Oscar Mondadori n.477 “Bristow il contestatore integrato”

Le storie degli anni '70 che hanno creato il mio immaginario fumettistico

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Come raccontavo per l’Oscar Mondadori dedicato a Mort Cinder, in alcuni casi i volumetti di questa collana che trovavo nelle bancarelle dei libri usati – spesso alle Feste dell’Unità in cui venivo trascinato da una coppia di zii piuttosto militanti – li sfogliavo ma poi li lasciavo lì (e li avrei recuperati solo alla fine del decennio). Per l’immortale creato da Oesterheld & Breccia, la mancata scintilla fu causata soprattutto dai disegni del Viejo, oggettivamente ostici per un ragazzino di dieci anni circa; per il personaggio di cui parlerò oggi, invece, la mancata attrazione seguì altre vie.

Avevo infatti notato molti volumetti dedicati a questo Bristow (furono addirittura sei, in tutto), ma non mi convincevano né i disegni – che mi sembravano troppo caricaturali – né le brevi descrizioni in quarta di copertina come, ad esempio, quella qui riprodotta, estratta dalla prefazione di Franco Cavallone.

Chi era, mi chiedevo, questo Bristow raffigurato come un grigio impiegato d’azienda? Perché era un “contestatore integrato”, come diceva il titolo? E dov’era il divertimento di certe strisce (rimontate in verticale, come di consueto per questa collana) spesso fondate sulla ripetitività del suo lavoro? Tutto va contestualizzato, naturalmente: e una striscia GENIALE come quella qui raffigurata non poteva minimamente essere compresa da chi, come me, viveva in campagna e vedeva suo padre lavorare all’aperto tutti i giorni…

Solo qualche anno dopo rivalutai l’opera del fumettista britannico Frank Dickens, che ha creato il personaggio e lo ha pubblicato per una cinquantina d’anni su quotidiani e riviste distribuite in tutto il mondo (mercato statunitense escluso, come ho scoperto online). La satira graffiante contro il lavoro d’ufficio, i castelli in aria che Bristow costruisce per distrarsi, i mille espedienti con cui scansa lavori gravosi, i rapporti intessuti con colleghi e superiori valevano davvero la pena di essere recuperati.

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