Capitan America, gli anni ’90. Parte IV 1995/1997

Mark Waid, Ron Garney e la Rinascita degli Eroi

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Nell’articolo precedente abbiamo visto che lo sceneggiatore Mark Gruenwald aveva lasciato la serie con una grossa domanda in sospeso: che fine ha fatto Capitan America?

La risposta venne fornita nel numero successivo, il primo di un acclamato nuovo ciclo scritto da Mark Waid e disegnato da Ron Garney. Quest’ultimo aveva già fatto breccia nei cuori dei lettori con il suo stile sintetico e cupo, ma moderno ed efficace, disegnando negli anni precedenti la serie di genere soprannaturale dedicata a Ghost Rider. Waid, invece, era noto soprattutto per avere scritto nei primi anni ’90 un lungo ciclo di Flash per la D.C. Comics.

Si narra che un giorno trovò un messaggio nella sua segreteria telefonica: dalla Marvel lo cercavano per proporgli di scrivere una serie regolare… Era troppo tardi per richiamare, essendo a quell’ora gli uffici ormai chiusi, e Waid trascorse la notte mormorando silenziosamente tra sé: “Fa’ che sia Capitan America, ti prego”.

Infatti, all’epoca, Cap era il solo personaggio Marvel che avrebbe potuto fargli decidere di cambiare casa editrice. Furono proprio gli editor di questa testata, Ralph Macchio e Mark Gruenwald, a richiamarlo il giorno dopo, e il desiderio di Waid si avverò!

Tuttavia, non sarebbe stato per nulla facile subentrare alla decennale run del personaggio scritta da Mark Gruenwald, per di più con una trama in sospeso che aveva visto Cap come volatilizzato nel nulla. In Captain America 444 (dell’ottobre 1995) Waid e Garney iniziano con lo svelare al mondo intero la verità: è la Vedova Nera, a nome dei Vendicatori, a comunicare ai giornalisti che Capitan America è scomparso e molto probabilmente morto. Ma… nell’ultima pagina dell’albo, Steve Rogers ricompare con indosso il suo classico costume, congelato in un blocco di ghiaccio, e circondato da misteriosi agenti armati!

Nel numero seguente inizia la saga in quattro parti denominata Operazione: Rinascita (lo stesso nome in codice che aveva avuto il “progetto Capitan America” ai tempi della Seconda Guerra Mondiale), segno inequivocabile che il nuovo scrittore Mark Waid aveva trovato un geniale espediente per guarire il Discobolo dalla degenerazione del siero del super-soldato che lo aveva afflitto negli ultimi tempi. Uno stratagemma che, inizialmente, Waid temette di non riuscire ad escogitare. “Avevo paura che con Cap fosse già stato detto tutto”, ammise l’autore in un’intervista. “Poi ci fu un momento galvanizzante in cui ebbi un’idea – un regalo della Musa ispiratrice! – che non era mai venuta a nessuno. La colsi al balzo e piacque: tutti concordarono sul fatto che fosse una novità. Ciò mi dette la speranza di poter trovare altre strade da percorrere… Inoltre, decisi di ripescare un importante personaggio che i lettori non vedevano da 15 anni e che divenne il fulcro della vicenda…

Questo personaggio si rivela essere una rediviva Sharon Carter (la prima fidanzata dell’era moderna di Steve Rogers, creduta morta sin da Captain America 237 del settembre 1979). Quando Cap si libera finalmente dal blocco di ghiaccio, Sharon gli spiega com’è possibile che sia ancora vivo: quando giaceva nella base dei Vendicatori, un’organizzazione segreta si era teletrasportata nella stanza e lo aveva posto in ibernazione sotto la supervisione della stessa Sharon. Nel suo corpo, poi, era stato trasfuso nuovamente del sangue contenente il siero del super-soldato. Ma chi è stato il donatore?

Steve lo scopre presto: si tratta nientemeno che del Teschio Rosso, che da anni ormai vive in un corpo clonato di Steve (come rivelato a suo tempo in Captain America 350). Sharon e il Teschio hanno formato un’insolita alleanza per impedire la Terza Guerra Mondiale! Infatti, un gruppo di fanatici neonazisti denominato Kubekult è riuscito a liberare la coscienza di Hitler dal Cubo Cosmico (dove il Teschio Rosso l’aveva intrappolata anni prima) con l’intenzione di trasformare la Terra in un Reich mondiale. Per paura di questo nuovo ordine, il Teschio Rosso si è visto costretto a rivitalizzare la sua nemesi a stelle e strisce (avvalendosi dell’aiuto di Sharon), contando sul suo aiuto contro il Kubekult. Cap torna quindi in azione al loro fianco per combattere questa nuova minaccia.

Come era da immaginarsi, una volta sventato l’avvento di un nuovo Reich, il Teschio Rosso tradisce Sharon e Cap per impossessarsi lui stesso del Cubo, ma viene sconfitto… dallo scudo dell’eroe che gli trancia la mano che regge il Cubo, distruggendo il manufatto e facendo scomparire entrambi.

Dopo un numero della collana (il 449) facente parte di un crossover con altre testate del mondo dei Vendicatori, che per l’occasione lasciarono perdere le rispettive sottotrame, con Captain America 450 dell’aprile 1996 Waid e Garney danno inizio a una nuova mini-saga in quattro albi denominata Un uomo senza patria, nel corso della quale, per ammissione dello stesso sceneggiatore, causano al Discobolo “la peggior cosa possibile”!

Come scritto più sopra, Capitan America si era visto costretto ad allearsi con il suo acerrimo nemico Teschio Rosso facendo irruzione in una base governativa e mettendo fuori combattimento un generale (anche se per la giustissima causa di sconfiggere i piani del Kubekult). Come se ciò non bastasse, il Governo degli U.S.A. scopre che i piani dell’Argus, un sistema di arma sperimentale di cui solo Cap e il Presidente erano a conoscenza, sono finiti nelle mani della nazione europea della Moldova, ponendo le basi per lo scoppio di una guerra (a posteriori si scoprirà che ciò era accaduto grazie al braccio destro del Teschio, Machinesmith, il Signore dei Robot, che aveva carpito questo segreto dalla mente di Steve quando questi era stato resuscitato dal Teschio Rosso).

Pertanto, tutti questi fatti avevano una spiegazione logica. Tuttavia, il Presidente Bill Clinton non lo capisce e preferisce, di conseguenza, destituire Capitan America per alto tradimento ed esiliare Steve Rogers in Inghilterra!

Fortemente deciso a scagionarsi da quell’accusa infamante e riconquistare il proprio onore, Steve, con un costume senza simboli e uno scudo di energia fornitogli da Sharon Carter, si reca con quest’ultima in Moldova, facendo esplodere l’Argus in modo da scongiurare la guerra. Visto fallire il suo piano originario, Machinesmith si prepara allora a scatenare la Terza Guerra Mondiale infiltrando tra i delegati di pace moldovani, inviati da Bill Clinton a Camp David, uno dei suoi corpi robotici. Allora Steve Rogers si reca nella vicina Latveria, il piccolo stato governato dal Dottor Destino (il nemico per antonomasia dei Fantastici Quattro), convincendo il supercriminale – che è comunque dotato di un proprio senso dell’onore – che la guerra alla quale Machinesmith sta per dare inizio destabilizzerebbe tutta la regione, tanto da minacciare anche il territorio di Destino.

Costui, quindi, fornisce a Steve un costume e uno scudo ad imitazione di quelli di Capitan America e lo fa trasportare rapidamente a Camp David.

Nel frattempo, Machinesmith, con i suoi poteri, era entrato nella mente di Clinton per ottenere i codici di lancio dell’arsenale nucleare americano, rivelandogli in tal modo che aveva fatto lo stesso con Steve Rogers per impadronirsi dei piani dell’Argus e quindi facendo capire al Presidente che Cap, dopotutto, non era un traditore. Proprio in quel momento l’eroe esiliato fa il suo ingresso sulla scena, interrompendo l’attacco di Machinesmith e salvando ancora una volta il mondo.

Di conseguenza, il Presidente convoca nuovamente Rogers nella Stanza Ovale della Casa Bianca per scusarsi con lui e reintegrarlo con il titolo e l’equipaggiamento di Capitan America!

Captain America 454, dell’agosto 1996, è una storia autoconclusiva che vede la Leggenda Vivente e Sharon Carter rovesciare il governo dittatoriale di Tap-Kwai, uno stato dell’Estremo Oriente. Questo numero fu l’ultimo della serie Captain America Vol. 1 (in U.S.A. le serie dei supereroi vengono indicate come “volumi”) e fu anche quello con cui terminò questo ciclo di Waid & Garney. La loro run sulla testata si concluse, infatti, dopo soli undici numeri anche se, poco più di un anno dopo, questa coppia di autori sarebbe tornata a raccontare nuovamente le avventure della Sentinella della Libertà. Ma prima, Cap sarebbe morto… di nuovo!

La scomparsa di Capitan America e di molti altri eroi avvenne, infatti, al termine di una saga che coinvolse tutto l’Universo Marvel. Per sconfiggere il potentissimo essere chiamato Onslaught, composto dalla parte malvagia di Charles Xavier (il mentore degli X-Men) e da quella della sua nemesi Magneto, servirono le forze combinate di Vendicatori, Fantastici Quattro e X-Men.

Nello scontro finale, i Vendicatori e i Fantastici Quattro si sacrificarono lanciandosi nella massa di energia che aveva preso il posto di un Onslaught quasi sconfitto, per indebolirlo. Il malvagio fu battuto, ma il mondo pianse la perdita dei suoi più grandi eroi. In realtà, come i lettori avrebbero presto scoperto, erano tutti sopravvissuti e le loro vite erano ricominciate in una “Dimensione Tasca”. Era, questa, una nuova realtà creata da Franklin Richards, il potentissimo figlio di Reed Richards e Susan Storm dei Fantastici Quattro, per salvare i genitori e i loro amici. Dal punto di vista editoriale, in questo nuovo mondo le storie di alcuni degli eroi Marvel più celebri avrebbero potuto essere raccontate senza il “peso” decennale della continuity. E a raccontarle sarebbero stati alcuni degli autori più acclamati dell’epoca.

Per rivitalizzare le vendite delle testate legate ai Vendicatori e ai Fantastici Quattro, infatti, la Marvel decise di chiudere tutte le collane e farle ripartire da 1 per sottolineare la completa cesura con il passato: una mossa editoriale, all’epoca, nuova e rischiosa (oggi avviene, in pratica, ogni due o tre anni…).

Sul fronte creativo, venne data carta bianca a due disegnatori che in passato avevano contribuito agli straordinari record della casa editrice: Rob Liefeld, che lanciando la serie X-Force aveva venduto 4 milioni di copie con il primo numero, e Jim Lee, disegnatore di X-Men 1 (data di copertina ottobre 1991), albo che aveva totalizzato la cifra record di 8 milioni di copie vendute. Nel 1992, insieme ad altri autori, Rob e Jim avevano poi abbandonato la Marvel e fondato la Image Comics.

L’evento con il quale Liefeld & Lee tornarono a collaborare con la Marvel, a partire dal mese di novembre 1996, fu denominato La Rinascita degli Eroi. A Liefeld e ai suoi collaboratori vennero affidati Capitan America e i Vendicatori, mentre lo studio di Lee si occupò dei Fantastici Quattro e di Iron Man.

Per la serie denominata Captain America Vol. 2, Rob Liefeld si occupò dei disegni e dei soggetti, lasciando la sceneggiatura allo scrittore Jeff Loeb. Le vendite meno alte del previsto, però, portarono la Marvel a passare anche Capitan America e i Vendicatori sotto la supervisione di Jim Lee. Dal numero 6 fu quindi il veterano James Robinson a occuparsi di narrare le avventure di questo “nuovo” Steve Rogers. Si trattava di un mondo dove i lettori potevano trovare vecchie conoscenze “reinterpretate” (come Nick Fury, Falcon, il Teschio Rosso, il Barone Zemo e M.O.D.O.K.), ma per il resto era del tutto differente, così com’era “differente” l’eroina Rikki “Bucky” Barnes che combatteva al fianco di Capitan America.

Poi, anche questa vicenda editoriale ebbe termine. Tutte e quattro le serie de La Rinascita degli Eroi si conclusero con i numeri 13 del novembre 1997, ai quali seguì la miniserie La Rinascita degli Eroi: Il Ritorno, che vide finalmente la ricomparsa di Capitan America (e degli altri) nel loro mondo originario.

continua…

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Marco Corbetta

Fotoreporter zagoriano

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