“La traccia scarlatta”
di Daniel Ceppi

Una piccola storia che si fa grande attraverso l’ombra di Lovecraft

/
1 min read

Una strada deserta e notturna, immersa nel candore della neve soffice e bianca. Una figura maschile che strizza l’occhio a Nosferatu si aggira con un borsone stracolmo e gocciolante. Una tetra sera di un giorno indefinito è lo scenario di questo breve racconto d’altri tempi, quasi ibernato nel contesto storico in cui è stato concepito.

Parliamo de La traccia scarlatta di Daniel Ceppi, storia uscita sul n.3 di Métal Extra “Speciale Lovecraft” (1982) supplemento a Métal Hurlant.
All’interno vi erano altri autori come Moebius, Luc Cornillon, Dank e diversi altri. 
Il tema del numero in questione è legato allo scrittore di Providence, che ispira gli autori per far dare il loro contributo prettamente visivo sulla tematica lovecraftiana. 
Il suddetto n.3 diventa così una monografia incredibile e poliedrica di visioni mistiche e di incontri di varie tecniche.
Per questo numero avevo accennato al racconto Ktulu di Moebius, nell’articolo dedicato alle sue storie brevi (potete recuperarlo qui): oggi, invece, lo dedichiamo a Daniel Ceppi.

La traccia scarlatta è prettamente un gioco di luce e ombre che scandiscono bene sia lo spazio che il tempo della narrazione.
Lo spazio, come accennavo poco sopra, è un vicolo, denominato “del Lago”, dove il protagonista porta con sé un borsone in cui si capisce che all’interno – presumibilmente – c’è un cadavere. Le tavole sono in bianco & nero e l’unico elemento colorato sono proprio le gocce di sangue (?) rosso. 
Il colore diventa così narratologico ed espressivo di una storia silenziosa e cupa, con un finale dove lo humor potrebbe rompere qualsiasi atmosfera orrorifica che rimanda alla figura di H. P. Lovecraft.
Sarà proprio l’aura dello scrittore di Providence che, in modo inconscio, ci trasporterà in una zona oscura che nelle tavole non è rappresentabile in maniera tangibile e visibile. Ognuno di noi ne farà una lettura soggettiva proprio perché ognuno di noi recepisce la lettura di un’opera in relazione al suo background culturale.
Le tavole concepite da Ceppi sono espressive di una generazione di artisti che non ci sono più. Sono esteticamente raffinate e raccontano stile e visioni d’antan.

VOTO
0

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

Articolo precedente

Le novità di Dragonero a Lucca Comics & Games 2025

Prossimo Articolo

Le novità di Zagor a Lucca Comics & Games 2025

Ultimi Articoli Blog

Barrier

Un esperimento narrativo di Brian K. Vaughan, Marcus Martin e Muntsa Vicente sul linguaggio, la paura…