Sul blog “Zagor e altro…” di Marco Corbetta, vi suggeriamo la recensione di questo numero “lungo” della collana Zagor+ (nella consueta alternanza con i numeri che invece propongono le “storie di Darkwood”), scritto da Luca Barbieri e disegnato da Emanuele Barison, dichiaratamente ispirato al racconto Cuore di tenebra di Joseph Conrad.
Dobbiamo ammettere che questa storia ha aperto un acceso dibattito tra gli uBicciotti zagoriani. Sicuramente è un OTTIMO albo (questo è fuori discussione), forse il migliore di un Barbieri che vorremmo vedere più spesso alle prese con Zagor e di un Barison a suo agio con le atmosfere “tenebrose” della trama, nonché creatore grafico di una strepitosa Abequa-Somthaha – anche se, onestamente, non ci ha entusiasmato la sua interpretazione dei Whyndam e soprattutto di Bezukoff…
Però ci siamo posti un paio di domande: si tratta di un’ottima storia, d’accordo, ma è anche un’ottima storia zagoriana? E inoltre: OK la trasposizione dichiarata, ma non è rischioso “adattare” così tanto una storia di Zagor a un’opera esistente?
Premesso che queste domande le gireremo direttamente allo sceneggiatore (che intervisteremo presto per la rubrica Bonelli Forever), qualche redattore ha fatto notare: “Curioso, la prima domanda molti di noi se l’erano già posta, a suo tempo, per la famosa / famigerata Incubi di Tiziano Sclavi” – con cui Il cuore di Manito condivide alcune amare riflessioni sull’impossibilità, per Zagor, di riuscire a salvaguardare il precario equilibrio nella convivenza tra bianchi e pellerossa, con i nativi destinati a soccombere come nella sua visione.
Sulla trasposizione, invece, tutti ricordiamo quando Bonelli / Nolitta riciclava, ad esempio, l’uomo lupo o il mostro della laguna nera, ma inserendoli in trame 100% zagoriane. Barbieri, invece, azzarda un’operazione più complessa: non adattare un’opera esistente all’universo zagoriano (come Nolitta), bensì il contrario, scegliendo quindi di rinunciare in buona parte all’azione per lasciare spazio a suggestioni, riflessioni, conversazioni.
Amplieremo, come dicevamo, questa discussione direttamente con Barbieri. Sappiate comunque che il dibattito si è concluso con la constatazione che, “nonostante” le domande che ci siamo posti, l’albo è talmente ben fatto da risultare uno dei migliori degli ultimi tempi.
