Tex – I due rivali

///
12 mins read

La bella scheda di Michela Feltrin dedicata al primo incontro tra Kit Willer e Manuela Montoya, firmato Bonelli & Nicolò, offre lo spunto per alcune interessanti considerazioni sull’approccio del patriarca bonelliano con le donne sulle pagine di Tex.

La scheda originale (click per consultarla sul sito storico)

Una storia romantica… in perfetto stile bonelliano!

Trama

In viaggio verso il presidio di Tubas, Kit Willer salva la vita a Manuela Montoya, la figlia di un ricco allevatore. I due si innamorano ma la loro relazione viene osteggiata dal padre di lei e suscita la gelosia di un nobile pretendente alla mano di Manuela, Don Pedro Cortez.
Credendo di riconquistare l’affetto della giovane attraverso un atto eroico, Don Pedro ne organizza il rapimento, per figurare poi ai suoi occhi come il prode salvatore. Il piano del nobile è però destinato a fallire ad opera di Tex e Carson, nel frattempo riunitisi a Kit: la banda di rapitori viene sgominata, Pedro è smascherato, Manuela può riabbracciare suo padre e questi riceve da Tex una lezione sul sangue, la lealtà e il senso dell’onore.

Nato libero

Affacciato alla finestra del Coronado Hotel, Kit sembra tirare un sospiro di sollievo. Non che i Willer appartengano a quella schiatta di uomini che perde la testa per amore, ma il giovane mezzosangue non ha nulla dell’innamorato deluso e le pene d’amore – se mai ci sono state – si sono dissolte come nebbia al sole. La storia romantica tra Kit e Manuela dura infatti quanto un battito d’ali e si esaurisce naturalmente, già prima d’infrangersi contro il muro di pregiudizi eretto dal nobile padre.
Fermamente convinto dell’inutilità delle storie d’amore in Tex e ben lungi dal mostrare scene sdolcinate ed effusioni, spesso mal sopportate dagli spettatori dei film western degli anni Quaranta e Cinquanta, G.L. Bonelli va immediatamente al sodo del pasticcio, chiarendo perché non può funzionare al di là delle differenze di ceto e della problematica razziale.
I dubbi e le riflessioni di Kit, nonché il suo comportamento durante tutta la vicenda, sono quelli di un uomo libero, di un eroe che ama la sua vita avventurosa e che non vuole fermarsi, non vuole cambiare, soprattutto non vuole essere trasformato in un “pacifico allevatore” come il padre di Manuela. Nonostante la giovane età, Kit si comporta da romantico mascalzone (un po’ come lo zio Carson): mai meno che gentiluomo, cortese al punto da accompagnare con piacere “una ragazza a far compere nei negozi”, ma – alla resa dei conti – refrattario ad un legame serio e duraturo, ad una gabbia che, per quanto bella, ricca, colta e intelligente, lo privi della sua libertà.
Chiarito questo punto, da metà albo in poi Bonelli cambia decisamente registro e torna alla pura avventura, narrando dell’inseguimento dei rapitori e della liberazione di Manuela. Gran donna, questa nobile spagnola: capisce che la storia è finita e non cerca di trattenere Kit. Gli dice addio abbassando lo sguardo, mentre lui sta guardando chissà dove. Forse all’orizzonte. Forse sta pensando alla prossima avventura.

Scheda tecnica

Pubblicazione originale
Tex 214, I due rivali, agosto 1978: pagine 5-114
Tex 215, Santa Cruz, settembre 1978: pagine 5-40
Autori
Testi (soggetto e sceneggiatura): Giovanni Luigi Bonelli
Disegni (matite e chine): Erio Nicolò
Copertine: Aurelio Galleppini (Galep)
Valutazione di uBC
Soggetto: 5/7
Sceneggiatura: 5/7
Disegni: 5/7
Valutazione complessiva: 75%

G.L. Bonelli e le donne in Tex

Nell’Incontro con Sergio Bonelli, a pag.30-40 di Tex Willer: fatti e misfatti dal 1948 ad oggi (Supplemento a “Fox Trot/Fumo di China” n° 11 (46), Editrice NED 50 Srl, Milano, dicembre 1991, pag.32, adattamento dell’intervista del 9 settembre 1991 a cura di Lorenzo Altariva), ad una domanda relativa alla presenza delle donne in Tex, l’editore risponde: “Certo la donna ci può essere, io ho suggerito per esempio qualche storia, addirittura ce n’è stata una, che avevo fatto per far piacere a Fred Bongusto che è un mio amico, che mi aveva detto “fai vedere Kit che ha la ragazza, che si innamora, un po’ di romanticismo…” […] “I due rivali” che dopo non è venuta bene, perché mio padre l’ha scritta, poi si è stufato perché in realtà queste storie così, un po’ basate sull’emotività, sul sentimento a lui non piacciono, non gli è venuta bene, non vedeva l’ora che finisse, infatti è finita alla svelta che lui è scappato e la ragazza piange. Quindi sinceramente io stesso, dovendo scrivere Tex, quello lì è un elemento che non mi sembra poi tanto importante.”
Sull’inutilità delle storie d’amore in Tex, G. L. Bonelli si è espresso chiaramente. Riportiamo un breve stralcio dalla Conversazione con Gianluigi Bonelli in M. Paganelli / S.Valzania Gianluigi Bonelli / Aurelio Galleppini (Volume n. 6 della “Collana L’autore e il fumetto”, Editori del Grifo, Montepulciano 1982, pag.13 e 34). Dopo aver affermato che a lui le storie d’amore “non interessano” e che non le mette in Tex perché “sono inutili”, Bonelli precisa: “Le riassumo il problema della donna in Tex. O la donna entra nella trama come elemento narrativo – per esempio, nel ruolo di “cattiva” – oppure non la faccio apparire. Non mi va di farla vedere mentre macina il grano o dà il latte al bambino. Al lettore non interessa. A proposito, lo stesso discorso vale per i bambini. E non parliamone più. […] Cattive sì, perché hanno un significato, hanno un peso, rappresentano qualcosa. Quello che importa è appunto l’avventura, e una donna buona non offre molti spunti, mentre una cattiva movimenta la trama, combina guai.” Cfr. anche l’intervista di L. Gullo dal titolo È il lettore che deve “scoprire” il personaggio Tex (“La città futura”, Roma, 2 novembre 1977), laddove Bonelli dice all’intervistatore:“È il pubblico al quale mira che fa di Tex un personaggio maschilista (anche se questo termine è atemporale, se riferito al West). La donna in Tex appare non come presenza femminile ma come personaggio qualsiasi; la diversità del sesso è un particolare puramente accidentale.”

Forse Manuela non offre “molti spunti” ma è un personaggio decisamente interessante, uno dei migliori tra le donne “buone” proposte da G. L. Bonelli. Dal confronto con il padre, a pag.29-31, emerge una figura forte, per certi versi indipendente, priva di pregiudizi e pronta a lottare contro quelli del padre per difendere il suo amore. “Sarà il tempo a decidere chi di noi due aveva ragione”, le dice il padre e il tempo darà ragione proprio a lei, mostrando il vero volto di Pedro e dimostrando che “Non sempre le nobili origini sono garanzia di lealtà e senso dell’onore” (Tex, pag.38, n.215). Tuttavia, quando tutto sembra sistemato, Kit la lascia senza troppe cerimonie e segue suo padre e Carson sulla via di casa.

D’altronde, nell’unica scena in cui si trovano da soli, Kit e Manuela non sembrano proprio una coppia di innamorati e quel “Stai correndo troppo, Manuela!”, detto da Kit quando lei accenna al matrimonio (pag.16), suona come un epitaffio della breve storia romantica. Poche pagine dopo, infatti, Kit sta riflettendo sul come uscirne e sospira l’arrivo del padre, non perché chieda in sposa Manuela, ma piuttosto perché sa che porterà “aria fresca in un ambiente che puzza un po’ troppo di vecchia colonia spagnola e di nobili discendenti dei defunti conquistadores” (pag.28). Il rapporto con Manuela, anche a causa dei pregiudizi di Don Carlos e dell’ostilità di Pedro, è una “complicazione” che “non ci voleva proprio”; Kit si rende conto che non ne potrà uscire “senza provocare qualche guaio” e che comunque Manuela si sta facendo “delle grosse illusioni” se conta di trasformarlo “in un pacifico allevatore, tipo suo padre” (pag.32). Quando Carson definisce la faccenda “Proprio un bel pasticcio” e Tex chiede al figlio “È roba seria, per te, questa storia?”, Kit risponde: “Non lo so nemmeno io, pa’! … Manuela è una bella ragazza e per di più la sola ereditiera del patrimonio dei Montoya, ma se devo essere sincero la prospettiva di finire i miei giorni come allevatore di mucche mi fa venire i brividi” (pag. 39). Kit non parla di amore, sentimento del quale non è nemmeno certo, ma di bellezza, patrimonio e perdita della libertà. Dopo il diverbio tra Tex e Don Carlos, quando i nostri vengono cacciati dal ranch, Kit ammette che tra lui e Manuela c’era del “tenero” ma “non al punto da perderci la testa” e ribadisce che comunque la “faccenda” non “avrebbe potuto continuare sui soliti binari, e non solo per via del padre testa dura” e che soprattutto lo “spaventava l’idea di dover passare il resto della […] vita nel ranch dei Montoya!” Al che Tex risponde: “Ti capisco. Per bella che sia una gabbia, il falco preferisce sempre volare libero nel cielo” (pag.53-54). Durante l’inseguimento dei banditi che hanno rapito Manuela, è Kit che consola Don Carlos (ma non viceversa) ed è nelle braccia del padre che si getta Manuela dopo la liberazione, non in quelle di Kit. Per non parlare del commiato tra i due ormai ex fidanzati, con quel “Quien sabe?” a suggellare la fine della relazione e la totale assenza di rimpianti (“Bah! Tutte le storie belle durano sempre poco, e penso che questa sia finita nel momento giusto!”, pag.40 n.215).

Il parallelo tra gabbia e moglie richiama alla memoria un’altra considerazione di G. L. Bonelli sul matrimonio messa in bocca al pugile Lefty Potrero: “Due anni, fa Bingo è andato a sbattere contro una donna che in quattro e quattr’otto lo ha trascinato all’altare, rovinandolo per tutta la vita” (Una campana per Lucero n.154, pag.102). Si veda inoltre la Conversazione con Gianluigi Bonelli, op. cit., pag.12, dove a proposito della sua identificazione con Tex, G. L. Bonelli dice: “[…] Siamo tutti anarcoidi, ribelli, infastiditi da mille problemi. Peggio se c’è la moglie, ma anche se quella non ci fosse verrebbe fuori sempre qualche altra grana.”
Si veda pure il commento al comportamento di Kit in R. Bargioni / E. Lucotti Tex Willer – Analisi semiseria del più popolare fumetto italiano (Gammalibri, Milano, 1979, pag. 65): “In una delle più recenti avventure, è interessato a una giovane e focosa messicana, con la quale ha una “affettuosa amicizia”; ma alla resa dei conti il suo atteggiamento è altezzoso e distaccato, da esperto dongiovanni.” Cfr. anche il brano inserito nel capitolo XII scritto da Claudio Dell’Orso e dedicato a Le donne in Tex in Dossier Tex (“Fumo di China” n° 5/32, Alessandro Distribuzioni, Bologna, luglio 1988).

A parte la scarsa propensione di Kit al matrimonio, vi sono tre ostacoli che si frappongono alla relazione tra i due giovani: il progetto dei padri di Manuela e di Pedro di unire casate e allevamenti attraverso il matrimonio dei figli, la differenza di casta e, soprattutto, la questione razziale. Se escludiamo il duro scontro verbale e fisico con Lyman in La cella della morte (n.143, pag.30-35, 50-55), si tratta del primo vero caso in cui Kit si trova a dover fare i conti con i pregiudizi altrui riguardo all’essere un mezzosangue (cfr. pag.16-17 e pag.49-50). In pochi altri casi Kit aveva subito delle offese, ovviamente non senza replicare (cfr. ad es. il calcio a Sokami in Tamburi di guerra n.123, pag.108-109), ma in generale è una problematica poco trattata nella saga di Tex (in tempi più recenti, cfr. alcuni accenni in Patagonia, Texone 23, pag.52 e 56).

Nella prima parte della storia sono presenti diversi ingredienti tipici del romanzo “rosa”: la bella si innamora del suo salvatore che la salva compiendo un gesto eroico (in questo caso, Kit salta in groppa ad un toro infuriato facendo deviare la mandria che stava per travolgerla); i due giovani appartengono a classi sociali e a razze diverse (Kit è addirittura un meticcio); la relazione è osteggiata dalla famiglia, che da tempo aveva scelto per la bella il futuro sposo, ovviamente un nobile, per di più figlio di amici; il matrimonio combinato coronerebbe anche il sogno dei padri di unire le loro terre in un unico immenso allevamento; il pretendente, ricco, geloso e altezzoso, dimostra tuttavia di essere un vile, facendo rapire la bella e organizzando una sorta di recita di cui essere il protagonista, nel tentativo di scalzare, con il suo eroismo da operetta, l’eroismo autentico di Kit. A questo punto della vicenda, Bonelli abbandona il “rosa”, eliminandone pure il lieto fine: dopo un inseguimento e una sparatoria in classico stile texiano, Manuela viene salvata non da Kit, ma da Tex e Carson, che si occupano anche di smascherare il vile Pedro, rendendo quindi vano un eventuale scontro finale tra “i due rivali”; i due innamorati non convolano affatto a giuste nozze, visto che Kit se la squaglia. Un lieto fine, quantomeno dal punto di vista bonelliano, dopotutto c’è! 🙂

Note e citazioni
  • Manuela Montoya è la prima ragazza ufficiale di Kit. Prima di Manuela, Kit non ha mai avuto “complicazioni” di carattere sentimentale (n.214, pag.32) e quindi ciò non esclude che anche per lui valga la regola paterna, di bonelliana enunciazione, secondo cui “fra un fumetto e l’altro, un salto ai piani superiori del saloon Tex lo fa di sicuro.” (E il Navajo mi multò, intervista a Gianluigi Bonelli di Marco Giovannini, “Panorama” del 10 luglio 1988, pag. 118).
  • A parte le compagne di avventura (Nauha ne La montagna misteriosa n.15; Mahena ne L’agguato n.25) e gli ipotetici flirt (Dora Elmer in Piutes! n.23; Irma, la ragazza mormone con cui Kit tenta di ballare ne La grande minaccia n.276-277; Linda Colter in Yukon selvaggio n.412-414), le altre “donne” di Kit sono Donna (Il passato di Carson n.407-409 e I sette assassini n.463-465) e Fiore di Luna (L’uomo senza passato n.423-425).
  • Questa è la prima (e probabilmente l’ultima) volta che vediamo Tex in versione quasi da paraninfo, quando affronta l’argomento della relazione tra Kit e Manuela con il padre di lei (pag.46 e segg.). Confessa a Kit: “Detto fra noi, preferirei dover domare un cavallo selvaggio, ma poiché c’è in ballo la pace del tuo spirito, affronterò impavido il discendente dei nobili conquistadores.”
  • Chissà se G. L. Bonelli si è ispirato al telefilm western “Ai confini dell’Arizona” (“The High Chapparal”, serie di 98 episodi, 1967-1971) per il cognome della famiglia Montoya. Inoltre uno degli uomini al servizio di John Cannon, proprietario del ranch The High Chapparal, si chiamava Pedro, come il rivale di Kit.

    • Manuela ha circa diciotto anni ma, in realtà, forse anche a causa della sua somiglianza con l’affascinante Myra Solano (Il grande intrigo,n.141-145), sembra più matura di Kit, per lo meno dalla scena del rapimento in poi, quando il maestro Erio Nicolò la ritrae con i capelli sciolti, le labbra carnose e una sottoveste decisamente provocante (cfr. i primi piani di pag.44 e 75). Si veda inoltre, a tale proposito, pag.39 del capitolo XII di Claudio Dell’Orso, dedicato a Le donne in Tex in Dossier Tex (“Fumo di China” n° 5/32, Alessandro Distribuzioni, Bologna, luglio 1988): “Singolare, semmai, è il fatto che il disegnatore Nicolò abbia presentato Manuela in una scena quasi da bondage, quando la prosperosa adolescente (sembrerebbe comunque più anziana) in aderente vestaglia lunga è legata alla trave del cunicolo.”
    • Manuela è tornata sulle pagine di Tex nei numeri 728 e 729 (giugno-luglio 2021), in una storia basata su un soggetto di Carlo Monni e Mauro Boselli, sceneggiata da Boselli per i disegni di Mauro Laurenti.

 

  • Sfogliando l’edizione “Tex Nuova Ristampa” della storia in oggetto, notiamo diverse modifiche rispetto all’originale, a parte il rifacimento dei balloon e molte correzioni e/o aggiunte riguardanti le onomatopee. Riportiamo qui di seguito alcune tra le modifiche più significative.
    N.214: la domanda di Carson “A che guardi?” diventa “Cosa guardi?” (pag.5);
    alla frase di Carson viene aggiunto un “allora” finale (pag.6, vignetta in alto a sinistra);
    la frase “Veloce come il fulmine, è stato” viene ribaltata, facendola cominciare con il verbo (pag.7);
    viene eliminato l’“Ugh!” pronunciato dall’indiano (pag.8);
    “fuori dalla riserva” viene sostituito con “girovagando” (pag.14, vignetta centrale);
    “che” viene sostituito con “cosa” (pag.19 in basso a sinistra; 68 centrale);
    dal pensiero di Don Pedro “…quanto costa lo sfidare e insultare un Don Pedro Cortez!” vengono eliminati “lo, un” (pag.24);
    “Buen dia” pronunciato da Don Carlos diventa “Buenos dias” (pag.25);
    “quel” viene sostituito con “quello” (pag.27, 30 e 75 vignetta centrale; 77 e 112 in basso a sinistra);
    la battuta “… non vedo il momento in cui arrivi…” pronunciata da Kit diventa “Non vedo l’ora che arrivi…” e “batterie” viene sostituito con “carte” (pag.28);
    la frase di Kit “Manuela è una bella ragazza e per di più la sola ereditiera del patrimonio dei Montoya…” diventa “Manuela è una bella ragazza e, pur essendo la sola ereditiera del patrimonio dei Montoya, è un tipo molto modesto ed è priva della solita boria dei ricchi” (pag.39);
    vengono sostituiti “Buen dia” con “Salve!” (pag.44), “voler” con “volere” (pag.46), “avevamo” con “abbiamo” (pag.48), “Ch’io sia…” con “Che io sia…” (pag. 67), “anch’io” con “pure” (pag.83), “col” con ““con il” (pag.85), “Valle de los caballos” con “Valle de los caballeros” (pag.92), “sino” con “fino” (pag.110), “buttar” con “buttare” (pag.112, 114);
    “bellissima ragazza” diventa “bellissima e bravissima ragazza” (pag.53);
    viene aggiunto “avremo” prima di “parlato” nella frase di Don Carlos (pag.64,centrale);
    la battuta “mi lascia tutto sconvolto” viene sostituita da “è sconvolgente” (pag.77);
    la frase di Tex “Di esser prima o poi inseguiti, devono averlo pensato…” viene modificata in “Devono aver pensato che prima o poi sarebbero stati inseguiti…” (pag.81);
    “soliloquio” viene sostituito con “pensieri” (pag.93);
    l’esclamazione di Manuela “Mio Dio!” viene sostituita con “?!” (pag.105);
    viene eliminata la domanda di Tex “Tutto bene?” mentre alla risposta di Carson viene aggiunto all’inizio un “Qui” (pag.107).
    N.215: “la mia banda” viene sostituito con “i miei ragazzi” (pag.13), “fu” con “è stato” e “aveva detto” con “ha detto” (pag.14);
    la parte finale della frase pronunciata da Don Carlos “…sarebbe un’impresa quasi disperata il ritrovarli” diventa “…ritrovarli sarebbe un’impresa quasi disperata” (pag.17);
    anche la parte finale della frase pronunciata da Carson “…al primo gesto ostile con una bella scarica di piombo!” viene invertita (pag.25);
    “metter” viene sostituito con “mettere” (pag.26);
    viene eliminato “señor” all’interno della frase pronunciata da Tex (pag.38, in basso).
Frasi
  • Tex: “Un uomo vale per quello che fa, e non per ciò che hanno fatto i suoi più o meno lontani antenati o per quello che possiede in virtù di eredità ricevute. Non dimenticatevelo mai, Don Carlos!”
    n.214, pag.72
  • Manuela: “Potrò mai sdebitarmi con voi?”
    Tex: “Non parliamone nemmeno! Non si aiuta il prossimo per guadagnarsi la sua riconoscenza, ma semplicemente perché il compiere certe azioni fa parte dei propri doveri.”
    n.215, pag.12
  • Pedro: “Non occorrerà legarmi!… Vi do la mia parola di gentiluomo che non…”
    Tex: “Smettila, e non dire idiozie! Se tu sei un gentiluomo, io sono l’Arcangelo Gabriele!”
    n.215, pag.27
  • Manuela (le sue mani in quelle di Kit): “Kit!”
    Kit: “Adiòs, Manuela!”
    Manuela: “Dobbiamo dunque dirci addio?”
    Kit: “Quien sabe? Solo le montagne non si incontrano, perciò chissà che un giorno non ci si possa rivedere.”
    n.215, pag.39-40

Marco Gremignai

L'uomo che veniva da Peccioli

Articolo precedente

Welcome to Springville

Prossimo Articolo

Franz NeuN: il NoNo clone di Hitler

Ultimi Articoli Blog