Torino XMAS Comics & Games –
Natale 2025

Le nostre impressioni dalla fiera natalizia torinese

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Il nostro reportage

Fra le presenze più autorevoli al Torino Xmas Comics & Games è doveroso citare innanzitutto Antonio Lapone, autore della locandina della manifestazione, che presentava per l’editore Otto Jan Willem Space Girls, realizzato insieme a Roberto Baldazzini (una raccolta di illustrazioni di fantascienza retrò, una vera propria sfida tra i due artisti che si sono confrontati sul tema della space opera) e Greenwich Village, opera ben nota all’estero con i testi di Gihef, e ristampata per l’Italia in edizione standard e deluxe da If edizioni. Nelle due parole scambiate allo stand in attesa di un curatissimo disegno autografo, Lapone ha confermato di guardare principalmente alla Francia, dove il mercato fumettistico ancora tiene ed è capace di agitare persino la vita pubblica, come hanno dimostrato le polemiche e le prese di posizione che hanno portato alla cancellazione del Festival di Angoulême.

L'esclusiva cartolina di Poste Italiane

Pur non essendo presenti tutte le  case editrici del settore, la presenza degli editori non è stata trascurabile, a partire da 001 edizioni con la riproposta dei classici americani The Vault of Horror della Ec Comics, del pregevole Dracula realizzato da Fernando Fernandez e con l’etichetta Hikari edizioni la serie manga Carisma, incentrata sul tema – ancora adesso molto delicato in Giappone – delle sette religiose.

Rincuorante la presenza di Edizioni BD e JPop Manga, anche con artisti nostrani come la webtooner Ticcy (che autografava Kiss it goodbye) e Jioke.

Mirage Comics promuoveva la serie fantasy le Cronache di Arda (“E se artisti Disney disegnassero un fantasy ispirato alla Terra di Mezzo”?).
Ottima la presenza di Tunué con un catalogo di tutto rispetto, tra Pera Toons, Avatar, Dirt, Elle, Spongebob Comics, capace di spaziare tra varie generazioni e diversi temi e stili.

La palma dello stand più imponente crediamo possa andare a Tora edizioni, promotrice di un ampio range che va dalla exploitation videoludica ad autori italiani che esordiscono impegnandosi nei più diversi stili, come De Paoli e Della Libera arrivati al quarto volume del loro Sanguine.

Tra i tanti fumettisti presenti nella artist alley, giusto segnalare la simpatia del disneyano Francesco D’Ippolito e la disponibilità di Ivan Calcaterra, che ci ha rivelato di essere sempre alle prese con la bonelliana Senzanima.
Intravisti anche altri grossi calibri della Bonelli come Luca Enoch e Moreno Burattini agli stand di Cut-up publishing.

Il nostro commento

Per motivi che ancora non ci sono chiarissimi, è già il secondo anno che l’edizione “secondaria” della più importante fiera torinese dedicata alla cultura pop e commerciale pare più “centrata” della sua edizione “tradizionale”.

Forse il segreto sarà nell’essere il “supplemento” e quindi di avere “meno da dimostrare” – anche se probabilmente gli organizzatori, e le ore di lavoro che presumibilmente ci metteranno, potrebbero smentirmi – oppure negli spazi, ma l’impressione è quella di una minore dispersione.

In particolare per quello che dovrebbe essere il tema portante ma che, come spesso ci troviamo a borbottare, viene un po’ nascosto dagli altri contenuti più appariscenti: il fumetto.

In questa edizione, pur dovendo sgomitare per trovare il suo spazio tra i colori sgargianti del merchandising più vario – dalle carte collezionabili alle retroconsole, dalle action figures manga ai pannelli decorati e poster che, saremo onesti, non sappiamo quanto siano licenziati dai rispettivi aventi diritto (una ferita su cui Roberto Recchioni stesso ha giustamente sparso un po’ di sale) – tra le truppe caciarone e divertenti di cosplayer, tra esordienti, nuove sensazioni e vecchie glorie musicali, l’artist alley, i rivenditori di nuovo e usato e persino gli editori si sono presentati più compatti e visibili.
Con spazi posti al centro della manifestazione e non “laterali”.

Senza essere parte dell’organizzazione è difficile dire quanto questo fosse frutto di una precisa pianificazione e quanto un effetto collaterale dell’arena, molto più strutturata dell’Oval Lingotto, acusticamente anche più adeguata a disperdere la cacofonia di passioni che in altre occasioni diventa rimbombante e rende impossibile scambiare due parole con gli artisti o sentire le conferenze.

Certo, resta vero che (per quanto ci si sia sentiti più accolti) ancora molto potrebbe essere fatto, a partire da una separazione più professionale tra l’area commerciale e gli spazi spettacoli e, soprattutto, dibattiti.
Infatti, per quanto lo spazio abbia fortunatamente reso un po’ più intelligibili le parole dei conferenzieri, continuare a “buttare” il palco in mezzo alla fiera senza insonorizzazione, senza visibilità chiara dello spazio e del suo programma (anche il sito Internet era tutt’altro che di aiuto in questo) rende il lavoro di moderatori e ospiti estremamente faticoso e non ci stupirebbe scoprire che le rade presenze siano dovute non tanto alla mancanza di ospiti disposti a parlare (i fumettisti e gli editori raramente sono parchi di parole sul loro lavoro) ma piuttosto di ospiti disposti a mettersi alla prova contro un intero ambiente foriero di distrazioni e interferenze sonore.

Sottovalutare il contributo di questi contenuti ad una manifestazione di questo tipo potrebbe essere un errore: il merchandising per sua natura è volatile e modaiolo e mancare di ancorare nomi e temi di discussione al proprio logo, in un momento storico in cui ogni week-end ci sono almeno due fiere commerciali di cultura pop che accendono i loro megafoni, avrà inevitabili conseguenze quando questa bolla andrà sgonfiandosi.

Massimo Cappelli

"Fa quel che può, quel che non può non fa"

Luca Cerutti

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