Questo 1986 può essere definito come l’anno dei debutti. Resteranno esordi isolati quelli di Ade Capone ai testi e Roberto Taito ai disegni, entrambi autori di ottime prove. Per Alberto Ongaro sarà invece il primo episodio di una bella collaborazione, un nome prestigioso che si va ad aggiungere alla schiera degli sceneggiatori delle avventure di Jerry Drake. Un altro debutto è quello dell’albo speciale estivo di Mister No, comparso nelle edicole nel luglio 1986, la cui storia è rapidamente divenuta una delle più amate dai lettori.
Mister No n.128-130 “Serra dos Cobras”
di Ade Capone & Domenico e Stefano Di Vitto
Gennaio-Marzo 1986
Un gruppo di sedicenti geologi giapponesi assume Mister No come guida per arrivare in una remota zona amazzonica, ribattezzata dai locali come Serra dos Cobras. Durante il lungo viaggio, diversi episodi fanno dubitare il pilota amazzonico della reale identità del gruppo, il cui addestramento militare e la cieca obbedienza al capo spedizione Mishima risultano quanto meno sospetti. Giunti alla meta, gli studiosi giapponesi si riveleranno per quello che realmente sono, facendo rivivere a Mister No gli anni bui della Guerra del Pacifico.
Debutto nella serie per Ade Capone, all’epoca giovane autore che aveva già maturato esperienze su riviste come Boy Music, Skorpio e L’intrepido. Come riportato su Un avventuriero in Amazzonia e Dime Press 10, la sceneggiatura di Capone venne completamente rivista da Guido Nolitta, in particolare nei dialoghi. La collaborazione tra i due si rivela decisamente felice, tanto da partorire una storia avvincente e piena di pathos. Viene ripreso il tema dei “soldati fantasma” o “resistenti”, ovvero quei giapponesi che, nonostante la guerra fosse finita da tempo, continuarono a combattere come se il conflitto fosse ancora in atto. In questo caso troviamo uno sperduto drappello nipponico rimasto fuori dal mondo per dieci lunghi anni, in precario equilibrio tra follia e rigida obbedienza alle proprie consegne. Una storia palpitante e ricca di colpi di scena, con diverse sequenze di grande effetto, anche grazie agli ottimi disegni dei fratelli Di Vitto, a loro completo agio con gli scenari amazzonici. Finale che, come successo più volte nelle storie di Jerry, lascia l’amaro in bocca. Il sergente Toshiro, scoperte le tragiche immagini delle devastazioni di Hiroshima e Nagasaki, non vede alcun futuro davanti a sé e decide di suicidarsi col rituale degli antichi samurai. Amarezza che aumenta quando – nel finale dell’episodio – Mister No trova morto il giaguaro con cui, poco prima, aveva stretto una sorta di patto di non belligeranza. La rabbia verso il povero mezzosangue (colpevole dell’uccisione del felino) sfumerà velocemente quando quest’ultimo gli spiegherà che, vendendo la pelle dell’animale, potrà sfamare la sua famiglia.
Questa avventura rimarrà l’unico contributo di Ade Capone per la saga di Jerry Drake prima di approdare a Zagor e – successivamente – a Martin Mystère, oltre a creare mille storie per personaggi non bonelliani.
Mister No n.131-133 “Attacco suicida”
di Guido Nolitta & Roberto Diso
Aprile-Giugno 1986
Dopo aver incontrato causalmente a Guayaquil in Ecuador l’archeologa Patricia Rowland – ormai una piacevole vecchia conoscenza – Mister No è vittima di un feroce pestaggio che lo costringe a letto in ospedale. Qui rievoca all’amica un episodio avvenuto durante la seconda guerra mondiale quando, di stanza con l’esercito americano in Italia, partecipò ai furiosi combattimenti sulla cosiddetta “Linea Gustav”. Il racconto si concentra in particolare su alcuni fatti di sangue avvenuti in alcuni siti dell’alto Lazio, dove un misterioso assassino miete vittime tra le truppe americane dedite a scavi archeologici clandestini. Mister No – al termine di un racconto appassionante – rivelerà a Patricia l’identità del feroce criminale travestito da demone etrusco.
Guido Nolitta si conferma abilissimo nella gestione dei racconti in flashback. In questo felice episodio ci propone nuovamente Jerry all’interno del secondo conflitto bellico mondiale e, per la seconda volta, in un’avventura sul suolo italico. L’autore miscela in modo eccellente il giallo di ambientazione archeologica con gli avvenimenti storici dei combattimenti durante la Campagna d’Italia nella Seconda Guerra Mondiale. La ricostruzione della “Battaglia del fiume Rapido” lascia senza parole, per come rappresenti – in modo tanto veritiero quanto brutale – una delle sconfitte più pesanti subite dall’esercito americano durante il conflitto. Mister No è tra i pochi superstiti della disfatta, costretto ad assistere quasi impotente alla carneficina dei suoi commilitoni falciati dal fuoco e dall’artiglieria nemica. Le tavole di un Roberto Diso straordinario ci mostrano senza filtri le immagini di una strage che ci portano alla mente quelle del sanguinoso assalto anfibio di “Omaha Beach” di spielberghiana memoria. Non è da meno la successiva ambientazione archeologica, dove il fascino degli antichi tesori etruschi, si confonde con gli omicidi dell’inquietante individuo col travestimento del demone dell’oltretomba Tuchulca. Una storia avvincente che vedrà nuovamente Mister No ferito negli affetti per la perdita di tanti compagni d’armi e, soprattutto, per la scoperta della reale identità dell’amata Claudia. Finale che strappa un sorriso quando, tornati al tempo presente, il pilota amazzonico si alzerà dal letto d’ospedale sentendosi perfettamente guarito, pronto per gettarsi sulla bella Patricia.
Mister No n.133-136 “Giuramento di sangue”
di Alberto Ongaro & Franco Bignotti
Giugno-Settembre 1986
A distanza di pochi mesi, la collana vede un altro debutto ai testi. Si tratta di Alberto Ongaro, scrittore e giornalista di fama, con alle spalle una già cospicua esperienza come sceneggiatore di fumetti. Una collaborazione prestigiosa, che frutta subito una storia avvincente e ricca di mistero. Ottimamente rappresentato il contesto cittadino di Rio de Janeiro, dagli sfavillanti palazzi della ricca aristocrazia locale alle squallide favelas delle migliaia di miserabili che popolano la città. Tanti i personaggi presenti nella storia, tutti connotati da un’ottima caratterizzazione e ben raffigurati dal sempre bravo Franco Bignotti, disegnatore che si dimostra sempre affidabile in ogni contesto che l’autore di turno gli riserva. Nonostante una certa tendenza ad appesantire i dialoghi e all’uso talvolta eccessivo delle didascalie, l’episodio si fa ricordare per i tanti colpi di scena – memorabile quello finale – e per quella misteriosa parola – Curupiri – che segnerà il destino del giovane indio Jivaro.
Per un approfondimento: Il Mister No di Alberto Ongaro
Mister No n.136-138 “La miniera della paura”
di Alfredo Castelli & Roberto Taito
Settembre-Novembre 1986
Grazie ad un vecchio cliente di nome Zé Rodriguez, Mister No diventa comproprietario di una concessione aurifera a Serra Pelada, una località nel nord-est brasiliano. Recatosi sul posto per raggiungere l’amico, Mister No si scontra con il “colonnello” De Moura, malavitoso che tiranneggia con ogni mezzo i minatori del posto. Oltre a lui, Jerry deve vedersela con il suo vecchio amico/nemico O’Bispo, alleato del pericoloso e violento De Moura. A Serra Pelada sono presenti anche le tre amiche del pilota (Irene, Maria e Madalena), tenute in ostaggio dai due criminali. Sfruttando il sequestro delle ragazze, De Moura e O’Bispo costringono Mister No a guidare una spedizione nella giungla per fermare Zé Rodriguez, deciso a raggiungere il primo posto di polizia per denunciare i due farabutti.
Alfredo Castelli propone una trama avventurosa, ripescando diversi personaggi già visti in altri recenti episodi. La genesi degli eventi – con la scoperta di Mister No di possedere al 50% una concessione aurifera – è quanto mai curiosa e risulta poco credibile… e anche ritrovare, nella sperduta Serra Pelada, sia lo spretato O’Bispo che le tre affezionate garotas è una combinazione piuttosto insolita. La storia prende quota quando la spedizione allestita per localizzare e uccidere Zé Rodriguez si inoltra nella foresta. Con l’astuzia e la sua perfetta conoscenza dell’ambiente amazzonico, Jerry riesce a eliminare uno a uno gli sprovveduti uomini di De Moura, sfruttando i mille pericoli sempre in agguato della foresta. Vicenda che si risolve con un azzeccatissimo colpo di scena che punta sull’ambivalenza caratteriale di O’Bispo, la cui parte “buona” riesce a prevalere su quella “cattiva”, come lui stesso ha predicato agli indios nel suo passato di missionario.
Da registrare ai disegni il debutto di Roberto Taito, poliedrico artista con all’attivo lavori per Intrepido e Corrier Boy, oltre che fondatore di una scuola di fumetto. La sua prova è senz’altro buona: ispirato dal lavoro di Roberto Diso, fornisce un’ottima caratterizzazione di Mister No e, più in generale, tavole sempre gradevoli grazie alla bella pulizia del tratto. Questo resterà l’unico contributo di Taito per la collana.
Mister No n.138-139 “L’orrenda invenzione”
di Tiziano Sclavi & Franco Bignotti
Novembre-Dicembre 1986
A poca distanza dal debutto in edicola del “suo” Dylan Dog, Tiziano Sclavi consegna un’altra storia per il pilota amazzonico. Questa volta il suo faro è puntato sulle povere favelas, vere e proprie citta nelle città. Come ci dice lo stesso Sclavi sono “rifugi miserabili di una umanità esclusa dalla vita civile. Un’umanità di poveri, di reietti, di dannati, di uomini e donne senza speranza tra i quali quegli esseri infelici diversi e strani che la gente chiama mostri quasi non si distinguono neppure“. Un tema, quello del “mostro”, che l’autore svilupperà in modo compiuto nella serie dell’Indagatore dell’Incubo, donandogli tante sfumature che rifuggono dai classici stereotipi di genere.
La foliazione del n.139 viene poi completata dall’inizio della storia dedicata a Surat Khan, di cui parleremo nell’annata 1987.
Per un approfondimento: Il Mister No di Tiziano Sclavi
Mister No Speciale n.1 “Magia nera”
di Guido Nolitta & Roberto Diso
Luglio 1986
Il professor Albert Polansky – stimato redattore scientifico – ha intrapreso una personale crociata per smascherare mistificatori e ciarlatani che lucrano sulle proprie (presunte) capacità paranormali: un’attività che lo conduce a Bahia dove incontra Mister No, convincendolo a fargli da guida per partecipare ai locali rituali di macumba e cerimonie affini. La collaborazione tra i due durerà ben poco, visti gli esiti disastrosi della prima esperienza, in cui il professore provocherà gravi scontri con gli altri presenti alla cerimonia. Abbandonato da Jerry, Polansky deciderà di avventurarsi nel temuto e pericoloso mondo della quimbanda, ovvero la magia nera!
Anche per Mister No arriva il momento dello speciale estivo. Riprendendo la formula introdotta due anni prima da Martin Mystère, insieme all’albo fuori serie contenente un’avventura autoconclusiva è allegato un libretto spillato che, con un taglio didattico e divulgativo, approfondisce i temi trattati dalla storia.
La partenza degli speciali del pilota amazzonico è di quelle fulminanti, grazie ad un ispirato Guido Nolitta che consegna ai lettori un episodio riuscitissimo. Una storia totalmente misternoiana, in cui viene esplorato il mondo della religiosità brasiliana, divisa in tante ramificazioni che coprono uno spettro ampissimo degli usi e costumi locali. Ne nascono rituali che hanno origini antiche e misteriose, in cui sacro e profano si fondono in una commistione di generi difficilmente definibile. In questo caleidoscopico universo si muove il professor Polansky che, spinto dalla sua incrollabile fede scientifica, cerca di smascherare falsi maghi e guaritori. Una ricerca ossessiva che gli fa perdere di vista il rispetto per le tradizioni locali, quelle in cui alberga quella speranza necessaria alla povera gente del luogo per affrontare la vita. Emblematiche le parole che Mister No rivolge all’insensibile Polansky: “Per questa povera gente la speranza è tutto e, pur di mantenerla viva, si sforzano di credere perfino ai maneggi di piccoli imbroglioni, guaritori, stregoni e fattucchiere che quasi ogni notte accolgono nelle loro case frotte di poveracci“. Un discorso che cadrà nel vuoto: sordo ad ogni avvertimento e scettico per tutto ciò che non è spiegabile razionalmente, il professore arriverà fino alle estreme conseguenze della sua assurda crociata, sfidando il potente sacerdote delle forze oscure Congo Vevè. Indimenticabile la lunga scena nel sinistro cimitero, dove ancestrali riti di magia nera evocano uno dei più terribili incubi che Mister No dovrà affrontare.
Roberto Diso si conferma ancora una volta il partner ideale per le storie di Nolitta, interpretando in modo perfetto il canovaccio dell’autore con tavole altamente suggestive.
