Tu hai la stoffa per compiere grandi imprese, ma devi prendere in mano il timone, tracciare la tua rotta e devi seguirla anche in caso di burrasca. E quando verrà il momento in cui potrai mettere alla prova la qualità delle tue vele e mostrare di che pasta sei fatto, beh, spero di essere lì, a godermi lo splendore della luce che emanerai quel giorno.
Il manga My Hero Academia di Kohei Horikoshi è un inno alla vita.
La storia vede all’opera Midoriya, un giovane studente che sogna di diventare un eroe. In un’epoca in cui si sono sviluppati degli individui dotati di poteri speciali, i quirk, il nostro protagonista si ritrova a non svilupparne nessuno. Ma quando il sogno sembrava spezzato, l‘Hero Number One All Might poserà lo sguardo su di lui, cambiando radicalmente il corso degli eventi.
I 42 volumi di cui si compone l’opera mettono in risalto il binomio tra la crescita interiore di un ideale e la fragilità stessa insita in questo.
La vita ce lo insegna quotidianamente.
È facile credere e proteggere quegli ideali, ancor di più se vengono condivisi da qualcuno che ci indica la via quando tutto va per il verso giusto. Ma è nei momenti di sconforto, in quei momenti in cui il terreno sembra sgretolarsi sotto i nostri piedi, che dobbiamo essere retti e saldi, per noi stessi in primis e per chi ci ha tenuti per mano e fatto capire quanto fossero preziosi e unici.
Midoriya e All Might ci insegnano questo.
Fin dalle prime pagine, notiamo quanto la figura di Midoriya sia votata al sacrificio per gli altri, tanto da rischiare la sua stessa vita per un bene superiore. E questo suo modo d’essere viene sottolineato dalla figura di All Might che, rivedendosi nel ragazzo, entrerà nella sua vita come una sorta di padre adottivo e farà di tutto per cercare di salvaguardarlo.
Una volta entrati nel pieno del racconto, anche la figura di Bakugo si rivelerà essere determinante per la crescita di Midoriya. Il loro rapporto di stima reciproca – celata inizialmente da Bakugo attraverso le offese e il distacco – è, dal punto di vista della sceneggiatura, uno dei punti più alti della storia. Il primo è il ragazzo talentuoso, nato con il quirk “distruzione esplosiva” che gli consente di produrre esplosioni grazie a una sostanza simile alla nitroglicerina che secerne dai palmi delle mani. Il secondo, Midoriya (Deku che vuol dire fantoccio, soprannome affibbiatogli da Bakugo), è inizialmente un senza quirk ma il coraggio che elargisce fin da subito gli conferisce quella scintilla dell’Hero.
Tu darai alla gente un ideale al quale ispirarsi. Correranno con te, vacilleranno cadranno, ma col tempo, saranno accanto a te nella luce, col tempo li aiuterai a compiere meraviglie.
Umanità
Quirk
Fiamma
Condivisione
Legame
Famiglia
Casa
Eroi
È tarda sera.
Esco di casa.
Inizio a camminare.
Un piede dopo l’altro.
Passo dopo passo.
Mi guardo attorno, il paesaggio è fitto di palazzi. I pali elettrici sono fitti di quei cavi che si attorcigliano e si sviluppano per lunghe distanze.
Le innumerevoli luci che adornano il panorama mi fanno sentire come se fossi a teatro.
Al centro di un palco.
Protagonista di una grande storia.
Vorrei danzare.
I rumori conferiscono quel tema di realismo all’opera di questa mia fantasia teatrale.
Ma ecco, che un disperato grido di aiuto di un passante mi fa tornare alla realtà.
Accelero il passo e inizio a correre in direzione del suono.
Le urla si mischiano in pianti e singhiozzi.
Arrivo a destinazione.
È un vicolo putrido e abbandonato.
Una flebile luce fa affiorare delle sagome.
Intravedo due figure.
Mi avvicino ancora per riuscire a vedere meglio nonostante la poca illuminazione.
È una ragazza, più o meno avrà la mia età. Una figura incappucciata con un mantello nero la tiene per i capelli e con l’altra mano le punta la pistola alla tempia.
Inizio a tremare. Il sudore freddo diviene la mia bara da morto. Il respiro viene quasi a mancare e il cuore pulsa ad un ritmo forsennato.
Il mio corpo, però, si muove da solo e si getta sulla figura ostile.
Si sente uno sparo.
E poi tutto attorno a me svanisce nel nulla…
Due personalità diverse ma che si riveleranno essere l’uno fondamentale per la crescita dell’altro.
Horikoshi crea un racconto che fa commuovere, ponendo il focus sulla caratterizzazione dei personaggi e donando a ciascuno di essi una peculiarità unica.
L’autore si spinge anche a scavare nella psiche e nei rapporti tra i villain, All for One, Shigaraki (Tenko Shimura) e di questi ultimi con gli Heroes, perché come viene ribadito più volte nel manga, è molto sottile la linea che divide gli uni dagli altri.
L’opera riprende alcuni elementi già presenti nel manga Naruto di Masashi Kishimoto, ma lo fa con rispetto e ammirazione verso il Sensei.
Ho riscontrato anche un tributo al film Avengers Endgame, nella doppia splash page durante la battaglia finale, nell’armatura di All Might Armored molto somigliante alla nanotecnologia della tuta di Iron Man.
Inoltre ci sono, come confermato dall’artista, dei rimandi alla saga di Star Wars.
I temi che vengono trattati spaziano dall’odio alla solitudine, dall’abbandono all’amicizia e all’amore.
Dal punto di vista grafico, Horikoshi dimostra tutto il suo talento. I disegni sono espressivi e vivi. Colpisce molto la fisionomia dei volti e la fantasia utilizzata per creare i costumi dei personaggi.
Se proviamo a leggere nel profondo, notiamo che My Hero Academia è più di uno shonen. La storia fantastica che ruota attorno a questa società di superuomini ci mette davanti alla convinzione che tutti siamo degli eroi nella nostra vita.
Non è tanto il potere che acquisisci che fa di te un Hero.
È l’utilizzo che ne fai.
È essere una luce e una guida per gli altri, un faro di riferimento nell’oscurità.
C’è chi congiunge le mani, chi sospira profondamente, chi spera con tutte le proprie forze.
Le persone non nascono tutte uguali, siamo diversi, per questo dobbiamo prenderci cura l’uno dell’altro. Siamo diversi, dentro e fuori e per trovare un punto d’incontro con le altre persone dobbiamo correre verso di loro. Questo è ciò che ho imparato all’età di diciassette anni. La realtà della società. Quel giorno udii chiaramente le tante preghiere e le urla di chi mi incoraggiava.
Le loro voci mi spronano ancora adesso. Se avere a cuore il bene di qualcun altro è il primo passo per diventare uno Hero, allora quel giorno tutti quanti sono diventati Heroes più grandi di sempre.
