uBC   Night Bus

Night Bus e la delicata apoteosi della fantasia

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La vita è per me un sonno leggero che si sogna a occhi aperti e in cui, ora e allora, spuntano lampi che sono i sogni propriamente detti”. 

Torno a parlare di un manhua dopo aver scritto de Il soffio del vento tra i pini di Zao Dao (articolo che ha segnato il mio esordio sul Magazine uBC) e, nel farlo, rammento quanto ancestrale sia stata quell’opera. 
Ma torniamo al presente – seppur per pochi istanti, perché vi porterò all’interno di un viaggio surreale…

Night Bus è un intenso e cupo manhua dell’artista cinese Zuo Ma, pubblicato per Bao Publishing nell’omonima collana espressa attraverso l’hànzì , che ha l’ambizioso intento di promuovere gli autori e le autrici più interessanti dalla Cina e dai paesi orientali limitrofi, il tutto tenendo fede al significato originale del suo nome (bǎo che in mandarino significa “tesoro”).

Inizio a parlare di Night Bus prendendo in prestito la frase sopra citata di Fernando Pessoa – tratta da Il libro dell’inquietudine – perché è come se si adattasse specificamente al senso dell’opera. La trovo pregnante e funzionale. 
Night Bus è un’opera che emerge per la sua visione onirica e surreale, tessendo realtà e sogno in un flusso emotivo che incontra le convenzioni del racconto lineare.

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Il logo BAO

La struttura narrativa ci parla di una giovane donna che prende un autobus notturno, ma il viaggio che intraprende si trasforma presto in un’esperienza al di fuori della realtà, popolata da paesaggi inquietanti, figure misteriose e ricordi che emergono dai recessi della mente. L’autobus diventa così una metafora del viaggio, dove passato, presente e immaginazione si intrecciano nel candore della notte e nei meandri dell’animo umano. Non esistono confini rigidi tra il mondo reale e quello dei sogni, e Zuo Ma gioca con questa ambiguità per creare un’atmosfera immersiva e straniante, capace di evocare atmosfere sospese, tra il poetico e il malinconico.

Il tratto grafico di Night Bus è delicato, con il suo bianco & nero che accentua il tono mesto e il senso di mistero, soprattutto in quelle tavole che si alternano tra paesaggi realistici e sequenze surreali, con dettagli che catturano lo sguardo e invitano il lettore a soffermarsi. 
L’autobus non è più un mezzo di trasporto: diviene simbolo di una transizione, non solo fisica ma anche psicologica. 
Un mezzo per viaggiare attraverso gli stati dell’essere e dell’inconscio, restituendoci una visionarietà che difficilmente riusciremmo a trovare nei nostri sogni più liberi. 

Questo fumetto rappresenta a tutti gli effetti un aiuto per sognare ad occhi aperti, per controllare il gioco, rendendoci partecipi di una condizione che nessuna forma d’arte riuscirebbe a donarci in tal senso. 

Uno degli elementi più forti dell’opera è l’atmosfera. C’è una costante sensazione di attesa e inquietudine, come se qualcosa di terribile o meraviglioso potesse accadere da un momento all’altro. Questo senso di sospensione contribuisce a tenere il lettore sul filo del rasoio, anche se la narrazione è lenta e meditativa.

L’opera pone uno sguardo al passato e ci ricorda Alice nel paese delle meraviglie, dove (come anche qui) gli scenari che costituiscono il corpo della storia prendono vita. Questa perdizione prettamente visiva – come scrivevo poco sopra – porta il lettore a smarrirsi in una zona labirintica. Ma il manhuajia (fumettista) trova una soluzione intelligente e raffinata. 
Abbiamo così un dettaglio interessante, che porta al lettore dei punti di riferimento visivi durante tutta la storia, per lo più, ad un occhio attento. Durante la lettura, infatti, troviamo il carattere chai dipinto su certe case e palazzi che, nella trama, viene utilizzato per indicare quali edifici vanno abbattuti nel processo di modernizzazione urbana portata avanti dal governo in diverse città. Questi elementi visivi ci rendono partecipi e, allo stesso tempo, con i piedi saldati all’interno della struttura narrativa. Come anche l’omaggio, nella stessa tavola, al film d’animazione Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki.

Fluttuante e meraviglioso viaggio nei meandri della surrealtà umana.
Night Bus non è un fumetto per tutti. Richiede pazienza e un gusto per il surreale e l’indefinito. Chi cerca una trama chiara e lineare potrebbe trovarsi disorientato, ma chi è disposto a lasciarsi trasportare da un racconto – che è più un’esperienza sensoriale che una semplice narrazione – troverà in quest’opera di Zuo Ma una profonda e toccante riflessione sulla condizione umana.
Night Bus è un viaggio nella psiche, un’esplorazione visiva e narrativa che sfida le convenzioni e invita a una lettura intima e personale, tanto da aver bisogno di almeno due letture: una per godere della storia e dei disegni, l’altra per viverci dentro. 
Questo duli manhua (letteralmente: fumetto indipendente) rappresenta molto bene il senso che definisce il termine “fumetto”: ovvero, la rappresentazione in senso figurato dell’apoteosi della fantasia.

Night Bus
di Zuo Ma
BAO Publishing (2018)
b/n, 216 pp – 18,00€

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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