La Revue il giornalismo a fumetti lorenzo palloni

La Revue il giornalismo a fumetti

La presentazione della rivista di giornalismo a fumetti in un incontro con l'editor Lorenzo Palloni

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Si è tenuto lo scorso 25 aprile, all’interno del Bref,  l’International Short Film Festival, svoltosi a fine aprile ad Aosta, un incontro con Lorenzo Palloni, autore di fumetti e editor de La Revue, rivista di giornalismo a fumetti. Recuperiamo la cronaca di quell’incontro, svoltosi non a caso in una data così simbolica, nonostante il tempo trascorso, per sottolineare l’importanza e l’unicità dell’esperienza editoriale della Revue all’interno del panorama fumettistico e giornalistico italiano, in concomitanza con l’uscita del nuovo numero estivo, il n.13.

Nonostante Palloni sia un fumettista di un certo livello, conosciuto anche sul mercato francese, autore di opere come Fortezza Volante, l’incontro avvenuto di fronte ad un folto pubblico, nello Spazio Plus di Aosta, ha riguardato esclusivamente la sua esperienza come editor della Revue, magazine attivo dal 2022 che pubblica inchieste e reportage, sulla base dell’esperienza della quasi omonima rivista francese La Revue Dessinée. Palloni ha rievocato la storia della Revue, i suoi obiettivi e il suo ruolo all’interno del panorama giornalistico italiano. Si tratta di una rivista trimestrale che giocoforza non può occuparsi delle notizie di attualità più stringente come i media tradizionali, aspetto che rappresenta però l’opportunità di potersi concentrare sugli eventi realmente fondamentali per la nostra società, per esempio dedicando particolare attenzione all’ambiente.
Emergono durante l’incontro gli aspetti più criticabili del giornalismo tradizionale, influenzato dalla ricerca degli introiti pubblicitari, indispensabili soprattutto per la carta stampata, che soffre per l’ormai cronico calo delle vendite. Aspetti che non condizionano realtà come la Revue, assolutamente indipendente fino a poco tempo fa e adesso sostenuta dalla casa editrice Fandango.
Come già detto si tratta di una rivista trimestrale, cui è possibile abbonarsi,  anche ritirando, compiendo una scelta ecologica,  la propria copia in libreria. Le storie, tutte brevi, hanno un mood autoriale e nascono dall’incontro tra un giornalista e un fumettista. Si realizza allora un incontro/scontro tra i rispettivi punti di partenza differenti: riportare la realtà dei fatti da parte del giornalista, mentre il fumettista predilige la parte narrativa di una storia, anche deformando la realtà. In questo iato sta la differenza tra il graphic journalism di tante recenti graphic novel e la cronaca messa in scena dal giornalismo a fumetti della Revue.
I dati di vendita della Revue sono più che incoraggianti: del primo numero furono stampate 10.000 copie e ne sono state vendute 8,000, aspetto facilitato proprio dal fatto che si tratta di reportage che non “scadono”, che sono sempre attuali proprio perché paradossalmente non inseguono l’ultima notizia.
Le vendite permettono di retribuire adeguatamente gli autori, come se lavorassero per l’edizione francese. Mentre i 4 redattori, che fanno il lavoro che in Francia fanno in 20, sono retribuiti solo negli ultimi 6 mesi, con l’inizio della collaborazione con Fandango. Inevitabile tenere conto delle differenze di mercato tra Italia e Francia rispetto ai fumetti. Produrre ogni numero costa all’incirca 56.000€.
 
Come si è già scritto ogni numero raccoglie differenti reportage illustrati a fumetti, tutte storie brevi ma estremamente significative. Alcuni autori sono per esempio personalmente coinvolti dalle storie che producono, è il caso della storia sui caregivers del n.11Fino alla Fine di Beatrice Petrella e Emma Arduini, oppure come quella sulla violenza ostetrica nel n.2, Da che mondo è mondo, di Irene Caselli e Rita Petruccioli.
Si tratta di storie che non hanno scadenza, che non temono lo scorrere del tempo, perché rimangono attuali proprio perché non rincorrono l’attualità a tutti i costi, come Fiori sull’osso  del n.1, del giornalista ambientalista Federico Cotugno e del disegnatore Federico Racca sul cambiamento climatico, ambientato ad Ostana in provincia di Cuneo, un paesino fantasma rivitalizzato.
Altri esempio di reportage particolarmente riusciti sono Lavorare con la morte, di Alessia Dulbecco e Vittoria Malgheri, nel n.4 storia sulle tanatoestetica, in cui viene indagato il rapporto con la morte, o ancora nel N.7 un’indagine sul Caso Eni, di Matteo Garavoglia e Riccardo La Bella. La colonizzazione di interi paesi da parte dell’ Eni è un classico esempio di argomento di cui i giornali non parlano.
La Revue pubblica fumetto esplicitamente politico, e prende posizione contro determinate aziende, come Amazon, Messaggerie, contro l’A.I., che produce danni ambientali e ecologici, ponendosi fuori dalle logiche di controllo sul giornalismo. 
Si tratta di un tipo di giornalismo che pone il riflettore sui problemi, alle storie non viene richiesto un lieto fine, ma la prospettiva di come le cose possano risolversi.
Qualche esempio? The Crack ambientata a Palermo di Marta Occhipinti e Alex Diotto sul n.10, o l’inserimento delle donne nell’esercito, in Donne in Divisa, di Elena Paparelli e Alice Milani.
Si tratta di storie che hanno origine da fatti reali, e che di conseguenza possono avere anche un’evoluzione, perfino durante il periodo di tempo necessario all’esecuzione dei disegni. Disegni che stilisticamente tendono a voler riprodurre la realtà.
Si tratta di un approccio completamente diverso, quasi all’opposto, di quello dei giornali e dei mass media, che in genere, al contrario, attirano l’attenzione con le notizie peggiori che ovviamente esistono ma che non possono occupare in esclusiva le prime pagine. D’altra parte, sostiene Palloni, il giornalismo come già i social sono in declino, si tornerà al blog e alla newsletter, alle connessioni e all’associazionismo.
 
Come modus operandi la redazione lancia le inchieste e poi viene montato il numero.
Palloni anticipa anche alcuni temi delle future storie dei prossimi numeri, come i suicidi in carcere, e una collaborazione con Davide Toffolo sull’ecologia della morte.
Anche la scelta delle copertine segue una modalità ben precisa, con l’Importanza di Massimo Colella, Art Director e direttore generale della rivista, anche per gli story board.
 
Un incontro importante anche per iniziare a parlare di un altro tipo di fumetto, capace di legare la nona arte alla scoperta del mondo che ci circonda e alle contraddizioni della nostra epoca.
 
Segnaliamo in conclusione un ulteriore articolo, Niente da Curare, che abbiamo dedicato alla Revue e alle sue inchieste giornalistiche a fumetti. 

Massimo Cappelli

"Fa quel che può, quel che non può non fa"

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