Le avventure di Vermin P. Crock, raccontate da Rechin, Parker & Wilder (di cui ho parlato nella rubrica Anni ’70), mi hanno fatto tornare in mente altri buffi legionari che, anni fa, mi hanno fatto sganasciare letteralmente dalle risate… Ecco quindi un veloce ricordo del mondo di Beep Peep e degli altri comprimari di una divertentissima saga a strisce.
Nei primi Lanciostory apparivano sporadicamente (spesso nella pagina dedicata alla posta) alcune vignette umoristiche “one shot” che allietavano il lettore prima di passare ai fumetti avventurosi. Tali vignette furono presto integrate e poi sostituite dalle strisce mute di Appleby – che, onestamente, mi facevano ben poco ridere… – mentre Skorpio, agli inizi, non prevedeva alcun intermezzo umoristico ma si sarebbe rifatto qualche anno più tardi, con una pagina di ciascun numero dedicata all’immortale Andy Capp.
La situazione su Lanciostory cambiò con la pubblicazione delle strisce del legionario Beau Peep, scritte da Roger Kettle e disegnate da Andrew Christine.
(Parentesi necessaria: NESSUNO ha mai capito perché il nome di battesimo del protagonista – che naturalmente strizzava l’occhio al classico Beau Geste – fosse stato cambiato… ingenerando tra l’altro, all’inizio, possibili malintesi con l’italianizzato Beep Beep, eterno avversario di Wile E. Coyote. Chiusa parentesi.)
Sin dalle prime strisce, il legionario occhialuto si distingue per la sua tontolonaggine, surclassata soltanto da quella dell’inarrivabile commilitone Dennis, sempliciotto oltre ogni limite quando deve fronteggiare il nomade del deserto travestito da gallina (…) oppure deve fare affari con l’onesto Abdul (il cui nome, come si suol dire, è tutto un programma). Le strisce con protagonisti Beep e Dennis raggiungono vette insuperabili di comicità, in una sorta di gara senza fine: per quanto Beep sia ben poco sveglio, come dicevamo poco fa, Dennis riuscirà sempre a sorprenderlo – e a sorprendere i lettori – con una closure di pura demenzialità o di sfrenato nonsense.
Ma è tutto il microcosmo che ruota intorno al classico forte nel deserto a suscitare le risate, con comprimari azzeccatissimi. Serve un sergente-dal-pugno-di-ferro, sulle orme di Crock? Presto fatto, grazie a Dirk Massacro che tartassa inesorabilmente i suoi sottoposti. Oppure un tipo manesco, che prenda a pugni Beep con il minimo pretesto? Ecco Pierre il matto. Al forte ci sarà pure una mensa, giusto? Giusto: e fornisce il pretesto per le gag del cuoco Egon, dedito alla birra e ben poco alle norme igieniche…
A questi personaggi si aggiungono poi il colonnello svitato che dovrebbe comandare l’intera guarnigione e la cui figlia alimenta i “sogni erotici” (…) di Beep e Dennis; altri legionari “fissi” come lo scontrosissimo Boccaccia o il nostalgico crucco Kurt che parla come una recluta delle bonviane Sturmtruppen; un giornalista complottista (non ricordo se ha mai avuto un nome) sempre alla ricerca di scoop ben poco credibili; Astro l’Indovino, protagonista di spassose gag basate sulle sue profezie sballate; e anche una coppia di avvoltoi, con il padre sempre intento a discettare sulla loro natura di mangia-carogne e il figlio che lo delude continuamente…
I miei comprimari preferiti, però, erano il nomade del deserto e l’onesto Abdul, raffigurati nelle strisce precedenti. Il primo era uno spassoso beduino, sempre desideroso di espugnare il forte sfruttando travestimenti improbabili ma anche in cerca di espedienti per diventare ricco – compreso il tentativo di scrivere libri di successo, con risposte degli editori che ricordano da vicino quelle ricevute da Snoopy. Il secondo, proprietario di un carretto ricolmo di cianfrusaglie, riusciva sempre a raggirare chiunque gli capitasse a tiro, con una parlantina irresistibile che finiva invariabilmente per stuzzicare la curiosità del credulone di turno. In generale, comunque, il divertimento era sempre assicurato, con una maggiore varietà di situazioni e interazioni tra personaggi rispetto ad altre serie a strisce che conoscevo (Peanuts esclusi, beninteso).
Sono quindi sempre rimasto piuttosto sorpreso da alcuni giudizi contrastanti dei lettori, ancora adesso reperibili in rete. I gusti personali sono imperscrutabili, naturalmente, ma leggere che lo sceneggiatore fosse troppo ripetitivo e piuttosto scarso mi fa un pochino sorridere, tenendo conto che (come accennavo in questo articolo) nel 1998 Kettle fu addirittura designato da Reg Smythe come suo successore per Andy Capp… cioè una delle strisce migliori mai pubblicate a livello mondiale. E va beh: ripeto, de gustibus…
Nel 2016, il quotidiano inglese The Daily Star ha annunciato la chiusura della striscia, che aveva debuttato nel 1978.
Su Lanciostory, Beep Peep è continuato per molti anni, anche nel terzo millennio (per una volta, però, non ho dati precisi: in rete le informazioni sono piuttosto contrastanti). I lettori pazienti o fortunati possono ritrovare sulle bancarelle di fumetti usati o durante le fiere quattro agili volumetti, contenenti una selezione delle strisce, che l’Eura aveva pubblicato tra il 2001 e il 2003 come supplementi.
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