10 ottobre di Paola Barbato e Mattia Surroz

“10 Ottobre” #1
di Barbato & Surroz

Arriva in edicola l'opera distopica di Barbato e Surroz in cui ogni persona, sin dalla nascita, ha una data di scadenza

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Dopo la pubblicazione – tra il 2021 e il 2022 – in volumi cartonati per librerie, la miniserie 10 Ottobre di Paola Barbato e Mattia Surroz (quattro episodi di 60 pagine) è ora proposta anche nel tipico formato bonelliano da edicola, in continuità con le diversificate strategie della casa editrice negli ultimi anni.
 
Con un albo al mese, nell’estate 2025 i lettori potranno così scoprire l’apparente Utopia di una società in cui le guerre, le malattie, il crimine e le diseguaglianze economiche non esistono più. Tutto bellissimo, allora? No. Come ci insegnano le grandi storie di fantascienza, c’è sempre un prezzo da pagare nel rendere perfetta la società che ci circonda, poiché tutte le sue imperfezioni e problemi sono strettamente legati a quello che dà un significato alla vita ed alla natura umana. Puoi provare a modificare quest’ultima, ma il Disordine arriverà a controbilanciare l’illusorio Ordine.
 
Nel caso di 10 Ottobre, l’espediente – stimolante – escogitato da Paola Barbato è la regolamentazione della morte. Ogni persona nasce con una età di dipartita già fissata ma ignota, in 6 rigide scadenze temporali. Una premessa che cambia l’intera Società in profondità, con regole e modalità alla scoperta delle quali il lettore è accompagnato dal punto di vista di un ragazzino prossimo alla “scadenza” degli 11 anni (il 10 ottobre, appunto).
Indottrinato dalla scuola ad accogliere la Morte come un’amica e il proprio possibile funerale come una festa, il ragazzino non vede nulla di strano nello stato delle cose, fino a quando non conosce un eterogeneo gruppo di persone che la pensa diversamente ma i cui scopi sono misteriosi. 
 
Il primo numero è tanto brillante quanto intenso nella sceneggiatura della Barbato ed invoglia a proseguire la conoscenza di questa realtà, rappresentata con efficacia dai disegni e dai colori di Surroz, in cui gli sguardi del giovane protagonista e l’apparenza idilliaca degli ambienti hanno sempre qualcosa di ingiusto e sbagliato che si insinuano nella nostra mente.
 
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