Dovessi “giudicarlo” ora, questo episodio di Tex nella Guerra di Secessione non rientrerebbe certo tra i miei preferiti. Per prima cosa, peserebbe troppo la clamorosa gaffe in cui incorse Gianluigi Bonelli a suo tempo, “dimenticandosi” (come candidamente confessato in séguito da Sergio Bonelli in più interviste) di aver già fatto partecipare Tex – e addirittura suo figlio Kit! – a questa guerra civile, nella storia intitolata Gli sciacalli del Kansas. Inoltre, troppe sono le incongruenze con quanto delineato nella precedente storia retrospettiva Il passato di Tex…
Che GL intendesse creare un “Tex alternativo” per poter esternare il suo messaggio pacifista e contro tutte le guerre, in primis quella che si stava svolgendo in Vietnam, come ipotizzato dal blogger Joe7 in questo suo post? Non so, onestamente mi sembra un’interpretazione un po’ azzardata… ma comunque la gaffe di base resta, come pure alcune incongruenze.
Un particolare su cui, però, mi sento di essere abbastanza d’accordo con Joe7 è che tutta la trama – in cui, ricordiamocelo, Tex (pur essendo appunto texano) è al fianco dei Nordisti e non dei Sudisti – si sviluppa per arrivare alla scena madre, in cui viene condannata la guerra.
Ma questa, come scrivevo all’inizio, sarebbe una disamina a posteriori. Quando lessi questa storia nella collana Tre Stelle, nel 1973, era proprio quella scena – insieme alla strepitosa copertina del n.115, in cui la storia si concludeva – che mi rimase indelebilmente impressa: certo, era debordante di retorica (come d’altronde anche altre vignette), ma per un ragazzino di otto anni era sicuramente un colpo al cuore vedere l’amico di Tex morire in quel modo…
Negli anni successivi, altri autori (a partire da Nizzi) avrebbero raccontato altri episodi di Tex ambientati durante la guerra: ma nessuno mi ha mai colpito come questo, grazie anche ai fantastici disegni di Galep.
