Ho tentato di trovare un significato per ogni lettera che compone il nome di questo Festival – Arf – e che possa rappresentare la mia personale esperienza, ed il risultato scaturito è “Amici Ritrovati & Fumetti”.
Passeggiando fra le mostre e fra i tavoli della Self-area o dell’ ”Arfist-alley”, mi è capitato di salutare e fermarmi decine di volte per parlare con tantissime persone, la maggior parte dei quali artisti che incontro solitamente una volta l’anno proprio all’Arf, e con i quali è subentrato un rapporto di amicizia, anche profonda e sincera.
Per un appassionato di fumetti, questo evento resta una certezza: solo fumetti, nessuna distrazione. Un meccanismo ormai consolidato, anche se in continua trasformazione. So che i fondatori raccolgono ogni anno feedback per migliorare ulteriormente l’esperienza, quindi mi permetto di segnalare alcuni aspetti che, secondo me, quest’anno hanno funzionato meno.
In primis il dare molto spazio all’area Self ha ridotto e costretto l’Arfist-alley in un ambiente più nascosto, meno illuminato, che nei momenti di maggiore affluenza si è dimostrato insufficiente in termini di ventilazione e movimento; un altro piccolo appunto posso darlo alla collocazione della zona dedicata ai bambini: essendo all’aperto e un po’ decentrata rispetto al resto della fiera, rischia di passare inosservata a chi non ha figli al séguito, pur potendo offrire spunti interessanti anche a un pubblico più ampio. La zona riservata al “The Book Show” è apparsa meno curata e vivace rispetto agli anni passati, probabilmente anche a causa della mancata partecipazione di alcuni editori. Una diversa gestione dello spazio, in questo caso, avrebbe potuto valorizzarla maggiormente.
So bene che gli organizzatori devono fare il possibile per ottimizzare gli spazi a loro disposizione, ormai piuttosto limitati, anche a causa del grande successo raggiunto dall’evento. Mi auguro che in futuro possano ampliarsi e proseguire con la qualità del percorso intrapreso.
Nel complesso, la kermesse romana dedicata al fumetto è senza dubbio promossa. Come anticipavo, le mostre dedicate a Tony Sandoval, McNaught e Davide Toffolo – quest’ultimo protagonista anche di un concerto – sono state a dir poco eccezionali. Le tavole originali esposte dimostrano come stili tanto diversi possano non solo coesistere, ma anche valorizzarsi a vicenda, esaltando i particolari e le tecniche di ciascun autore.
Anche la novità “Best Nine” si è rivelata un’ottima occasione per approfondire le opere di artisti internazionali, grazie a ben nove mostre accompagnate da talk e sessioni di firmacopie: un appuntamento imperdibile per ogni appassionato.
A complemento panel e masterclass, ormai fiore all’occhiello di un programma già fitto di impegni di qualità nei quali gli autori invitati raccontano esperienze formative, dettagli della genesi delle loro opere, le influenze che li hanno arricchiti ed ispirati, aneddoti e curiosità personali o artistiche.
Cos’altro dire?
“1.1”, 100, 1000 di questi Arf!