Si conferma annata ricca di debutti anche questa del 1987. Rimarrà un episodio isolato quello firmato da Luigi Grecchi – veterano della scena fumettistica – mentre sarà il primo di una lunga serie quello di Luigi Mignacco. L’autore genovese stupisce con una prova maiuscola: nel corso di una lunga storia sul passato del pilota amazzonico viene persino svelata la circostanza in cui all’eroe fu affibbiato il proprio soprannome. Una novità importante è, a partire dal n.145 Vento di guerra, la comparsa del frontespizio che introdurrà gli albi di Mister No e – soprattutto – la rubrica della posta curata da Sergio Bonelli. Proprio nella prima apparizione della rubrica, l’editore svela che dietro lo pseudonimo Guido Nolitta c’è proprio lui; notizia già edita ma ancora sconosciuta a tanti. Inoltre, Bonelli annuncia anche la volontà di confezionare delle storie con sfondo il continente africano. Come ben sappiamo, la successiva risposta entusiasta dei lettori porterà Jerry a vivere quelle avventure che faranno parte dell’indimenticabile “trasferta africana”.
Mister No n.139-143 “Gli spietati”
di Guido Nolitta & Domenico e Stefano Di Vitto
Dicembre 1985 – Aprile 1987
Mister No accompagna a Trinidad, con il suo piper, il vecchio amico Walter Murphy, impegnato in un grosso affare immobiliare. Con loro viaggiano la moglie di Walter e la bella Brenda Morris, al cui fascino Mister No non saprà resistere. Giunti nell’isola caraibica, i quattro amici subiranno un attentato da parte dei Thugs, la frangia più violenta della numerosa comunità indiana locale guidata da due ambigui personaggi: il potente Surat Khan e il Principe Ahmed. Quando Brenda verrà improvvisamente rapita, Mister No entrerà in azione per liberarla e scoprire l’identità del misterioso mandante.
Lunga avventura a firma Guido Nolitta col ritorno di Jerry sull’isola di Trinidad che, all’epoca della storia in questione, era una colonia dell’impero britannico. L’autore sottolinea le tante divisioni etniche della popolazione locale, in cui fa la voce grossa quella di origine indiana che mira all’indipendenza dalla dominazione inglese. Equamente divisi i momenti con toni da commedia – come un impacciato Jerry alla serata di gala del principe Ahmed con una giacca troppo stretta – e sequenze più drammatiche. In queste ultime spicca sicuramente la lotta all’ultimo sangue che Mister No dovrà ingaggiare con una ferocissima tigre! Un episodio intrigante nei suoi echi salgariani che, nonostante alcune cadute di ritmo, si mantiene interessante fino alla fine. Ottima prova dei fratelli Di Vitto, ormai padroni del volto e della fisionomia di Mister No, capaci di offrire tavole molto convincenti anche di fronte a scenari meno noti ai lettori delle avventure del pilota amazzonico, come quelle presenti in questo episodio.
Mister No n.143-145 “La spedizione scomparsa”
di Luigi Grecchi & Roberto Diso
Aprile-Giugno 1987
Un’avventuriera di nome Glenda, spacciandosi per la figlia del professor Parker a capo di una spedizione scientifica dispersa nella giungla, si impossessa del piper di Mister No, dirigendosi verso un’ignota destinazione. Riuscito – con l’aiuto di Esse-Esse – a ritrovare il velivolo e a catturare Glenda, Mister No viene al corrente di inquietanti fenomeni accaduti nella foresta dove, pochi mesi prima, si era schiantato un grosso meteorite. Il prosieguo degli eventi porterà i due amici nel luogo della caduta del corpo celeste, dove dovranno vedersela con un manipolo di criminali e con spaventose creature dalla genesi misteriosa.
Debutta nella serie Luigi Grecchi, prolifico sceneggiatore con alle spalle una lunga collaborazione con la Editrice Universo, oltre a numerose altre pubblicazioni. In questa sua prima – e unica – fatica vengono riportate in auge le tematiche fantastiche legate a mutazioni genetiche di piante ed animali dalle spaventose proporzioni, già esplorate da Nolitta in un precedente episodio. Il tutto viene legato ad avvenimenti che si susseguono freneticamente in un crescendo che non lascia respirare il lettore: false identità, tradimenti, omicidi, sabotaggi, atterraggi di fortuna sono solo alcuni degli ingredienti di questo episodio. Non sempre l’autore riesce a bilanciarli con efficacia e alcune situazioni nascono o si risolvono in modo banale. Tuttavia la prova di Grecchi può essere considerata più che dignitosa, grazie ad una buona caratterizzazione dei personaggi – compresi Mister No ed Esse-Esse – e all’assenza di cali di ritmo. Questo resterà però l’unico contributo dell’autore milanese alle avventure del pilota amazzonico, oltre che diventare la sua ultima prova in ambito fumettistico, in quanto preferirà dedicarsi interamente alla divulgazione scientifica.
Mister No n.145-148 “Le tigri volanti”
di Luigi Mignacco & Franco Bignotti
Giugno-Settembre 1987
Folgorante esordio ai testi per Luigi Mignacco, autore di una lunga storia incentrata sul passato di Jerry Drake. Un episodio particolarmente ambizioso, in cui veniamo a conoscenza di episodi fondamentali che hanno forgiato il carattere del pilota amazzonico. Non solo: scopriamo anche la genesi del nome “Mister No”, affibbiato a Jerry dal crudele capitano giapponese Saiko in uno dei momenti più drammatici della storia. Eccellente la caratterizzazione dei tanti personaggi presenti, a cominciare da William “Bat” Barlington, amico, istruttore di pilotaggio e vero e proprio mentore del giovane Jerry. La scrittura di Mignacco è fluida, alternando efficacemente commedia a momenti più tesi, all’interno di una cornice ben calata nel contesto storico dell’epoca. Non mancano nemmeno gli espliciti omaggi ad autori che hanno segnato l’immaginario di Mignacco oltre che veri e propri maestri dell’arte fumettistica, come Milton Caniff, Hergé e Attilio Micheluzzi. Straordinaria anche la prova di Franco Bignotti, specie nelle raffigurazioni dei tanti velivoli che popolano le sue tavole, a partire dai feroci e inquietanti profili delle Tigri Volanti, i caccia dei mitici mercenari dell’American Volunteer Group.
Per un approfondimento: la scheda sul sito storico di uBC
Mister No n.148-152 “La notte dei machetes”
di Guido Nolitta & Franco Bignotti
Settembre 1987 – Gennaio 1988
Mister No giunge nello stato messicano del Chiapas per riportare alla sua base operativa mister Merril, un funzionario della Kentucky Gum Company, impresa dedita al commercio della gomma da masticare. Qui viene coinvolto nella violenta e sanguinosa rivolta della manovalanza preposta alla raccolta della resina vegetale (i cosiddetti chicleros), esasperati da mesi di mancati pagamenti. La fuga nella giungla messicana – insieme al losco avventuriero Kramer – lo porterà a scontrarsi con il Giustiziere di Bonampak, un misterioso individuo mascherato come il crudele condottiero di un famoso affresco, considerato il difensore della gente Maya. La scoperta della sua reale identità sarà l’ennesima sorpresa di questa lunga e drammatica avventura.
Trasferta messicana per Mister No, in un episodio che ha come sfondo la povera e tormentata terra del Chiapas. Anche qui troviamo quelle dinamiche sociali che il pilota amazzonico ha già conosciuto abbondantemente in Brasile: povera gente sfruttata dalle grandi compagnie come i miserabili chicleros, costretti a lavorare in condizioni durissime e considerati alla stregua di bestie da soma. Abbruttiti dall’alcool e furiosi per le mancate retribuzioni, insorgeranno contro i loro “padroni” con una violenza bestiale, rappresentata in tutta la sua tragicità da un efficacissimo Franco Bignotti. A questo primo contesto se ne unisce un secondo, in cui facciamo la conoscenza dei lacandones, un popolo indio discendente dai Maya, vittime di un vero e proprio genocidio e ridotti a poche centinaia di unità. Si erge a loro difensore un vendicatore con le sembianze del Gran Capo di Bonampak, pronto a punire con la morte chi opprime e aggredisce i suoi protetti. Due scenari diversi, ottimamente amalgamati da un Guido Nolitta bravissimo a legare personaggi e situazioni, senza che la storia perda ritmo o risulti discontinua. Le sessanta pagine finali – in cui Mister No cerca in tutti i modi di salvare la vita all’idealista Teddy – sono l’emblema della sua enorme carica umana e della sua voglia di non rassegnarsi anche di fronte alle situazioni più disperate. Dopo essere stato protagonista anche nel precedente episodio, il già citato Bignotti confeziona un’altra prova di grande bravura e – probabilmente – stabilisce un record comparendo in ben 8 albi consecutivi nella serie del pilota amazzonico.
Mister No Speciale n.2 “Uomini nella giungla”
di Guido Nolitta & Roberto Diso
Giugno 1987
Il giornalista James Stanley ingaggia Mister No per fargli da guida nella giungla venezuelana, alla ricerca dello scomparso Fred “Lone Walker” Kelly. Quest’ultimo è una sorta di esploratore solitario specializzato in imprese dall’alto coefficiente di difficoltà, senza l’ausilio delle moderne tecniche di comunicazione. I giornali hanno dato ampia cassa di risonanza alla sparizione di Kelly, aumentando quindi a dismisura la sua già diffusa notorietà. Ben presto Stanley svelerà che si tratta di un’enorme messa in scena: i due hanno organizzato una falsa sparizione per montare uno scoop giornalistico sul ritrovamento del “camminatore solitario”. Oltre che imbroglioni i due si riveleranno anche degli spietati criminali, ai quali Mister No giurerà battaglia.
Ancora una volta lo speciale viene affidato alla collaudata coppia che vede Guido Nolitta ai testi e Roberto Diso alle chine. Un’avventura che si muove su scenari abbastanza consolidati, come la ben nota foresta amazzonica, esplorando questa volta il versante venezuelano piuttosto che quello tradizionale brasiliano. Cambiano i nomi delle tribù indios e quelli dei fiumi ma la sostanza rimane identica: miglia di giungla intricatissima, paludi sterminate e centinaia di torrenti e fiumiciattoli da attraversare. In questo contesto Mister No deve vedersela con una coppia di spregiudicati truffatori, uniti da un cinico arrivismo mediatico e dal disprezzo della vita umana. Ancora una volta Nolitta ci fa assistere ad un massacro di indios da parte dell’uomo bianco, così gratuito e feroce da renderci partecipi della collera che assale lo stesso Mister No. L’autore riesce comunque a stemperare il dramma della vicenda con un frizzante finale, con la spassosa irruzione di Jerry nello studio televisivo che ospita i due imbroglioni.
