“Questa non è una storia di santi. O di martiri. Anzi. Non è manco una storia. Questi sono i trucioli, la segatura che resta tra le mattonelle. Diventano una storia quando qualcuno la racconta. Ma quelli come Tarek non li racconta nessuno.”
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I fumetti d’inchiesta che raccontano di storie, luoghi e persone che vogliono cambiare il mondo.
Non molto tempo fa era uscita questa storia sul n.1545 di Internazionale, dove Zerocalcare riusciva a mettere in chiaro alcuni punti salienti sulla situazione di Ilaria Salis. Una breve storia che, nel corso del tempo e durante la sua detenzione a Budapest, ha fatto nascere una realtà sociale italiana a sostegno dell’attivista. Dopo qualche tempo (noi di uBC ne abbiamo seguìto le vicende attraverso approfondimenti e recensioni), Michele Rech sforna un libro più completo ed esaustivo sulla medesima questione: Questa notte non sarà breve.
Questo prologo ci è utile per introdurvi alla nuova storia che Zero ha scritto per Internazionale (numero 1623 – anno 32, 2025), strettamente correlata a quanto scritto sopra per via della volontà di scrivere degli “ultimi”, di quelle persone che altrimenti rimarrebbero nascoste nei meandri della burocrazia italiana. Ilaria Salis / Tarek non è semplicemente un binomio lessicale e/o anagrafico che ci piace utilizzare per rappresentare il nostro punto di vista attraverso lo sguardo del fumettista di Rebibbia… Parliamo di persone, situazioni e compromessi che bisogna trovare affinché il tutto non rimanga nelle pagine di un fumetto, laddove l’arte – e sappiamo che questo può attuare un atto sociale – debba mobilitarsi per far sì che i personaggi emergano dalla carta per farsi verità assoluta negli occhi di tutti e di tutte quelle persone che ancora credono nella giustizia. Non c’è scusa che tenga davanti alla drammatica situazione globale che stiamo vivendo, un mondo che continua ad avanzare verso un baratro senza possibilità da cui potersi guardare attorno.
La vendetta di Polifemo, scritta da Zerocalcare con i colori e le mezzetinte a cura di Alberto Madrigal, è l’ennesima presa di posizione di un autore di fumetti che stringe il più possibile la cerchia della politica italiana e la mostra ancorata a un misero e radicato nichilismo costituzionale.
La voracità e la voglia di Zerocalcare di attivarsi sempre in merito a questioni sociali dovrebbe – ad un certo punto – spingere le persone a seguirlo in questo atto di ribellione (decidete voi da quale punto di vista, l’importante è fare rumore).
Questa breve storia ha due punti fondamentali:
- la storia di Tarek e della sua necessità di avere un legittimo processo
- il conflitto in Palestina visto attraverso la lente del mondo
Qualcuno potrebbe sbottare in un <<…e basta con queste storie! Ma che ce ne frega di un fumettista che parla sempre di guerre, persone in carcere e povertà nel mondo!>> In effetti, a vederla in questo modo, si potrebbe cadere nella tentazione di cedere alle malefatte di governi inefficienti ma, allo stesso tempo, la perseveranza dev’essere un atto inconscio che ognuno di noi deve attivare con un semplice tasto per far sì che la società odierna possa portare un radicale cambiamento nelle menti di talune persone retrograde e ignoranti.
Qualcuno in passato ha detto: <<Inutile dialogare con un ignorante, perché ti batterà per esperienza>>.
Perché dobbiamo sempre accontentarci di ciò che succede!? Perché non ci alziamo e sfruttiamo il potere a nostra disposizione, ovvero le leggi e i nostri diritti costituzionali, per aprire quantomeno una fenditura nel contesto sociale e attuare delle modifiche sostanziali?
Il conflitto in Palestina non è più considerabile una guerra tra due Stati, bensì un genocidio perpetrato nei confronti di un popolo che non può neanche riconoscersi come Nazione. Un crimine contro l’umanità che da molti (e anche troppi) anni non riesce a trovare una soluzione concreta, laddove ovviamente ci sia!
Michele Rech non fa altro che ricordarci – attraverso la storia di Tarek, mentre si confida con Dodò – come questa situazione non può solo essere vista attraverso gli sguardi generalizzati e ipocriti della cattiva informazione italiana e delle frasi fatte, del tipo << […] bombardano gli ospedali, ammazzano i bambini, c’è crisi medica, ecc…>>, perché così non facciamo altro che acconsentire umanamente ad una visione corale, e fin troppo palese, di un conflitto brutale che diventa “normale” se visto attraverso gli occhi di chi ci sta vicino.
L’idea stessa che i TG ci propinano, nei servizi fugaci nelle ore più calde per gli ascolti, ci fa capire come subdole e finte possano essere molte delle informazioni che arrivano nelle nostre case. Per chi, poi, non riesce e non vuole approfondire la situazione, rimangono solamente frasi fatte e luoghi comuni a cui attingere per due chiacchere da bar, normalizzando il fatto che di queste guerre, in effetti, non se ne può più!
Ecco allora come Zerocalcare, grazie alla sua grande umanità e moralità sempre coerente e – per fortuna – costante, ci riporta con i piedi per terra per raccontarci, nuovamente, di una realtà brutta delle carceri italiane: dal corteo / manifestazione del 5 ottobre a Roma (anno 2024) pro-Palestina, Tarek si ritrova ad essere coinvolto in una situazione piuttosto paradossale finendo nel sistema giudiziario italiano come in un vortice senza appigli, esclusivamente perché non in possesso del codice fiscale (ma della carta d’identità sì) e lo Stato non può garantirgli una difesa d’ufficio con patrocinio gratuito.
Queste sono le problematiche di uno stato senza una prospettiva futura: semmai dovessi azzardare di pensare con lungimiranza, riesco a vedere solo un mondo incerto e senza speranza.
Del resto, mi dovrei anche soffermare a parlare dell’aspetto testuale e grafico del fumetto, perché altrimenti potrebbe essere preso come un articolo di parte (giammai!) e quindi eccoci in quella fase critica che ci tocca fare: splendido lavoro! Bei testi, ottimi disegni, sofisticate le tinte di grigio e dei colori.
Che poi, alla fine, Zero riesce a far parlare la nostra lingua dialettale anche a Polifemo, facendoci ricordare con grande tenerezza quella meravigliosa storia che è stata Quando muori resta a me, dove anche in quel caso aveva utilizzato il dialetto come intermezzo intimo e dirompente.
Ancora una volta, Zerocalcare mette un impegno attivo più di qualsiasi politico italiano, che sia esso di una fazione piuttosto che dell’altra: e, se proprio devo riconoscermi in qualcosa, sicuramente sto dalla parte degli “ultimi”, sempre, perché alla fine dei conti l’importante è tenere lontano dal campo visivo tutti i nessuno del mondo.
La vendetta di Polifemo
di Zerocalcare
Internazionale (2025)
b/n – colore, 37pg – Settimanale 4,50€