che muove la sua etica. E in questo sta tutta la differenza.

Kandrax il mago (albi 129-133), di Nolitta & Ferri
Altra nemesi storica, altra storia da paura, altro apice del bianco e nero di Gallieno Ferri.

L’uomo che sconfisse la morte (albo Gigante 2), di Burattini & VerniNEW!
Negli universi fumettistici, in particolare Marvel o DC Comics, la morte è un evento effimero, mai definitivo. Qui Moreno Burattini “gioca” con i sentimenti dei lettori, e ci mostra “cosa succederebbe se”, ed è reale! Le scatole cinesi sulle quali è costruita la storia si aprono come un meccanismo ad orologeria, il cui apice secondo me è il taglio cinematografico del ritorno – tra tuoni e fulmini – di Zagor. I disegni di Marco Verni sono uno splendido omaggio alla lezione di Ferri, appresa e filtrata in maniera autonoma.

Una ragazza in pericolo (albi 685-686), di Burattini & LazzariniNEW!
Storia sulla quale si sono spese già molte parole, alcune aspre e veementi (e ingiustificate a detta di chi scrive). Qui, forse più che altrove, Moreno Burattini dimostra di aver capito non solo la lezione nolittiana, ma l’anima di Zagor: nel sentimento di rinuncia che nasce dal rispetto dell’etica che si è autoimposto e dalla “banalità del male” al quale chi gli è vicino soccombe. Tematiche magistrali, come i disegni di Anna Lazzarini, in equilibrio perfetto fra tradizione e innovazione.

Bandera! (albo Tex Willer Speciale 3), di Boselli & PiccinelliNEW!
Non so se si possa includere nella lista una storia che vede Zagor comprimario e, soprattutto (a quel che si intuisce dalle anteprime), una storia in divenire. Alan Moore, nella prefazione alla prima edizione italiana de Il ritorno del cavaliere oscuro (Milano Libri 1989), quando ancora non aveva preso le distanze dalle scelte politiche e narrative di Frank Miller, identificava l’elemento che quest’ultimo aveva utilizzato per inserire Batman in una dimensione leggendaria: il tempo. Più che nelle Darkwood Novels (dove Zagor invecchiato non si vede), è qui che lo Spirito con la Scure entra in questa dimensione “arturiana”: le prime pagine – che lo vedono provato, malinconico, dubbioso sul suo operato, sulla sua missione e quindi sulla sua vita – sono da antologia. L’organizzazione delle tavole di Alessandro Piccinelli è un piacere visivo e narrativo troppo raro, che le copertine da sole non possono compensare.

Riepiloghiamo quindi la Top 5+5 di Vasco:
Odissea americana
Zagor contro il vampiro
Terrore dal sesto pianeta
Duello ai grandi laghi
L’ultimo vikingo
Zagor racconta…
Kandrax il mago
L’uomo che sconfisse la morte
Una ragazza in pericolo
Bandera!

Alcuni classici nolittiani ma, nel complesso, una grande varietà di autori e periodi votati, con ben quattro “new entries” che portano il totale delle storie votate a 109. Ed ecco la TRENTADUESIMA classifica parziale:
(ricordo che, a parità di punti, viene indicata per prima la storia più “vecchia”)

29 punti:
La marcia della disperazione
25 punti:
Odissea americana ˄
24 punti:
Zagor contro il vampiro ˄
17 punti:
Zagor racconta… ˄
Oceano
16 punti:
Zagor contro Supermike
Passaggio a Nord Ovest
13 punti:
Ora Zero!
Kandrax il mago ˄
Terrore dal sesto pianeta ˄
12 punti:
La rabbia degli Osages
Incubi
11 punti:
Libertà o morte
10 punti:
La palude dei forzati
9 punti:
La casa del terrore
8 punti:
Tigre!
6 punti:
Vudu!
Il ritorno del vampiro
Kraken!
5 punti:
Ramath, il fakiro
Il buono e il cattivo
L’uomo con il fucile
4 punti:
L’uomo lupo
Acque misteriose
Il sigillo dell’imperatore
Il diabolico Mortimer
La lunga marcia
3 punti:
altre 8 storie
2 punti:
altre 23 storie
1 punto:
altre 51 storie

LA CLASSIFICA COMPLETA

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ZAGOR TOP 5 – tutti gli articoli

 


 

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