Le colline sacre, trentunesimo albo della prima serie di Ken Parker (quella pubblicata dalla Cepim, oggi Sergio Bonelli Editore), rappresenta la classica storia di raccordo, quasi una pausa tra i vari capolavori espressi nella storica collana. Eppure la storia, con il soggetto di Giancarlo Berardi, la sceneggiatura di Maurizio Mantero (alla quinta prova sulla serie) e i disegni di Bruno Marraffa, presenta alcuni elementi degni di interesse.
La storia è ambientata nel Wyoming settentrionale dove Ken salva una diligenza dall’attacco di alcuni indiani – apparentemente dei Sioux – e conosce la giovane Anne Lomax, arrivata nel west alla ricerca di suo zio Hank. Ci troviamo nella cittadina di Sundance, nelle Black Hills: un territorio in piena riserva indiana, considerato sacro dai Sioux e conteso dai cercatori d’oro. I pionieri che abitano illegalmente quei territori sono tutti contro i Sioux, anche a causa della notorietà sempre più crescente del generale Custer.
Dopo una colossale scazzottata in cui si ricorda dell’esperienza di boxeur vissuta nel n.14 Ranchero, Ken accompagna Anne tra gli accampamenti dei cercatori d’oro, sottolineando il grave furto di terra che gli indiani stanno subendo. Trovato il vecchio zio di Anne, i tre subiscono l’attacco di un gruppo di Crow che respingono a fatica e senza poter impedire che Anne rimanga ferita mortalmente.
Ken scopre che dietro le incursioni dei Crow ci sono gli interessi dei soliti noti che smaniamo per mettere le mani sui terreni ricchi d’oro della riserva Sioux, facendo ricadere su di loro la colpa dei crimini commessi dalle altre tribù indiane. La conclusione della vicenda, molto amara, ricorda l’epilogo del n.2, Mine Town.
Si tratta di una delle storie meno riuscite di quel periodo, anche a causa dei disegni molto particolari di Bruno Marraffa, a volte in difficoltà nel mantenere una costante rappresentazione grafica dei vari personaggi durante la storia. Non male la recitazione dei singoli personaggi, come il dinamismo mostrato nelle varie scene d’azione, ma il risultato finale è molto lontano dalle vette raggiunte da alcuni degli altri disegnatori della serie.
La storia delineata da Mantero riprende alcuni dei punti di forza della serie, tra cui l’atteggiamento di Ken, che si schiera sempre dalla parte dei più deboli, in questo caso i Sioux calunniati per meri motivi di interesse e i pregiudizi che accomunano un’intera comunità, sempre pronta al linciaggio quando viene infervorata dai soliti mestatori. Il cruento finale stona un po’ con la caratterizzazione del personaggio nei numeri precedenti.
Pur essendo molto lontana come livello dalle storie più memorabili, Le colline sacre resta comunque una lettura piacevole, come tutta la prima serie di Ken Parker.