Riprendiamo la nostra panoramica sulle storie di Nick Raider scritte da Gianfranco Manfredi. Dopo una serie di ben sette albi consecutivi (dal 101 al 107) di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente, la seconda parte del suo contributo è più “saltuaria”, come vedremo.
ALMANACCO DEL GIALLO 1997 – “Venerdì 13”
Nel mese di giugno del 1997, Manfredi & Caramuta sono nuovamente i creatori della storia inedita contenuta nel nuovo Almanacco del Giallo.
Stavolta c’è una guerra di mafia in corso: un nuovo rampollo Vic Messina vuole sterminare la rivale famiglia dei Coppola. Da tutto questo un mafioso di secondo piano, Charlie Fagioli, prova a trarre il massimo vantaggio possibile, dopo essere sopravvissuto all’attentato che vede come mandante la figlia del capo dei Coppola.
Nick Raider e la squadra omicidi sono impegnati a trovare un senso a questo regolamento di conti interno ai Coppola, mentre Fagioli, ferito e sopravvissuto ad un altro inseguimento ad opera degli scagnozzi inviati dalla figlia dell’ormai morto capofamiglia, si rifugia nelle fogne di Manhattan. Ed ecco che torna, un anno dopo, “Il Grigio”, il reietto che avevamo visto nell’Almanacco del Giallo del 1996. Emerge nuovamente, con maggior spessore, questo personaggio che aiuterà Fagioli nella sua missione.
A Nick il compito, come al solito, di risolvere l’indagine.
NICK RAIDER N.110 – “Flash Back”
Con il n.110 della serie, uscito nel luglio 1997, Manfredi ci immerge in uno spaccato del passato di Nick Raider. E lo fa, insieme al solito Luigi Siniscalchi al timone grafico, in un modo originale: Nick e Marvin osservano una pubblicità televisiva alquanto macabra, ideata da un tale Casper Folder, un vecchio amico di Nick. Lo spot fornisce a Raider la possibilità di raccontare al suo braccio destro Brown un episodio del suo passato, risalente agli anni ’70: e con la sapiente tecnica del flash back ecco che ci ritroviamo catapultati in un’estate di quegli anni, con Nick capellone in versione quasi hippie, con Casper e altri loro amici di comitiva del periodo. Tra di loro c’è anche un ragazzo abbastanza timido e goffo, Mike, che viene ritrovato in mare dai ragazzi, quasi svenuto e sconvolto. Una volta salvato, intorno al fuoco in spiaggia il ragazzo racconta ciò che lo aveva turbato: essersi imbattuto in un’avventura al largo con una giovane francese, che poi aveva trovato incidentalmente la morte in acqua.
Il problema di questo racconto e del mistero che conteneva questa vicenda – e che è rimasto sempre un’incognita per Nick – è che il corpo della ragazza non venne mai ritrovato. Mike si era inventato tutto? O aveva ragione?
Anello debole della trama è l’improvviso ritorno di Mike, proprio lo stesso giorno in cui Nick aveva rivangato il suo passato con Marvin. Il timido amico del gruppo ormai è diventato un ricco e spavaldo individuo che decide di invitare i suoi amici di vent’anni prima nella sua nuova casa sul mare. Ed ecco che il gruppo di ex ragazzi si riunisce molto dopo i fatti di quel mistero ancora irrisolto.
La rimpatriata tra vecchi amici è semplicemente l’occasione, per Mike, di ricreare le esatte condizioni di ciò che era avvenuto vent’anni prima. La giovane francese, Yvette, assomiglia tantissimo a Tracy, la ragazza di Casper e protagonista del famigerato spot pubblicitario con cui Manfredi ci ha introdotto in questa storia. È nel finale che la follia di Mike va a quasi a replicare il misfatto da lui compiuto negli anni ’70.
Si tratta di una storia in cui Manfredi fa della tecnica del flash back uno strumento prezioso e funzionale. Ma non solo: è un’avventura che ci mostra – prima volta che accade – un Nick con i capelli lunghi in pieno stile anni ’70 e che rende Manfredi uno dei pochi autori (insieme a Claudio Nizzi e Gino D’Antonio) che hanno contribuito ad aggiungere spessore e approfondimento sul passato del personaggio. Un esempio è il primo amore, o infatuazione, che Nick racconta di aver auto per una sensuale ragazza di nome Sylvia.
NICK RAIDER N.115 “Eroe per un giorno”
Il protagonista del n.115 della serie, uscito nel dicembre 1997, è Sal Palmieri: un brav’uomo ma anche un marito un po’ sbadato. Al momento in cui inizia la sua storia è anche il vicino di casa di Nick Raider.
Con la moglie ed i bambini fuori casa per alcuni giorni, Sal va a cena fuori e il caso vuole che vicino a lui di tavolo ci sia Nick in compagnia della fidanzata Violet. Improvvisamente Franziska, una meravigliosa ragazza, bionda e dal fisico mozzafiato, invita Sal a salire a casa sua dopo cena, porgendogli il biglietto con su scritto il proprio indirizzo. Il buon Sal accetta, anche se continua, tra mille rimorsi, a pensare a sua moglie. Suona il campanello di Franziska, lei è sotto la doccia e lo invita ad aspettarla in salotto. Ma passa troppo tempo e Sal decide di ripensarci tornandosene a casa: prima però vuole capire per quale motivo la ragazza se ne stia per così tanto tempo chiusa in bagno.
Colpo di scena: Franziska giace morta sulla vasca. Qualcuno si è introdotto in casa nel mentre Sal saliva le scale e ha fatto fuori la ragazza. Ma chi?
Inizia così una corsa contro il tempo per Sal che cerca, per quanto impacciato, di cancellare le proprie tracce dall’appartamento della vittima. Nick, che aveva assistito all’incontro tra la prostituta e Sal, si reca subito dal suo amico-vicino, convincendosi che sia innocente. Ma, nonostante questo, Sal rimane il primo indiziato.
È una buona storia, fluida sia sul piano della sceneggiatura, sia dei disegni di Marco Jannì, anche se forse non più attento minuziosamente ai dettagli come lo avevamo ammirato nei primissimi albi della serie.
Alla fine, Palmieri è un altro brillante personaggio nato dalla fantasia di Manfredi: una persona qualunque che viene catapultato in un vortice estremo di emozioni. Da sospettato di omicidio, ad eroe sulla stampa e alla TV per aver aiutato la squadra omicidi a sbrogliare la matassa sulla morte della povera Franziska.
NICK RAIDER N.118 – “Gangster per caso”
Johnny Senese è una persona comune, un giovane che abita in un paesello sperduto della provincia americana, non molto distante da Albany. Johnny è figlio di una modesta famiglia: il padre, Martin, gestisce una pompa di benzina con pochissimi clienti e quindi con un fatturato da lacrime. Quando il giovane decide di andarsene a New York per una nuova vita lontana dalla polvere di provincia, sembra di assistere ad un rilancio completo della sua esistenza.
Ma c’è un problema che emerge dopo poco più di un terzo di questo n.118, del marzo 1998: Johnny, infatti, ha lo stesso cognome di un importante boss della mafia, Al Senese. Invaghito della bellissima Myrna (cantante e donna sexy da cabaret), il giovane Johnny inizia ingenuamente a spacciarsi per il figlio di Al Senese, ricevendo per un po’ di tempo tutti i benefit che si possono concedere al figlio di un boss. Ma Al Senese non ha figli: inoltre è un boss sulla via del tramonto, già braccato da Nick Raider e Marvin Brown.
Inizia così questa resa di conti causata dall’omonimia: Johnny che ormai vuole salvare Myrna dal contesto “sporco” in cui vive, Al Senese che cerca in ogni modo di scoprire l’identità di colui che si spaccia per suo figlio.
Un gioco semplice ma che Manfredi sa ben gestire, aiutato anche dall’esperto Renato Polese ai disegni. Con questa storia inizia l’ultimo periodo di contributo dato da Manfredi alla serie poliziesca creata da Claudio Nizzi.
NICK RAIDER N.120 – “Errore giudiziario”
Nel maggio 1998 esce il n.120 della serie: la coppia composta da Manfredi & Siniscalchi torna a spron battuto. Il copione della storia, anche se con le dovute differenze, è nello stile cui Manfredi ci ha ormai abituato. Già dal titolo lo possiamo intuire: proprio nella prima tavola, il titolare di una ditta di trasporti viene buttato giù dalle finestre dei suoi uffici. Il colpevole è Murphy Meadows, impiegato della ditta. Una sentenza di primo grado conferma il verdetto di colpevolezza dell’accusa e anche il movente sembra già chiaro: un’ingente quantità di denaro scomparsa dalla cassaforte e mai ritrovata. È Marvin Brown che, durante l’indagine iniziale, aveva arrestato Meadows. Ed è convinto della sua colpevolezza, mentre lo è meno Nick: un loop che avevamo già visto in un’altra occasione, proprio tra le storie di Manfredi. Torna insomma una diversità di vedute tra Raider e Brown. Nick, stavolta (a differenza di ciò che era accaduto nel n.106), per non mettere in cattiva luce Brown, decide di chiedere alla sua fidanzata Violet di indagare maggiormente sulla vicenda, magari facendo le domande giuste alle persone giuste.
Abbiamo quindi stavolta una storia che si addentra nei tentacoli, talvolta subdoli, degli errori giudiziari. Tre filoni di indagini: Nick che continua a chiedere all’incarcerato Meadows ulteriori dettagli, Marvin che torna sulla scena del crimine ed ispeziona l’ufficio della vittima, Violet che interroga “le donne” coinvolte in questa vicenda (la moglie di Meadows, la moglie del direttore d’azienda e la moglie, ormai vedova, del titolare della ditta).
NICK RAIDER 121- “La rosa gialla del Texas”
Per qualità della storia e per una realizzazione grafica mozzafiato, il n.121 della serie rappresenta – a parere di chi scrive – la migliore avventura che Manfredi ha confezionato per Nick Raider. Non da solo, ovviamente: stavolta ai disegni abbiamo Corrado Mastantuono, che in quel giugno 1998 era già il navigato neo-copertinista della serie (a partire dal n.100), qui alle prese con un’ambientazione che lo vede a suo completo agio.
Protagonista della storia è la meravigliosa Rose Baker, una giovane artista che si esibisce in veste di tiratrice, vestita da pistolera del Far West in degli squallidi Luna Park.
Anche per lei, come era accaduto al protagonista del n.118 della serie, si aprono le porte per tentare di fare fortuna a New York. Giunta lì, cerca immediatamente di liberarsi dalle grinfie del suo nuovo manager che vuole ben altro rispetto alle sue performance artistiche: l’uomo cerca di approfittarsi di Rose ma viene da lei ucciso con estrema freddezza.
Da qui in poi, oltre alla condanna per omicidio, inizia il calvario di Rose che – nella sera dell’omicidio – aveva anche salvato la vita di Nick Raider, il quale decide di indagare sul passato della giovane condannata. Nel carcere privato di Sparkville, dove la Baker viene rinchiusa, vigono delle regole ben precise: l’identità dei prigionieri viene cancellata in cambio di un asettico numero.
Nasce qui un altro personaggio rimasto nel cuore dei lettori della serie, uscito dalla fantasia di Manfredi. L’agente Raider inizia quindi ad analizzare il passato della Baker, scoprendo una storia tormentata tra traumi di violenze subìte e conseguenze psichiatriche non bellissime.
Davvero un gioiellino di storia, arricchita da scenari suggestivi e da un gioco di chiaroscuri (come, ad esempio, le notti all’aperto sotto la pioggia e nel fango che la Baker trascorre dietro le sbarre a Sparkville) che la rendono veramente un’avventura piacevole al lettore anche a 27 anni di distanza.
NICK RAIDER N.122 – “L’amico scomparso”
Grande qualità anche per il n.122 del luglio 1998. Manfredi confeziona una storia che sancisce l’esordio in Nick Raider di Fabio Spezzi, abilissimo disegnatore.
Stavolta, anche se la storia esce in piena estate, l’ambientazione è tutt’altro che estiva: siamo a Mosca. Nick Raider e Violet sono impegnati nel capire che fine abbia fatto il giornalista (e collega di Violet) Lee Duval, scomparso mentre si trovava nella capitale russa per scrivere una serie di articoli sulla nuova borghesia che comandava il territorio e sulla corruzione.
Manfredi fa entrare in scena anche una vecchia conoscenza per i lettori della serie: il Colonnello Nadia Glasky, prorompente donna russa con cui Nick aveva già avuto a che fare in un paio di episodi della serie (n.37 e n.86).
NICK RAIDER N.124 – “Virus”
Nel podio delle migliori storie scritte da Gianfranco Manfredi non può mancare questo n.124 del settembre 1998, che è anche l’ultimo episodio da lui scritto. In apparenza una storia normale, ma che in realtà sale di livello cambiando totalmente genere rispetto a ciò che Manfredi ci ha narrato fin qui. A rendere ancora più realistica ed essenziale la storia è la prova di un disegnatore sottovalutato della serie, ma che ha dato uno stile tutto suo ai personaggi: Giez, alias Carlo Bellagamba.
Durante un pranzo in un fast food, Nick e Violet vedono un tipo trasandato che se ne sta alcune file di tavoli più lontani da loro. Pare sofferente. Poi, improvvisamente, due uomini in giacca e cravatta entrano nel locale e iniziano una sparatoria contro il tipo malmesso, che si salva e scappa. Violet rimane ferita e Nick è costretto a portarla in ospedale.
Il fuggiasco, attraverso le indagini che l’agente Raider inizia subito a compiere, è un ex militare. Ed ecco che la storia cambia genere: pare che su di lui ci siano delle ricerche forsennate da parte dei piani alti. Coinvolto è il settore militare: lo stesso capitano Vance subisce pressioni da parte dell’esercito e acconsente a dare campo libero a quest’ultimo. È chiaro come Nick non sia minimamente d’accordo.
Ma cosa nasconde l’ex militare, Wolf? Perché l’esercito lo sta cercando? E perché, sia l’agente Raider che Violet hanno subito pressioni affinché lascino perdere le ricerche? E se Wolf portasse “dentro” di sé un segreto di importanza militare? Un virus?
Lo scenario è tipico di un film a metà strada tra il genere spionistico e quello catastrofico. Wolf lavorava presso il centro di studi militari di New York e, a causa di esperimenti fatti ai suoi danni, gli venne somministrata un’arma batteriologica creata in laboratorio. Problema estremo: Wolf, pur avendo 29 anni, è invecchiato precipitosamente e, soprattutto, è contagioso per chiunque entri in contatto con lui anche solamente al tatto.
È in questo contesto che Nick e Marvin decidono di collaborare con i militari, anche se presto scopriranno che loro stessi sono presi di mira dai servizi che vogliono toglierli di mezzo. In tutto questo, il povero Wolf registra un messaggio su VHS in cui svela tutto il piano dei militari per utilizzarlo come cavia ai fini di sperimentazioni folli. Una prova che sarà utile a Violet per scrivere un sensazionale scoop giornalistico contro i vertici militari del Paese.
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Termina qui il nostro viaggio nel ripercorrere le storie scritte da Gianfranco Manfredi per Nick Raider: non ci saranno, infatti, altre sue storie scritte per la serie poliziesca creata da Claudio Nizzi – anche perché, poco tempo dopo, debutterà la prima serie creata da Manfredi per la Sergio Bonelli Editore, Magico Vento.
C’è una caratteristica che accomuna le storie di Manfredi in Nick Raider: salvo rarissimi casi, sono storie autoconclusive, sempre ben attinenti allo spaccato del microcosmo delle piccole realtà quotidiane che nella seconda metà degli anni ’90 non era facile trovare in un fumetto poliziesco popolare.
Gianfranco Manfredi: il suo contributo alla serie Nick Raider. Parte I