BRACCIO DI FERRO – UN MONDO DI SPINACI Puntata IV – Il Braccio di Ferro di Renato Bianconi

Braccio di Ferro. Un mondo di spinaci. Puntata IV: Il Braccio di Ferro di Renato Bianconi

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I primi passi di Renato Bianconi

Come abbiamo visto nella terza puntata di questo approfondimento dedicato al marinaio mangiatore di spinaci, il 25 giugno 1963 usciva l’ultimo numero (il 12) della serie Braccio di Ferro edita da Giuseppe Vita.
La coppia Vita & Liorni era riuscita, nella manciata di pochi numeri di questa serie tra il 1962 e il 1963, a introdurre alcune novità quasi rivoluzionarie all’interno del processo di italianizzazione del marinaio creato da Segar e portato avanti brillantemente da Sagendorf.

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Il più grande successo made in Bianconi prima dell'arrivo di Braccio di Ferro: Geppo, il diavoletto creato da Giorgio Rebuffi

Ripercorriamo brevemente alcuni elementi importanti che hanno caratterizzato questo lento ma costante processo: dal lessico tutto italiano del modo di parlare utilizzato da Braccio di Ferro (si pensi al celebre Caramba! Caramba!) alla creazione di nuovi nomi, come per esempio “Papà Trinchetto” – invenzione di Liorni – oppure il “Betulla” per nominare il piccoletto creato da Sagendorf e diventato figlioletto di Braccio di Ferro.

In breve tempo questo nome verrà abbandonato e successivamente troveremo il marmocchio vestito sempre in pigiama come Pisellino.
Altra novità è stata sicuramente la creazione del Gigante Grissino: tutta farina del sacco di Liorni che non aveva fatto altro che prendere spunti da alcune tavole disegnate da Sagendorf.

Ma nel panorama fumettistico dei decenni precedenti, un giovane milanese aveva iniziato a far parlare di sé. Si era già contraddistinto per la pubblicazione di una serie di personaggi che stavano, da ormai quasi un decennio, conquistando l’interesse dei giovani lettori dell’epoca. Si tratta di Renato Bianconi: un nome che, come vedremo, è entrato nella storia del fumetto italiano. Già negli anni ’40 aveva iniziato a lavorare per la casa editrice Alpe, poi dal 1952 aveva iniziato a mettersi in proprio, fondando la sua primissima casa editrice: Il Ponte.

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Il n.1 di Braccio di Ferro di Renato Bianconi. Dicembre 1963

Proprio qui iniziano i primi successi: da Trottolino, ideato dal disegnatore Giorgio Rebuffi, passando nel 1954 a Geppo (creatura di Carpi e Chierchini), un diavoletto tutt’altro che cattivo. Bianconi arruola uno stuolo di geni delle matite, alcuni dei quali ritroveremo sulle pagine degli albi Disney, come Giovan Battista Carpi e Luciano Gatto. I due andranno ad affiancare Giulio Chierchini, il creatore di Geppo.

Nasce così la casa editrice Bianconi, che di fatto sostituisce Il Ponte. Il suo omonimo fondatore utilizza la sua abitazione come sede, arrivando anche ad arruolare la moglie, Rosaria Guccione, già segretaria presso Il Ponte.

Iniziano la pubblicazione di una serie smisurata di successi: nel 1955 Carpi inventa Nonna Abelarda che diventa il prodotto di maggior successo della casa editrice. Nel 1957, sempre Carpi da vita a Soldino. Intanto i disegnatori che Bianconi arruola aumentano: troviamo nomi come Luciano Capitanio, Alberico Motta, Tiberio Colantuoni, Del Principe. Ormai Carpi, a partire dalla fine del 1957, diventa impegnato a tempo pieno a disegnare i personaggi Disney, casa rivale della Bianconi.

Il Braccio di Ferro Made in Italy

Proprio durante il 1963, cessata la serie Vita, Renato Bianconi decide di acquistare i diritti per pubblicare Braccio di Ferro. A quel tempo il marinaio a fumetti era percepito come un prodotto prettamente americano, mentre i cartoni sporadicamente venivano trasmessi nei primi anni ’60 e cominciarono a invadere le TV italiane a partire dagli anni ’70. Ma sul piano fumettistico si trattava, per Bianconi, dell’unico personaggio non originale che si apprestava a pubblicare. In quel periodo, oltre oceano la serie era in tutto e per tutto capitanata e gestita da Sagendorf che era riuscito a dare una maggior spinta al Popeye di Segar, quasi arrivando a superare il suo creatore sia per quantità che qualità produttiva e di evoluzione grafica di tutti i personaggi della serie, a partire dallo stesso Popeye.

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Uno dei tanti albetti delle prime annate di Braccio di Ferro nella serie inedita della Bianconi

Ed è qui, in questa fase storica, che Bianconi entra di diritto nella leggenda del fumetto italiano: grazie alla squadra di disegnatori bravi e veloci a cui, oltre a quelli citati fin qui, vanno ad aggiungersi Sandro Dossi e Pierluigi Sangalli, inizia l’epopea tutta italiana di Braccio di Ferro. Bianconi, infatti, non si limita a tradurre le storie di Braccio di Ferro provenienti dall’America. Il colpo di genio fu quello di creare un contesto e un tessuto narrativo che avvicinasse il più possibile il marinaio di Segar e Sagendorf ai lettori del nostro Paese.

Nasce così una vera e propria nuova versione di Braccio di Ferro, che si distacca dalla serie originale americana. Nascono nuovi personaggi, mentre altri, che nella serie originale erano in disparte, vengono portati in primo piano. Anche il luogo in cui vengono ambientate le storie, seppur mai specificato, rimanda tranquillamente ad una delle tante possibili regioni italiane.

Prendiamo in esame alcuni personaggi in versione italiana: Olivia, la fidanzata di Braccio di Ferro, diventa una brava casalinga, gelosa e talvolta manesca ma sempre meno irruenta di Olive Oyl.

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Braccio Story n.100

Poldo Sbaffini è decisamente più simpatico della sua controparte originale Wimpy.
Per Poopdeck Pappy, Bianconi mantiene il “Papà Trinchetto” coniato da Liorni.
Anche Pisellino diventa un personaggio di primissimo piano e quasi sempre presente nelle avventure di Braccio di Ferro italiano.

Quanto ai cattivi, arriva la Strega Bacheca, dotata di diversi poteri magici, ma che spesso utilizza come spalla nelle sue missioni Timoteo, il rivale indiscusso di Braccio di Ferro.

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Braccio di Ferro Story n.28

Una miriade di serie parallele e supplementi

Con un formato “alla Topolino”, il n.1 di Braccio di Ferro targato Bianconi uscì nel dicembre 1963 e proseguì la sua numerazione ad annate fino al 1974, mentre dal 1975 in poi la numerazione diventerà progressiva. Fu un’esplosione di vendite senza precedenti per la Bianconi, che poi andò a chiamarsi – come abbiamo già visto nella prima puntataMetro. L’unico prodotto rivale del formidabile Topolino fu proprio il Braccio di Ferro di Renato Bianconi. Trent’anni di pubblicazioni ininterrotta, per la serie inedita. Si, perché di serie Bianconi ne ha sfornate tantissime.

Fin da subito ci fu una forte richiesta dei giovani lettori: volevano leggere più storie di Braccio di Ferro. Bianconi accontentò questa richiesta. Tutt’oggi si fa fatica nel capire quante serie dedicate a Braccio di Ferro hanno invaso le edicole italiane per quasi quarant’anni. Proviamo a fare un po’ di ordine.

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Braccio Mese n.16

Già nel 1964 – l’anno successivo all’uscita del n.1 della serie originale – arriva un supplemento alla serie inedita di Braccio di Ferro, prima trimestrale, poi bimestrale ed infine mensile: si tratta di Super Braccio Di Ferro. Composta da due serie: una di 86 numeri (dal giugno 1964 al dicembre 1974), l’altra di ben 277 numeri usciti dal febbraio 1973 al giugno 1994.

Un’altra serie che invaderà gli scaffali delle edicole sarà Popeye, composta da tre serie uscite dal 1970 al 1990. Fu caratterizzata da un continuo cambio di formati e di denominazioni: prima Braccio di Ferro Popeye, poi Popeye Braccio di Ferro, poi nuovamente Popeye e infine Popeye Braccio di Ferro.

Nel 1975 esce anche una serie formato bonelliano, Braccio di Ferro Story, che poi dal n.70 (ottobre 1983) diventerà semplicemente Braccio Story.

A partire dal luglio 1979 uscì Gran Braccio di Ferro, ormai edito da Metro (il nuovo nome della Bianconi). Dal n.36 questa serie divenne un supplemento a Braccio di Ferro serie inedita e dal n.144 (febbraio 1991) ci fu anche un cambio di grafica della testata e la collana diventerà Collana Braccio di Ferro.

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Braccio Più, una delle miriadi di testate della Bianconi - Metro

Ma non finisce qui: anche se la serie inedita rimase quella del dicembre 1963 pubblicata ad annate fino al 1974 e poi con numerazione periodica dal 1975 in avanti, la richiesta di ancora più storie da leggere continuò ad essere costante tra i lettori italiani più giovani, non solo negli anni ’70 ma anche agli inizi degli anni ’80.

Tutto Braccio è un’altra serie che accompagnerà i lettori dal 1981 fino al 1996. Si tratta a sua volta di una ristampa delle storie contenute in Braccio di Ferro Story.

Seguono Gran Popeye (30 numeri dal dicembre 1982 all’agosto 1990), Okey Braccio – questa un supplemento a Braccio di Ferro Story (36 numeri dal giugno 1983 al luglio 1990).

Prodotto anomalo fu Braccio di Ferro Festival che non conteneva solo le avventure del marinaio ma anche degli altri personaggi della Bianconi–Metro come Soldino, Pinocchio, Poldo, Provolino e Geppo. Furono pubblicati 61 numeri dal 1983 al 1991.

Altre serie minori, ma pur sempre caratteristiche, sono state Braccio Più, Braccio Mese, Le avventure di Braccio di Ferro, Braccio di Ferro Serie Oro, Comics Braccio di Ferro e Forza Braccio.

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Popeye - Le avventure di Braccio di Ferro n.1 degli anni '80

Infine, si arriva al n.593 del gennaio 1994, mese in cui uscì l’ultimo numero della serie inedita di Braccio di Ferro. 

Dopodiché a partire dal giugno 1996, arriva Nuovo Braccio di Ferro, l’ultimo prodotto targato Metro che ristampava le avventure della vecchia serie inedita cui alternerà in molti numeri (solitamente all’inizio e alla fine di ogni albo) storie inedite. Come supplemento, a cavallo tra il 1999 e 2000, usciranno anche 3 albi di Clan Braccio di Ferro. Tutti i dettagli di queste uscite si trovano nella prima puntata di questo nostro viaggio.

Nel 2000 finisce quest’era romantica e si conclude un pezzo di storia importante del fumetto italiano. Si, italiano: l’eredità di Renato Bianconi e dei suoi artisti come Sangalli, Dossi Colantuoni, Motta, Sbattella (vere e proprie leggende del fumetto italiano) è talmente grande che è un peccato che per diversi decenni non si sia quasi più parlato di un personaggio che ha tenuto compagnia a generazioni di lettori, perfino – e questo riguarda anche chi scrive – la generazione a cavallo tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, con quelle edicole ancora piene di buste estive colorate con il marchio di Braccio di Ferro.

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Uno degli ultimi numeri della serie inedita, n.591

I prodotti più recenti

Si sa, ciclicamente l’interesse per Braccio di Ferro torna a farsi sentire. Nel corso di questi ultimi cinque anni ci sono state alcune uscite in edicola e non solo, proprio dedicate alla versione italiana del marinaio.

Ad esempio, nel 2020, l’Editoriale Cosmo – sotto la cura del compianto Luca Boschi – pubblicò I protagonisti del fumetto – Braccio di Ferro. Albi di 144 pagine che andavano a ripercorrere le migliori storie (alcune davvero rare) di Braccio di Ferro. Un prodotto misto che alternava avventure uscite con la Bianconi ad altre pubblicate da Giuseppe Vita, senza tralasciare alcune storie americane di Sagendorf e Segar.

Questa serie era ricca di tantissimi testi redazionali ben fatti, scritti dallo stesso Boschi. Purtroppo, la sua prematura scomparsa mise in grande difficoltà la Cosmo che tirò avanti per qualche altra uscita, monca di testi redazionali, fino all’interruzione della serie con il n.19.

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I protagonisti del fumetto- Braccio di Ferro n.10, Star Comics
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Il Braccio di Ferro Italiano n.1, Star Comics, 2024
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Il balenottero della Salani uscito in libreria nel 2021

Per il circuito librario si segnala il pocket Il meglio di Braccio di Ferro, edito da Nuvole Salani nel 2021. Un volume corposo, di 368 pagine, in cui con grande attenzione e ricerca sono state selezionate e divise per tematiche oltre venti avventure del Braccio di Ferro della Bianconi-Metro. Il prodotto più economico e disponibile tutt’oggi per rendersi conto della genialità di Renato Bianconi e del suo staff di artisti.

Infine segnaliamo, sempre per la Cosmo, una bellissima iniziativa durata sei albi, tra la primavera e l’estate 2024: Il Braccio di Ferro Italiano. Ogni albo era composto da 190 pagine contenenti le migliori storie disegnate da Sandro Dossi negli anni d’oro dell’era Bianconi-Metro.

Francesco Bertelli

Scrivo storie e mangio pane e fumetti

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