Il limite del mondo

“Il limite del mondo”
di Francesco Memo e Barbara Borlini

Un sorprendente graphic novel ambientalista in due parti, ambientato in un futuro prossimo venturo

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È uscito nelle librerie l’anno scorso Il Limite del Mondo, sorprendente graphic novel  realizzata per Tunué dai sociologhi Francesco Memo e Barbara Borlini, già autori dell’opera storica La Vita che Desideri. La storia, dal taglio fortemente ecologico, racconta in due parti, le conseguenze del cambiamento climatico in un mondo prossimo venturo, in cui la temperatura è decisamente fuori controllo e le risorse essenziali iniziano a scarseggiare.

Si tratta di un volume dal formato molto particolare, definibile double side book, con due copertine, adatto a due storie che solo collegate soltanto per la stessa ambientazione e per i personaggi di contorno. 

Nella prima storia, ambientata in un’anonima valle alpina, la multinazionale Carbcap cattura l’anidride carbonica per alimentare serre dove avvengono coltivazioni ecosostenibili e dove è possibile sciare in piste indoor, visto che i ghiacciai sono ormai quasi tutti sciolti e la mancanza d’acqua angustia tutti quanti. Sembra la situazione ideale, ma non per Yves e il suo bisbetico nonno, che detengono l’ultima azienda pastorale tradizionale e ospitano sul loro territorio la biologa Margulis legata a Carbcap da complicati vincoli familiari.

Margulis, ispirata alla vera Lynn Margulis, la microbiologa che negli anni ’70 propose l’Ipotesi Gaia, che ipotizza che il nostro pianeta sia un grande sistema autoorganizzato, come ci rivela Telmo Pievani nella prefazione all’albo, cerca di portare avanti segretamente degli studi sulla nascita di nuove forme di vita vegetale.

A protestare contro gli esperimenti della Carbcap è anche un gruppo anonimo di studenti eco-attivisti, che partendo dalla scuola che frequenta Yves, cercano di bloccare le attività della multinazionale, dato che il suo operato è ecosostenibile solo all’apparenza. La scuola stessa d’altra parte è organizzata per favorire dei tirocini gratuiti degli studenti all’interno delle installazioni scientifiche della grande azienda. A sbloccare la situazione è l’intervento di Karsten Keller in persona, capo della Carbcap.

Nella seconda storia ci si trasferisce in una grande città, divisa in due zone, percorsa da rider che consegnano materiali di ogni genere ai fortunati che vivono in ville attrezzate ad affrontare il calore. Città costellate da Igloo dove è possibile ripararsi dal calore estremo, dove i più ricchi sono dotati di tute termoregolanti e dove la società sembra divisa nettamente tra i ricchi cool e i derelitti dull, esposti di fronte al riscaldamento globale, assoggettati a compiere le mansioni più umili, per questioni di razza e di censo.

Il limte del mondo

La storia è proprio basata sull’incontro tra un cool e un dull, tra Eve, la figlia di Keller e di Margulis, e Adam costretto a pedalare per la città per consegnare i beni che i ricchi consumano. Una storia di crescita e di acquisizione di consapevolezza delle contraddizioni che costituiscono la società, fino ad una scelta inevitabilmente di ribellione.

L’opera esplora le conseguenze future del cambiamento climatico in maniera netta, raccontando la quotidianità di chi deve subirlo, nel paesaggio alpino, senza più ghiacciai e acqua e la grande città assediata da temperature invivibili. L’approccio utilizzato tende ad evitare il catastrofismo, ma descrive al contrario un futuro distopico molto prossimo,  quasi un fanta-presente, la capacità di adattamento dell’umanità.  

Le due storie si incrociano, in prospettive a incastro, che le rendono intrecciate. Molta attenzione è riservata ai particolari tecnologici di prossimo sviluppo, alla cura degli ambienti, con una rappresentazione verosimile. Altrettanta attenzione è riservata alla costruzione dei vari personaggi, soprattutto in quello di Wei, vero attivista ribelle che si lega intimamente a Yves, confrontandosi con lui e aumentando la sua consapevolezza delle criticità ambientali che li circondano.

La delineazione dei personaggi e delle loro relazioni consente agli autori di affrontare varie tematiche, il bullismo, il razzismo, l’emarginazione, tutti centrali nei percorsi di crescita dei vari protagonisti, che si ritrovano a conclusione delle loro rispettive storie più consapevoli di se stessi e della realtà in cui vivono, anche se in fuga dalla loro esistenza quotidiana.

Come già scritto le ambientazioni e le tecnologie sono delineate con  grande attenzione, Molto particolari le scelte cromatiche utilizzate, dove predominano i toni freddi, in una bicromia che restituisce l’alienazione di una società sempre più in difficoltà.

Partendo da quest’opera, i due autori, Francesco Memo e Barbara Borlini hanno proposto in più occasioni dei laboratori diworldbuilding” destinato a studenti delle scuole superiori, accompagnandoli ad immaginare un mondo narrativo segnato dalla crisi ambientale e dal cambiamento climatico. Un fumetto innovativo anche da questo punto di vista.

Massimo Cappelli

"Fa quel che può, quel che non può non fa"

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