Manuele Fior si conferma maestro nel tessere narrazioni che scavano nell’animo umano (vedi anche la nostra recensione su Cinquemila chilometri al secondo).
L’opera in questione ci catapulta in una realtà del futuro: un viaggio esistenziale sulla vita, il tempo e la memoria.
Siamo a Udine, Italia, nel 2048. Due protagonisti: Raniero, cinquantenne, psicologo e disilluso dalla vita e Dora, protagonista femminile e appartenente alle nuove generazioni che Fior identifica come ‘La convenzione – new hippie’. Tra i due scaturisce qualcosa che va oltre il romanticismo classico e desueto. Abbiamo una relazione che porterà i due a unirsi, a mischiarsi, quasi fossero polvere di stelle che, cadendo leggiadri dall’alto, riescono a plasmare una figura attraverso le essenze della materia e delle loro lontane differenze.
Fior, con il suo stile grafico inconfondibile – fatto di disegni che si fondono e si sovrappongono – crea atmosfere evocative che sottolineano la delicatezza e la complessità dei temi trattati.
I volti dei personaggi sono espressivi, capaci di comunicare un intero universo di emozioni con pochi tratti. Le tavole sono un vero piacere per gli occhi, capaci di trasportare il lettore in una dimensione quasi onirica, rendendo tangibile il senso di smarrimento e meraviglia dei protagonisti.
Il cuore della narrazione non risiede tanto nella risoluzione dell’enigma dell’immortalità, quanto nel viaggio interiore che Dora compie. L’incontro con Raniero la costringe a confrontarsi con le proprie paure, i propri sogni e la caducità dell’esistenza.
L’intervista è una riflessione malinconica e al tempo stesso speranzosa sul significato di vivere, sul valore dei ricordi e sulla bellezza intrinseca della trasformazione. Non è un fumetto che offre risposte facili, ma piuttosto invita alla contemplazione, lasciando un segno duraturo nella mente e nel cuore del lettore. Un’opera intensa e poetica, che vive attraverso la sensibilità di ognuno di noi.
L’intervista è un’opera di fantascienza, quella di prossimità, quella più vicina al nostro quotidiano, sottile, romantica, che non ti accorgi che esista.
Quel tipo di fantascienza che (forse) ci piacerebbe anche vivere.
