L’ultimo Batman di Matt Reeves con Robert Pattinson prova con forza a diventare icona e leggenda del genere. Approfittiamo di questa occasione per recuperare dal database del nostro sito storico l’interessante recensione di Pierfilippo Dionisio di Batman: Anno Uno, di Frank Miller e David Mazzucchelli.
“Se l’unico Batman che avete in mente è quello di Adam West e Burt Ward che si scambiano battute sceme, mentre picchiano guest star del calibro di Vincent Price e Cesar Romero, spero che questo libro sia per voi una sorpresa.
Per me Batman non è mai stato ‘divertente’.”Frank Miller, Los Angeles 1988
L’immagine popolare ricordata da Miller del Batman televisivo con le inquadrature sbilenche e le onomatopee come Kapow che accompagnavano i pugni inferti ai criminali ormai è stata degnamente sostituita da quella del personaggio più o meno gotico dei recenti film per il grande schermo e anche da quelle derivanti da alcune (molto buone) serie animate prodotte negli ultimi anni.
Un’immagine ben più solida non ha mai abbandonato, invece, i lettori dei fumetti dedicati a Batman, il supereroe mascherato creato da Bob Kane e Bill Finger nel 1939.
Miriadi di storie, saghe, avvenimenti, alti e bassi di qualità e cambi stilistici hanno accompagnato l’uomo pipistrello nella sua lunga carriera. Tra queste storie un posto d’onore l’hanno meritato “The Killing Joke” di Alan Moore e Brian Bolland e quel famosissimo “Dark Knight Returns” di Frank Miller, Klaus Janson e Lynn Varley, capaci di rivitalizzare e rivoluzionare il personaggio ed il suo contesto narrativo, infondendo nuova linfa vitale.
Ma verrebbe fatto un grosso torto se a quest’ideale classifica (gioco-forza incompleta) non venisse aggiunta un’altra opera: “Batman: Anno Uno” (“Batman: Year One”) di Frank Miller e David Mazzuchelli, coadiuvato ai colori da Richmond Lewis.
“Batman: Anno Uno” è uno di quei fumetti che non dovrebbe mancare agli appassionati non solo di Batman e del genere supereroistico ma a tutti quelli che desiderano leggere un buon fumetto, capace di suscitare emozioni e di lasciare soddisfatti alla fine della lettura.
[…] Ai testi troviamo l’arcinoto Frank Miller impegnato in questo complesso e oneroso (ma anche onorevole) progetto di restyling del personaggio. Per l’occasione Miller fortissimamente volle il supporto grafico di David Mazzuchelli, già compagno di quel “Daredevil: Born Again” (“Devil: Rinascita”) che narra ed illustra la bellissima e crudele distruzione interiore e risalita dal baratro del cornetto rosso della Marvel [cfr. l’articolo relativo].
Perché restyling?
“Batman: Anno Uno” racconta di come Bruce Wayne è diventato Batman. Forse nulla di più scontato: le origini del supereroe (l’uccisione dei genitori di Bruce bambino e l’irrompere del pipistrello) sono sempre state note e quindi questa storia sarebbe potuta essere semplicemente un doppione, un remake in chiave moderna.
Sarebbe ma non lo è stato!
L’impostazione hard-boiled della narrazione, con lunghe didascalie introspettive dei pensieri dei protagonisti, soprattutto della figura del poliziotto (quale migliore professione per questo genere?), il tenente James Gordon, ben si sposano (o più propriamente il contrario) al tratto di Mazzucchelli nel decorare in toni – che oggi potremmo definire “Anni ’80” – crudi e aspri tutto ciò che costituisce l’opera, dai personaggi, alla storia, all’ambientazione.
Proprio quest’ultima, nella fattispecie Gotham City, viene sadicamente introdotta dalle riflessioni di Gordon, rigorosamente in didascalie, in questo modo: “Da quassù scorgo soltanto maestosi edifici e grandi distese di cemento. Frutto del sudore di uomini ormai morti da svariate generazioni”. Anche Bruce Wayne si rivolge in modo simile alla città, quando perlustra uno dei quartieri più malfamati, quell’East End che equivale ad un Hell’s Kitchen di Devil: “Sono stato squadrato con avidità dai ragazzi vestiti di pelle stazionati a Robinson Park. Mi sono fatto largo tra le implorazioni e le minacce dei tossici del Finger Memorial. Ho attraversato la discarica di rifiuti umani sostante davanti alla missione Sprang”.
Parole dure, ricche di fatalismo e di nichilismo: “Anno Uno” ben si inserisce tra quei capolavori del comicdom d’oltreoceano come “Watchmen“, “Dark Knight Returns“, “Marvels” e “Born Again” in cui non solo sono in gioco forze più grandi dell’uomo che immancabilmente lo sovrastano ma, a seguito di queste, l’uomo si riabilita, ma anche un ribaltamento della prospettiva, dove la dimensione supereroistica lascia ampio spazio – se non tutto – a quella più umana. Decisamente molto fine Anni ’80.
In “Anno Uno” ci sono due protagonisti: Bruce Wayne, colui che torna dopo 18 anni (quasi simbolico questo lasso di tempo) per maturare l’idea di cambiare a modo suo l’ordine delle cose seguendo alti principi e che veste i panni del supereroe, e James Gordon, il tenente di polizia che si trasferisce a Gotham, tutore dell’ordine delle istituzioni e inflessibile di fronte a corruzione e mal costume.
Ma i due non sono protagonisti senza macchia e senza paura: Miller tratteggia il loro lato umano e ne mostra proprio le macchie e le paure. Una volta maturata la decisione di vestire i panni di un vigilante mascherato, Batman si dimostra incerto ed esitante durante la sua prima vera incursione, i suoi primi scontri, le sue prime prove; Gordon trema di fronte ad un maniaco scappato dall’Arkham Asylum che tiene in ostaggio dei bambini ed inoltre nasconde una relazione sentimentale con una collega: relazione che non potrà portare avanti siccome è un uomo sposato che nella storia diventa padre di un bambino, spunto di riflessioni del tipo “Come si può fare la cazzata di generare un innocente… in una città senza speranza?”
Una narrazione maestralmente articolata in un montaggio alternato tra Bruce Wayne e James Gordon (quest’ultimo ne sembra l’attore principale), abilmente illustrata da Mazzuchelli perfettamente a suo agio in queste atmosfere, tinteggiate con colori freddi e morti, in cromatismi che richiamano uno stile arcaico e che talvolta a 2 colori bastano a suscitare turbamento.
La coppia Miller/Mazzuchelli è veramente vincente. Si intendono alla perfezione. Il testo si sposa con il disegno e viceversa in una regia ottima. È difficile dire quale dei 2 prevalga: entrambi. Nessuno.
La nascita di un mito (Batman) o quella di un eroe metropolitano (Gordon)?
O di due uomini che hanno deciso di percorrere una strada impervia e solitaria?
“Batman: Anno Uno” è un prodotto che rasenta la perfezione solo se messo a fianco di capolavori come “Dark Knight Returns” e “Watchmen”; non è forse ambizioso come “Dark Knight Returns”, ma più coerente, meno dispersivo e sicuramente più rigoroso.
Una storia potente, sulla (ri)costruzione di un mito e della sua genesi narrativa e psicologica e sull’analisi del suo ambiente.
Batman: Anno Uno
DC Black Label Library
di Frank Miller e David Mazzucchelli
19/11/2020
144 pagine
17x26cm, cartonato a colori.
Contiene:
Batman vol. 1 #404-407,
DC Comics – USA (Feb-Mag 1987)
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