Non c’è dubbio alcuno che la cosa peggiore del blackout tecnico che abbiamo patito per l’intero mese di Maggio sia stata il limbo in cui è rimasto relegato il ricordo che leggerete, dedicato a Fabrizio Gallerani che lo scorso 18 Aprile ci ha lasciati.
E’ stato commovente vedere quante persone si sono unite al suo ricordo, lettori, amici e molte personalità del mondo dei fumetti ed a loro va il nostro ringraziamento, tardivo ma sentito, per essersi uniti a noi nell’abbracciare la famiglia di Fabrizio.
Cristian Di Clemente
Purtroppo non ho conosciuto Fabrizio quanto avrei voluto, ma sono grato di averlo incontrato.
Fabrizio è stato il mio mentore in uBCfumetti e gli devo tanto.
Mi ha guidato nei primi anni della mia collaborazione al portale, mi ha dato consigli, incoraggiato e trasmesso fiducia, mi ha fatto “crescere”, assegnandomi incarichi di maggiore responsabilità, superando le mie incertezze.
Quando l’ho conosciuto anche fisicamente e ci ho trascorso del tempo a parlare, sono rimasto ogni volta colpito dalla sua intelligenza e ironia, dalla ricchezza e piacevolezza della sua conversazione, dalla sua calma e buonumore, dalla bellezza della sua persona, dai suoi tanti e variegati interessi. Ne ho sempre ammirato lo stile, la lucidità, l’autorevolezza espositiva, il talento grafico. Non gli mancava il coraggio di affrontare argomenti difficili, separando l’oggetto della discussione dalla persona con cui stava parlando.
Mi mancherà e lo ricorderò come una splendida persona.
Pierfilippo Dionisio
Quando penso a Fabrizio la prima cosa che mi viene in mente è il suo sguardo acuto dietro gli occhialetti stretti che portava. Era qualcosa che ti colpiva, era qualcosa che ti faceva capire quanto acume, quanta creatività ci fosse in lui.
Poi mi vengono in mente altri dettagli: la sua parlata ferrarese, il suo accento, il suo muovere le mani e le dita per sottolineare qualcosa di importante che stava dicendo, e infine un aggettivo con cui lo inquadravo: serafico. Sì, serafico perché in lui vedevo – usando la descrizione del termine – quella serena imperturbabilità, quella tranquillità, quella capacità di non scomporsi di fronte a niente e nessuno.
Fabrizio era una persona solare, allegra, sempre pronto a fare battute intelligenti e con una grande saggezza.
E poi ricordo i suoi silenzi, fatti per concentrarsi e per non interrompere l’altro per educazione e, appena possibile, per buttarsi a capofitto nel discorso e offrire nuovi e inaspettati punti di vista molto perspicaci!
Una persona da stimare e da essere onorato di essergli amico. Un amico.
Un amico con cui ho avuto il piacere non solo di condividere l’ “esperienza uBCFumetti” ma anche quella passione comune per i fumetti. Era incredibile quanto ne sapeva e ne parlava con profonda cognizione di causa, spaziando dai Bonelli alle historietas, dalla BD al Disney etc…
Uno dei ricordi più emozionanti e divertenti – ancor oggi quando ci ripenso – che abbiamo vissuto insieme è stata l’intervista a Vittorio Giardino nel suo studio: un’intervista che non ha mai visto la luce perché si è trasformata fin da subito in una bellissima chiacchierata durata ore tra appassionati di fumetto… compreso Giardino stesso!
Grazie di tutto, Fabrizio. Mi mancherai
Oscar Tamburis
Non posso purtroppo dire di aver conosciuto bene Fabrizio: le distanze geografiche (seppur non invalicabili) mal si sono conciliate nel tempo pre-covid con la possibilità di viaggiare quanto si vorrebbe, questo è comunque applicabile un po’ con tutti gli ubicciotti, e pesa in maniera particolare in relazione a situazioni come questa.
E’ vero, esistono altri mezzi di comunicazione, ma attraverso di essi i legami piuttosto si cementano, dopo che ci sia stato un primo step “de visu”: ne faccio esperienza con chi, nella famiglia uBC, ho avuto la fortuna di frequentare di persona superando i confini regionali, ed è un tesoro che mi fa pensare ogni volta a quanto ancora in più la mia esperienza di vita avrebbe potuto arricchirsi se avessi potuto goderne in misura maggiore.
Pensieri mesti a parte, mi rimane comunque nella memoria quel pochino, che già da sè vale Perù, come si soleva dire. Le due occasioni di incontro che posso vantare risalgono agli anni 2005/2006, in corrispondenza delle fiere del fumetto di Napoli e Lucca. La bellezza di uBC è di avere davanti per la prima volta una persona, e sapere di essere già connessi, vuoi per la passione fumettistica in comune, vuoi per il gioioso abbraccio alla vita, vuoi per l’ironia garbata e appagante, vuoi anche per l’incontro tra i dialetti che offre sempre il “la” a siparietti improvvisati di incontro/scontro tra terre, culture, e accenti (al di là del peccato mortale di aggiungere sale e olio sulla pizza senza prima aver chiesto se questo costituisca offesa al canone!).
Ho conosciuto Fabrizio ovviamente con sua moglie Alice, tramite la quale si è riusciti a mantenere con la Gallerani family un qualche strascico di comunicazione anche off-uBC, sempre nell’affetto comune che ci ha legati tutti da subito.
E’ poco? E’ tanto? Non so. E’ la mia piccola perla di memoria che non muore.
Marco Gremignai
Quando ho conosciuto Fabrizio di persona, mi restò subito impressa la sua grande sensibilità in quanto fu dolcissimo con mia figlia Martina, che era nata pochi mesi prima. Solo in occasioni successive ebbi modo di conoscerlo sotto altri aspetti, cioè la sua sterminata conoscenza dell’universo fumettistico e la sua infinita disponibilità in qualunque situazione servisse un aiuto “grafico”.
Nei suoi articoli e recensioni, Fabrizio riusciva a coniugare uno stile di scrittura gradevole ad analisi critiche approfondite, senza mai risultare saccente. E per quanto riguarda gli articoli che ideavo per uBC International, la buona riuscita finale era spesso dovuta alle sue elaborazioni grafiche.
Come è capitato con altri amici di uBC con cui ho condiviso parte del cammino e che hanno poi interrotto la loro collaborazione, a un certo punto i nostri contatti si sono diradati: via via che gli anni passavano era quasi impossibile riuscire a rivedersi (il lavoro, i figli, mille altre cose) e anche gli scambi epistolari si riducevano sempre più…
Mi dispiace infinitamente non aver avuto maggiori contatti con lui in questi ultimi anni. Fabrizio era un bravo critico, un ottimo grafico, un amico sempre disponibile – e, soprattutto, una bella persona. Mi mancherai, Fabrizio.
Marco Pesce
Ho conosciuto Fabrizio in un “luogo virtuale” che oggi pochi ricordano (anche se esiste ancora), Usenet o più precisamente it.arti.fumetti, il gruppo di discussione sul quale a fine anni ’90 si svolgeva buona parte del dibattito fumettistico italiano in rete.
Fin da subito Fabrizio mi era sembrato uno dei più competenti e preparati: la precisione dei riferimenti dava ai suoi messaggi una qualità che era già professionale. Fui contento di ritrovarlo quando entrai in uBC, un paio d’anni dopo, e di averlo poi come supervisore per la mia pionieristica scheda su Robin Wood: autore di scuola sudamericana – ai tempi mia passione e specialità – il quale aveva da poco scritto il Dylan Dog Gigante n.9
Fabrizio fu buono e mi fece poche correzioni 🙂 Ma che sorpresa e ulteriore soddisfazione fu venire a sapere, qualche tempo dopo, che quella scheda aveva ispirato a lui, a Luigi e a Daniele uno dei più celebri pesci d’aprile di uBC, quello di Anchoa e De La Trucha.
Può sembrare una cosa piccola, ma mi diede davvero l’idea di come una passione condivisa, sviluppatasi in percorsi diversi, possa poi riverberarsi su altre persone, germinando idee nuove e felicemente inaspettate.
Martina Galea
Fabrizio era un uomo buono, è questo il ricordo più forte che ho di lui.
Una persona che istintivamente dava la sensazione di serenità, di paciosità (passatemi il termine colloquiale), di benessere: sarà stato l’aspetto da gigante gentile o l’accento emiliano, sta di fatto che se penso a Fabrizio ho più che altro belle sensazioni, e non un ricordo preciso.
Casa sua era di strada per andare a Lucca Comics e spesso abbiamo condiviso il viaggio: metaforicamente, sento di aver condiviso con lui anche un viaggio digitale che è iniziato quando ero appena maggiorenne e che continua ancora oggi, dopo più di 15 anni.
Grazie Fabrizio per la compagnia, grazie uBC per avermi permesso di iniziare il viaggio.
Vincenzo Oliva
Ho frequentato pochissime persone che si avvicinassero alla sterminata e meravigliosa conoscenza che Fabrizio aveva di quel mondo del fumetto che ci ha fatto incontrare – un paio di sue parole agli inizi dell’avventura comune in uBC ebbero modo di orientare i miei interessi negli oltre vent’anni trascorsi di lì in avanti.
Una profonda sapienza che tuttavia è soltanto una parte secondaria del ricordo che serbo di lui: la sua grande dolcezza, nel parlare e nello scrivere; la chiarezza del suo ragionare che rendeva semplice la complessità di quanto ci esponeva; la sua modestia e ritrosia, autentiche e radicate nella sua umanità, e che erano la cifra di un’anima che ho sempre intuito bella e sincera e ho ammirato – questo il ricordo che mi accompagna.
Questo, e il ricordo delle matte risate che facemmo a una Lucca di tanti anni fa leggendo tutti assieme uno dei fumetti più brutti che siano apparsi nelle edicole italiane.
Massimo Cappelli
Ho iniziato a collaborare con uBC Fumetti nel 2002 e la persona che si è occupata di introdurmi in questo mondo così particolare come quello della critica fumettistica è stato proprio Fabrizio e grazie alla sua pazienza e alla sua competenza ho potuto muovere i primi passi in questo sito.
Ci siamo conosciuti direttamente qualche anno più tardi, nel 2006, in occasione del ritrovo tra tutti i redattori in occasione del decennale del sito.
Fu una bellissima esperienza e fra tutte le nuove conoscenze che feci in quel frangente, con la possibilità finalmente di dare un volto alle firme degli articoli e delle mail che avevo letto in quegli anni, Fabrizio spiccava per simpatia e umanità.
Fabrizio ci mancherà, tanto.
Daniele J. Farah
Quando ci lascia qualcuno e ci si interroga su quali ricordi si avessero in comune, non è mai un’impresa facile.
Posso dire che a distanza di un certo tempo dalla ferale notizia della scomparsa di Fabrizio, sono andato a rileggermi di Charles Lewis il capitolo sull’amicizia nel suo saggio su “I quattro amori”. L’ho fatto espressamente per interrogarmi con me stesso se le poche volte che abbiamo avuto la possibilità di interagire fra noi due di persona, mi conferissero l’autorità di poter affermare di essere stato un suo amico.
Devo dire che tale lettura mi ha molto confortato e sulla base di certe premesse, sono fiero di poter affermare che sono stato un suo amico e lui e sua moglie si sono rivelati una bella coppia di amici. Sento che mi manca molto la prospettiva stessa che in una delle prossime convention di fumetti ci si sarebbe potuti rivedere di persona. Ma per qualche ragione personale, mi commuove ancor di più l’idea di non poter rivedere più Fabrizio che si tiene ancora per mano con Alice. Come se il secondo fosse un altro lutto, distinto dal primo, che ne amplifica l’iniziale sentimento di perdita già doloroso di suo.
Mi sento suo amico perché entrambi parte di uBC, perché appunto in una sfera del nostro vivere rivolgevamo la nostra attenzione verso la stessa passione, mettendo a confronto le nostre idee; riversandole poi nel Magazine.
In una delle occasioni in cui il nostro Fondatore ci domandò se volevamo continuare a far parte dello staff di uBC e se sì, perché, lui scrisse: “Bè certamente. Anche il solo pensiero di uscirne mi provoca una stretta al cuore”.
Se come dice Lewis, l’amicizia è per prossimità e somiglianza, quello che si incontrerà nella moltitudine dei beati, Fabrizio, col suo lasciare che il suo cuore non si stringesse, ma restasse allargato a tutti noi, ha indubbiamente contribuito a rendere il mio vivere un’esperienza terrena più elevata. Grazie Fabrizio.
Riccardo Panichi
Avevo solo 17 anni quando ho bussato alla porta di uBC.
Conoscevo Fabrizio come assiduo lettore del magazine e del suo stile avevo già notato e apprezzato l’equilibrio e l’obiettivitá, doti che ho poi ritrovato anche nel modo in cui, con pazienza e grazia, mi ha progressivamente aiutato ad inserirmi nella redazione di uBC e a sviluppare non solo il modo in cui analizzavo e recensivo gli albi di cui mi occupavo, ma anche il mio personale stile di scrittura.
Sarebbe stato più semplice confinarmi a compilare schede dell’enciclopedia, invece Fabrizio ha intravisto nella mia grezza foga giovanile qualcosa che valesse la pena affinare e sulla quale ha deciso di voler investire un po’ del proprio tempo, un regalo che solo una volta cresciuto ho saputo davvero apprezzare.
Oggi, a oltre 20 anni di distanza, non posso che sorridere e essere grato a Fabrizio ripensando a quanto del mio modo di lavorare, pur in un contesto lontano da quello dei fumetti, sia stato influenzato da quel tirocinio che mi è stato quasi inconsapevolmente impartito.
So long e grazie, Fabrizio.