L’albo in oggetto ha forti richiami socio-politici che ci riguardano da vicino, ma andiamo con ordine.
Si nota subito il ritorno di Kalya in copertina, con un nuovo logo in bella mostra. La cover della solita Elena Casagrande ci fa capire quanto la protagonista di testata sia sbocciata da come riesce a gestire l’immenso potere di cui è permeata: con sguardo sicuro, forte e deciso. A fare da sfondo troviamo delle mura, le vere protagoniste di quest’albo.
Luca Lamberti e Leonardo Cantone, a mio avviso, gestiscono una notevole vastità di sottotrame in modo egregio, rendendo le azioni che si svolgono in diverse regioni del mondo di Theia sempre interessanti e ben ritmate, andando quasi sempre a convogliare l’attenzione sul Vallo – una sorta di grande muraglia avente la funzione di divisorio tra i territori appartenenti ai regni di Galdor e Aldelisia. Quest’ultima fazione fu la perdente nel lontano e sanguinoso conflitto che coinvolse e sconvolse il continente anni prima, venendo confinata in una porzione di terra nettamente inferiore a quello originario.
Ricorda eventi a noi noti? Già, ci siamo intesi, così come viene affrontata la tematica della stigmatizzazione e discriminazione razziale, con l’uso di simboli e oggetti atti a identificare l’individuo – e vittima ne sarà uno dei personaggi più importanti dei nostri.
Giuseppe De Donato ai disegni (per la mole e la differenziazione di personaggi e ambienti presenti in questo albo) si comporta bene, con qualche incertezza su alcuni volti e mani, ma nel complesso la sua prova risulta godibile: non ci sono da segnalare sequenze o tavole con soluzioni rivoluzionarie, ma neanche passaggi insufficienti.
C’è una citazione eloquente al celebre manga L’attacco dei giganti e mi sarebbe piaciuto avere una conclusione di maggiore impatto. Se infatti la preparazione della specifica azione mi ha garantito una certa dose di adrenalina, la doppia splash-page culmine della sequenza non ha saputo trasmettermi la drammaticità che ne sarebbe conseguita.
Consiglio: Kalya non è una lettura semplice e se si perde anche un solo particolare si rischia di fare confusione. Prendetevi quegli attimi in più per assimilare tutte le informazioni e, se necessario, andate a risfogliare gli albi precedenti.
Indubbiamente tenere le fila di tutti gli eventi è faticoso e si rischia di far perdere il filo ai lettori: probabilmente gioverebbe l’inserimento di un curatore di testata, che sappia suggerire una diluizione delle informazioni o uno snellimento dei testi.