SR zagor 77

Zagor n.76-77
“Molok!”

Le storie degli anni '70 che hanno creato il mio immaginario fumettistico

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Lo Zagor pre-Golden Age di cui ho parlato nella puntata precedente di questa rubrica dedicata allo Spirito con la Scure descriveva l’avventura intitolata L’uomo lupo, che – tanto per autocitarmi – nei disegni di Franco Donatelli aveva “le classiche fattezze di Lon Chaney nella versione cinematografica del 1940, in una delle abituali contaminazioni tra cinema, narrativa e fumetto tanto care all’autore Sergio Bonelli / Guido Nolitta“… contaminazione simile a quella già vista in un altro “classico orrorifico” zagoriano dei primi anni di pubblicazione di cui ho parlato tempo fa, La casa del terrore.

Quando vidi la copertina dell’albo n.77, mi venne da pensare ad un’altra storia del terrore, ma non “riconobbi” subito chi poteva essere il mostruoso Molok, né potevo sapere i retroscena legati a questa storia, che coinvolgevano il giovane Alfredo Castelli (qui al suo esordio come sceneggiatore bonelliano) e il disegnatore Franco Bignotti.

Chiunque abbia letto la storia si sarà reso conto che è MOLTO ispirata al classico Frankenstein di Mary Shelley, con uno scienziato che dà la vita a una creatura inanimata e una trama dagli esiti naturalmente tragici: Molok sfuggirà a suo “padre” per finire imprigionato nel ghiaccio – proprio come il mostro ottocentesco, da cui inoltre prende in prestito altri tratti caratteristici tra cui la paura del fuoco.

Solo molti anni dopo scoprii perché Molok non era raffigurato con le fattezze di Boris Karloff, come i lettori avrebbero potuto aspettarsi dopo aver visto l’uomo lupo-Lon Chaney: come mi confermò il Buon Vecchio Zio Alfredo in un’intervista per uBC, “Sergio Bonelli detestava che fossero utilizzati personaggi letterari o storici, o comunque preesistenti. In realtà […] si limitò a chiamare ‘Molok’ il mostro e cambiare poco altro (e a fare le solite e numerose correzioni che operava abitualmente agli Zagor non sceneggiati da lui […]). Fu Bignotti a faticare per modificare tutti i volti ‘alla Boris Karloff’, […] disegnandoli e incollando una per una le faccine e altri particolari.”

Una curiosità: tre storie horror nell’epoca pre-Golden Age, tre copertine strepitose di Gallieno Ferri (le potete vedere in calce all’articolo), un disegnatore diverso per ciascuna di esse (Ferri per La casa del terrore, Donatelli per L’uomo lupo e Bignotti, appunto, per Molok), tre storie indimenticabili che mi hanno davvero fatto venire i brividi.

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