Come già accennato nel precedente articolo, dall’agosto 1982 il ruolo di curatore della testata Captain America era stato affidato a Mark Gruenwald.
Originario del Wisconsin, Gruenwald – già noto nel mondo fumettistico statunitense degli anni ’70 come produttore della fanzine “Omniverse”, nella quale si dilettava ad esplorare il concetto di continuity negli albi dei supereroi – era stato assunto dalla Marvel Comics nel 1978. Successivamente, nel 1982, il redattore capo Jim Shooter lo aveva promosso al ruolo di editor, affidandogli la cura editoriale di diverse collane tra le quali, appunto, Captain America.
Anticipo fin da ora, per dare l’idea della competenza e capacità di questo autore, che verso la fine degli anni ’80 Gruenwald divenne redattore esecutivo, con l’incarico particolare di “garante della continuity” dell’Universo Marvel. Gruenwald era infatti famoso per la memoria dei più banali dettagli della storia fittizia dei fumetti della casa editrice, tant’è vero che annualmente veniva indetta una gara con i lettori, che lo sfidavano con domande impegnative, alle quali puntualmente riusciva a fornire una risposta. Egli è anche noto per aver creato l’Official Handbook of the Marvel Universe, una guida enciclopedica in 15 volumi (seguìta da sporadici aggiornamenti) che descrive in dettaglio l’universo immaginario presentato nelle pubblicazioni Marvel Comics.
Dopo l’addio di J.M. DeMatteis, autore di un unanimemente acclamato ciclo di storie del Capitano, Gruenwald si ritrovò a dover gestire il difficile passaggio di consegne del personaggio ad un nuovo sceneggiatore. Inizialmente affidò l’incarico al suo assistant editor, Mike Carlin, il quale – sempre affiancato dal disegnatore Paul Neary – nel numero 301 datato gennaio 1985 risolse in breve (ma con trovate narrative indovinate) le questioni rimaste in sospeso: il cadavere del Teschio Rosso venne bruciato su una pira funebre; Steve Rogers ritornò in perfetta forma fisica grazie ai Vendicatori che usarono su di lui il macchinario che lo aveva invecchiato, invertendone gli effetti; Madre Superiora (figlia del Teschio Rosso) tornò ad un’età adolescenziale in virtù del medesimo procedimento. In tal modo si poteva davvero ripartire da capo con nuove avventure.
Nei successivi tre numeri (302/304), tornarono Batroc il Saltatore con la sua nuova “brigata” (composta dai criminali Machete e Zaran) assoldati dalla Stane International (un’azienda che in quel periodo stava dando del filo da torcere anche a Tony Stark/Iron Man) per rubare lo scudo di Cap e poterlo replicare; mentre nei numeri 305 e 306 Carlin spedì il Vendicatore a Stelle e Strisce in Terra d’Albione per combattere il malvagio Modred al fianco di Capitan Bretagna (suo “corrispettivo” britannico dalle origini mistiche).
Ma con Captain America 307 del luglio 1985 fu lo stesso Mark Gruenwald a passare dal ruolo di editor a quello di sceneggiatore, per quella che sarebbe stata una delle più osannate, apprezzate e lunghe (ben 10 anni, fino al n. 443 del settembre 1995!) gestioni della collana.
Su questo numero, Gruenwald introdusse un nuovo, assurdo e potente villain, il misterioso e nichilista Madcap, futura nemesi di Deadpool in anni più recenti.
Ma questo è solo il primo di una lunga serie di personaggi creati dallo sceneggiatore che, in un modo o nell’altro, diventeranno ricorrenti sia nella serie del Capitano sia su altre collane.
Ad esempio, nel numero 308 esordisce il tragico e grottesco lottatore Armadillo; nel numero 310 compare la Società dei Serpenti (quella che un tempo era chiamata la Squadra dei Serpenti è ormai divenuta una vera e propria Società, che raccoglie gran parte dei criminali Marvel con identità collegabili a rettili di vario tipo, alcuni già conosciuti, altri del tutto nuovi, destinata a diventare una costante nelle avventure di Steve Rogers targate Gruenwald).
Sul numero 312 arriva invece lo Spezzabandiera (in originale Flag-Smasher), leader dell’organizzazione sovversiva U.L.T.I.M.A.T.U.M., che continuerà nel corso degli anni a tormentare Cap con attacchi terroristici motivati da una contorta ideologia antinazionalista.
Gruenwald non si limitò a introdurre nuovi nemici ma decise anche di rivoluzionare lo status quo di Steve Rogers sia nella sua vita di supereroe che in quella privata.
In Captain America 309 allontanò Jack Monroe/Nomad dal cast dei comprimari fissi; il personaggio, tuttavia, ricomparirà di tanto in tanto, come ospite speciale (successivamente, in particolare negli anni ’90, Nomad rinuncerà al suo costume colorato optando per dei semplici abiti civili, trasformandosi in una sorta di “vigilante vagabondo” impegnato in una crociata personale contro signori della droga, gruppi neonazisti e altre minacce meno “pittoresche” di quelle affrontate con Cap).
In Captain America 311 Steve Rogers decide di proporsi alla redazione della Marvel Comics come disegnatore e incontra Mike Carlin, il quale – soddisfatto dalle illustrazioni di prova mostrategli – gli offre subito un impiego: sembra che proprio la serie di Capitan America non stia riscuotendo molto successo nell’Universo Marvel e, secondo Carlin, questo nuovo disegnatore è proprio ciò di cui la testata ha bisogno. Il lavoro è suo!
In Captain America 312 Steve riceve dal Governo un inaspettato assegno da quasi un milione di dollari quale pagamento arretrati dal 1945!!! Decide allora di usare questo denaro per istituire la “Linea Verde di Capitan America”, una hotline composta anche da civili che avevano aiutato Steve in varie occasioni, come l’hacker Hiram Riddley o il vecchio amico Arnie Roth. Il perché di questa decisione è stato spiegato dallo stesso Gruenwald in un’intervista del 1988: “Nei primi due anni di lavoro sulla collana mi era venuto da pensare che non c’era un buon modo per Cap di servire l’intera America. Solitamente pattugliava le strade di New York o di Brooklyn, ma non di certo degli interi Stati Uniti! Dunque, ho risolto questo problema creando la Linea Verde di Capitan America perché potesse venire coinvolto in tutto il resto del Paese. In questo modo, inoltre, credo di avere reso le sue avventure più spettacolari”.
In Captain America 316, dell’aprile 1986, Gruenwald fa uscire di scena anche la fidanzata di Steve Rogers, Bernie Rosenthal, la quale decide di proseguire gli studi per diventare avvocato trasferendosi alla facoltà di legge dell’Università di Madison in Wisconsin. Nonostante alcune sporadiche apparizioni nei numeri seguenti, da questo numero Bernie praticamente esce dalla vita amorosa di Steve.
Con i successivi due numeri (317 e 318), Mark Gruenwald chiude definitivamente l’impostazione delle storie del Capitano che si era vista dagli ultimi mesi del 1979, allorquando era andato ad abitare a Brooklyn Heights. Con il trasferimento di Bernie, anche Steve Rogers lascia il proprio appartamento e torna a risiedere nella base dei Vendicatori, situata sulla Quinta Strada di New York.
Dopo questo ennesimo, importante cambiamento nella vita di Capitan America, nei numeri 319 e 320 (luglio-agosto 1986), Gruenwald porta in scena non un nemico di propria creazione, bensì uno creato da Dennis O’Neal, sceneggiatore e suo amico e maestro: il Flagello dei Criminali (Scourge nell’originale). Vigilante senza scrupoli, abile trasformista e mercenario, nell’arco di un paio di anni e su diverse testate il Flagello uccise una trentina di criminali “minori” dell’Universo Marvel, decidendo di sostituirsi al sistema giudiziario americano da lui ritenuto troppo clemente. Fermato da Capitan America, si scopre che in realtà non esiste un solo Flagello, ma un vero e proprio Programma Flagello, con diverse persone pronte ad assumere l’identità del vigilante.
Su Captain America 321/322, lo scudiero a stelle e strisce affronta ancora una volta lo Spezzabandiera e la sua organizzazione U.L.T.I.M.A.T.U.M. In questi due albi Gruenwald si lancia in uno stravolgimento abbastanza considerevole della tradizione di Cap, inserendolo in una situazione che lo costringe a uccidere uno degli alleati del suo nemico per impedirgli di sterminare una folla di ostaggi. Per quanto l’atto sia moralmente giustificato, Steve Rogers rimane profondamente turbato da questo evento: mai prima d’ora si era visto Capitan America uccidere deliberatamente (per quanto costretto dalle circostanze) un avversario, se non – forse – durante la Seconda Guerra Mondiale…
Dopo un episodio a sé stante, apparso sull’Annual n. 8 del personaggio (settembre 1986), in cui Gruenwald, con i disegni di Mike Zeck, presenta Capitan America fare occasionalmente squadra con Wolverine, il famoso mutante artigliato degli X-Men (le dinamiche tra i due sono davvero interessanti, trattandosi di personaggi “in antitesi”: Cap incarna il sogno legalitario di un ordine costituito, mentre il mutante canadese è un uomo senza regole, dal passato oscuro, che lotta contro il suo “lato” assassino), in Captain America 323 lo sceneggiatore fa entrare in scena un aspirante eroe di nome Super-Patriota che rivestirà un ruolo importantissimo nei mesi a venire, mentre nel numero 324 (che chiude l’annata 1986) torna sulla scena Nomad, impegnato in Florida in un’avventura contro un viscido boss della droga che si concluderà sull’albo successivo datato gennaio 1987.
Insomma, nei primi due anni della sua gestione come sceneggiatore della collana Mark Gruenwald, oltre a cambiare lo status quo di Capitan America in quanto a comprimari e nemici ricorrenti, ha messo nelle avventure parecchia “carne al fuoco” che attende solo di essere gustata nei mesi che verranno, con sconvolgimenti ancora più importanti…
(continua)
