Ho parlato più volte, nelle Short dedicate ai Tascabili BUR con i Peanuts, delle strisce riservate a certi tormentoni indimenticabili che caratterizzavano i vari personaggi, a partire dai fallimenti di Charlie Brown in qualsiasi sport si cimentasse e dalle avventure di Snoopy nei panni del Grande Bracchetto o dello scrittore d’insuccesso. Ma numerose e variegate erano le situazioni, solo apparentemente ripetitive, che caratterizzavano anche gli altri: il rapporto simbiotico di Linus con la sua coperta, l’idiosincrasia di Sally per la scuola e lo studio, le avances di Lucy costantemente rifiutate da Schroeder… e chi più ne ha, più ne metta.
C’era poi un altro tormentone a cui Schulz ha dato un risalto particolare nel corso degli anni, soprattutto in corrispondenza con Halloween: il Grande Cocomero.
Ma… perché “cocomero”, se la festività è Halloween e stiamo parlando di campi di zucche (come chiaramente mostrato anche in quarta di copertina)? Sembra che il curatore Oreste Del Buono avesse preferito una traduzione diversa rispetto a quella letterale (Great Pumpkin), in quanto – all’epoca – quella festività e le zucche connesse erano ben poco conosciute in Italia.
Zucca o Cocomero, resta il fatto che Linus vi ripone una fede quasi messianica e cerca di convincere anche gli altri a trascorrere la notte di Halloween nel suo orto, sperando di vederlo apparire: e quando Charlie Brown obietta al riguardo, il fratello di Lucy ha gioco facile nel proporre il parallelo con Babbo Natale, figura altrettanto mitica quanto inesistente… ma non per chi ci crede.
Naturalmente, come successo in altri volumetti, non tutte le strisce erano dedicate all’argomento principale della raccolta. In questa occasione, ad esempio, appariva per la prima volta Frieda, che non perdeva occasione per vantarsi dei suoi riccioli naturali: un nuovo personaggio che andava ad aggiungersi al fantastico universo dei Peanuts.
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