mister no 1980

Mister No: 1980

Le recensioni di tutte le storie di Mister No pubblicate nel 1980

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Un’annata felice per Mister No, con quattro grandi episodi particolarmente significativi nella saga del pilota amazzonico. Storie molto diverse tra loro, in cui emerge sempre la grande umanità del personaggio, mai domo e pronto a battersi contro le ingiustizie e le prevaricazioni. Vediamo nel dettaglio gli episodi pubblicati in questo 1980.

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Mister No n.55-56 “L’aereo scomparso”
di Ennio Missaglia & Bruno Marraffa
Dicembre 1979-Gennaio 1980

Antonio Sandao, un turista desideroso di visitare le isole del delta del Rio delle Amazzoni, ingaggia a tal proposito Mister No. In uno sperduto isolotto i due ritrovano causalmente un Douglas DC-3 scomparso poco tempo prima nel famoso Triangolo delle Bermude. La situazione prenderà una piega inaspettata tra minacciosi cospiratori internazionali e un pericoloso carico radioattivo.

Storia poco interessante e ancor meno coinvolgente che poco o nulla ha in comune con la caratterizzazione data a Mister No e al suo mondo da parte del suo creatore. Da una parte troviamo una sorta di spy story alquanto soporifera e sviluppata con colpi di scena telefonatissimi e poco plausibili. Dall’altra si stenta a riconoscere l’eroe nolittiano cui siamo abituati, tanto è raffigurato come un volgare ubriacone con alcuni comportamenti che sfiorano l’idiozia. Il suo continuo piangersi addosso sulla sfortuna che lo perseguita risulta francamente insopportabile. Non migliorano la situazione i disegni di Bruno Marraffa, già al lavoro sulla serie nell’albo n.37, Terra Crudele. Rispetto ai suoi lavori su Ken Parker il tratto risulta troppo spesso approssimativo e poco curato.

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Mister No n.56-59 “Accusa di omicidio”
di Alfredo Castelli & Franco Bignotti
Gennaio-Aprile 1980

Alla sua ottava sceneggiatura per il pilota amazzonico, Alfredo Castelli centra il grande capolavoro. Ispirato al libro di Henri Charrière Papillon (e relativo – bellissimo – film che ne fu tratto) l’autore fa vivere all’eroe nolittiano l’incubo del terribile penitenziario dell’Isola del Diavolo, nella Guyana francese. Una vicenda lirica e straziante, in cui emerge tutta la disperata carica di umanità di Mister No. Un personaggio vero, che riesce a rimanere sé stesso anche nelle situazioni più difficili, piegato ma mai sconfitto.

Per un approfondimento: la scheda sul sito storico di uBC

Le censure applicate alla versione pubblicata in Francia

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Mister No n.60-62 “Isola di Pasqua”
di Guido Nolitta & Franco Bignotti
Maggio-Luglio 1980

Mister No incontra casualmente a Rio de Janeiro Patricia Rowland, l’archeologa già protagonista di una passata avventura. Per cause contingenti decide di seguirla nel suo viaggio all’Isola di Pasqua, dove la studiosa intende approfondire alcuni aspetti della tradizione locale. L’accoglienza che i due riceveranno nella sperduta isola non sarà quella che si attendevano, rimanendo loro malgrado invischiati nella faida che contrappone il placido Pakomio Fuentes e il losco Matua.

Un episodio in puro stile Guido Nolitta. La storia parte con un clima rilassato, quasi vicino alla commedia sia per via dell’incidente all’aeroporto di Rio con l’arrogante Clyde Davis, che per i battibecchi tra Mister No e Patricia. Provvidenziale il recupero della bella archeologa, vista in precedenza ne Il tempio dei Maya (n.12-15). Personaggio dalla spiccata personalità e dal carattere indipendente, sa tenere perfettamente testa alle avances di Jerry, con il quale instaura un rapporto profondo sotto l’apparente superficialità. L’atmosfera del racconto muta progressivamente, con l’emergere di conflitti che hanno radici profonde nella comunità locale. Conflitti che deflagreranno in una follia collettiva, in cui una ventata di superstizioni e di fanatismo religioso si abbatterà su una popolazione in cui ancora cova la fascinazione per gli antichi riti tribali. Tanti i momenti di disperazione in cui cadranno Mister No e Patricia, che lotteranno per non essere sopraffatti dalla folla posseduta dal malefico spirito di Make-Make. Finale toccante e malinconico, in cui il brutale assassinio del mite Pakomio verrà parzialmente riscattato dal ritorno nell’isola del figlio Miro, la cui presenza riuscirà a rinsavire quelle persone che il padre, nonostante tutto, ancora considerava amici. Altra ottima prova di Franco Bignotti, bravissimo soprattutto nell’illustrazione delle sculture che popolano l’Isola, conosciute come Moai.
Sorprendentemente, questo episodio verrà considerato il più deludente nel sondaggio del 1981, in cui l’editore chiedeva ai lettori di esprimere le proprie preferenze sulle storie fin lì pubblicate.

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Mister No n.63-65 “Yanoama!”
di Guido Nolitta & Vincenzo Monti/Luigi Merati
Agosto-Ottobre 1980

Ospite degli indios Yanoama, Mister No si trova coinvolto nell’attacco che il villaggio subisce da parte di una tribù nemica. L’aggressione aveva lo scopo di rapire alcune ragazze, sulle cui tracce si getta Mister No insieme a Akawë, uno degli indios cui è stata rapita la moglie. L’indagine porterà sulla pista di una tratta di donne destinate ad essere sfruttate in una località sul confine colombiano, Wanabu, una sorta di parco dei divertimenti artificiale ideato dal ricco mister Fox. Aiutati anche dal sodale Esse-Esse, Mister No e Akawë cercheranno di riportare a casa le donne rapite.

Con questo episodio, Guido Nolitta si scaglia in maniera diretta contro il razzismo e la speculazione verso gli indios amazzonici. Lo sdegno di Mister No – di fronte alla volgare schiavizzazione perpetrata da avidi avventurieri ai danni della popolazione locale – è lo stesso sdegno del lettore: non solo per l’ignobile traffico di donne destinate al “divertimento” dei futuri turisti di Wanabo, ma anche per come gli indios vengano trattati, alla stregua di animali da circo. Il paradiso pensato dall’avido Fox verrà trasformato in un vero e proprio inferno dallo scatenato Mister No e da uno spietato Esse-Esse, uniti in una guerra senza esclusione di colpi. Qualche lungaggine nella parte centrale e un ritmo non sempre coinvolgente sono difetti tutto sommato non così gravi. Ultima prova nella serie di Vincenzo Monti, che regala tavole molto ben realizzate e una convincente fisionomia di Mister No.

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Mister No n.65-67 “I mercenari”
di Alfredo Castelli & Fabio Civitelli
Ottobre-Dicembre 1980

William Connely, un ex colonnello dell’esercito americano, viene incaricato dal governo ecuadoriano di organizzare una spedizione per liberare Juan Jaramillo, importante petroliere locale. L’uomo è stato rapito da potenze straniere per boicottare il suo progetto di revisione dello sfruttamento dei giacimenti petroliferi nazionali. Connely crea un commando di uomini che parteciperà alla pericolosa missione e – tra questi – c’è anche Mister No, suo ex compagno d’armi. Durante il colpo di mano non andrà tutto liscio per i mercenari assoldati da Connely.

Dopo il precedente indimenticabile episodio, Alfredo Castelli regala un’altra grande prova, ispirandosi in modo palese al film I quattro dell’Oca Selvaggia. All’interno di uno scenario dominato dai giochi di potere di spregiudicati uomini politici, l’autore confeziona alcune memorabili sequenze di guerra. L’adrenalinica azione in cui il commando libera Jaramillo è costruita alla perfezione. Il cuore della vicenda però sta in come il gruppo di soldati dovrà far fronte al cambio di rotta del corrotto governo ecuadoriano, che li tratterà alla stregua di carne da macello. I mercenari, per la prima volta, dovranno seguire un ideale piuttosto che un ordine, in questo caso ingiusto e disumano. Primo tra tutti il colonnello Connely, convinto militarista, che ha il suo credo nella cieca ubbidienza agli ordini e alla disciplina: cambierà la sua prospettiva di giudizio quando il tradimento subìto infrangerà quel codice d’onore che ha sempre regolato la sua vita di soldato. Al centro della vicenda il suo rapporto con Mister No: dopo averlo ingannato per costringerlo a partecipare alla missione, convergerà verso la sua visione del mondo dominato da avidità e corruzione. Un’amicizia che cresce parallelamente agli sviluppi della storia, sublimato in un finale in cui l’estremo sacrificio di Connely darà il senso più profondo a questa tragica vicenda.
Ai disegni un esordiente in casa Bonelli, Fabio Civitelli, autore di una prova eccellente. Oltre alla grande espressività dei volti e a un’azzeccata caratterizzazione grafica di Mister No, il disegnatore realizza in modo egregio i suggestivi aspetti paesaggistici.

LE ANNATE DI MISTER NO

Stefano Paparella

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