Nel corso degli anni (ma, direi, soprattutto grazie alla tanta esperienza di letture), ho affrontato tutti i tipi possibili e immaginabili di fumetti. Per capirci, non mi pongo limiti di generi e/o stili.
Questa segnalazione è legata ad un fumetto che viene etichettato come “Graphic Soul”. Termine nuovo per il sottoscritto che di recente ha avuto a che fare con il Graphic Memoir (vedi Heimat e Diari di Guerra di Nora Krug) e il Graphic Medicine (per intenderci, vi rientra un fumetto come Rughe di Paco Roca).
Il Graphic Soul – prendendo in prestito le parole dell’ufficio stampa che gestisce la comunicazione dell’opera in questione – si riferisce a “[…] immagini e parole che si fondono per raccontare l’umanità nei suoi margini più vivi, dolenti e autentici“.
Parliamo de I matti di Sànpert di Alessandro Pertosa e Lucilio Santoni, un fumetto (sicuramente fuori dagli schemi) che indaga – attraverso anche una soluzione grafica “aperta” e contaminata da diversità di stampa – degli inquieti, degli erranti, di chi nelle storie o nel bianco fondo della pagina cerca disperatamente il riflesso della propria anima tormentata.
“[…] non solo fumetto, non solo poesia, ma intreccio viscerale di immagini e parole che affondano gli artigli nella contraddittoria anima del mondo. Con tratti ruvidi e dolcezze inaspettate, con testi che vibrano di palpitante emozione, questa poesia dell’anima dà voce a chi abita i margini, a chi porta il dolore inciso sulla pelle e lo sente pulsare in ogni fibra del proprio essere. Sànpert è uno stare al mondo.”
Edito da Graphe.it, I matti di Sànpert rimane comunque afferente alla famiglia del Graphic Novel. Verrà presentato domani a San Benedetto del Tronto e uscirà in fumetteria e in libreria.
